Per favorire la transazione sostenibile è necessario sviluppare tecnologie in grado di immagazzinare, e rendere disponibili all’occorrenza, l’energia prodotta da fonti rinnovabili. Ed è proprio questo che è riuscita a fare Energy Dome, startup milanese fondata da Claudio Spadacini nel 2020, che in aprile ha chiuso un round di finanziamento di serie B da 40 milioni di euro. 

Energy Dome ha brevettato una CO2 Battery, una tecnologia a basso costo che sfrutta l’anidride carbonica per immagazzinare l’energia elettrica proveniente dalla rete.

Un’innovazione, la prima al mondo di questo tipo, che trasforma la CO2 da nemica ad alleata nel percorso della transizione energetica e che, proprio per questo, sta ricevendo un grande interesse a livello mondiale.

Come funziona la CO2 Battery di Energy Dome
La batteria sviluppata dalla start-up è un sistema di accumulo termodinamico. In fase di carica, il sistema è in grado di assorbire l’energia elettrica dalla fonte (sia essa la rete elettrica, o un parco eolico o solare) per comprimere la CO2 contenuta all’interno di una “cupola” (o dome) a temperatura e pressione ambiente. L’anidride carbonica viene stoccata all’interno della cupola allo stato liquido e il calore generato dalla compressione viene immagazzinato.

Il calore servirà poi, in fase di scarica, per far evaporare la CO2 e azionare una turbina che produce energia elettrica. Il sistema si interfaccia direttamente con la rete elettrica, prendendo energia quando è in eccesso o a basso costo e restituirla quando ce n’è bisogno.

La batteria è caratterizzata da un’alta efficienza – restituisce alla rete elettrica il 75% dell’energia stoccata – e ha una vita utile di circa 30 anni. L’interesse che la tecnologia ha riscosso a livello mondiale deriva dai tanti vantaggi di questa tecnologia, tra cui proprio la sostenibilità di tutto il ciclo di vita della batteria, a partire dalle fasi di realizzazione.

La batteria è infatti realizzata in acciaio (che può essere infinitamente riciclato), mentre l’acqua è richiesta unicamente nella fase di riempimento del serbatoio (e non è necessario aggiungerne altra per il funzionamento della batteria). Anche la CO2, in piccola quantità, viene utilizzata unicamente nella fase iniziale di carica della batteria.

Altri vantaggi della batteria riguardano invece la sua sostenibilità economica. Per realizzare la CO2 Battery, infatti, non sono necessarie terre rare, che sono estremamente scarse in Europa. Inoltre, secondo quanto riportato dal Ceo dell’azienda, anche il costo di realizzazione dei nuovi impianti è contenuto: i primi impianti di accumulo su scala reale dovrebbero costare poco meno di 180 euro per chilowattora, ovvero circa la metà del prezzo di un sistema di accumulo di energia agli ioni di litio. (…)

di Michelle Crisantemi

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