Il punto del Direttore

 

 

 

Tutta la questione della Sostenibilità, della vivibilità nel pianeta, della salvaguardia dell’ambiente, la solidarietà sociale per non dire la stessa vivibilità nelle aziende trova il massimo della sua giustificazione nell’ Etica.

Ed è normale che sia così.

Quando si perdono le regole comportamentali, quando l’istintività ed il menefreghismo la fanno da padrone, l’accento sull’etica e sulle regole sembra il giusto richiamo a riportare nella giusta carreggiata ogni questione.

Pensiamo ai rifiuti e alla loro gestione, al cambiamento climatico, alla preservazione delle acque, al degrado che avanza tra incendi e malcostume sembra che ogni regola comportamentale sia andata smarrita.

L’Etica suggerisce comportanti virtuosi, mostra vie buone da seguire, dice che vanno fatti sforzi per cambiare le cose, impegna l’io di ciascuno a un dover essere migliore, più consapevole, più ricco di ragioni condivise nella società.

Ma sforzi e doveri faticano a farsi strada nella mentalità comune.

Pare che l’Etica sia un comportamento degli altri e non di noi stessi. Una devianza spesso usata per colpevolizzare altri di scarsa eticità.

Al massimo si arriva a una maggiore attenzione a non fare sciagure nel migliore dei casi.

Quando viene detto da più parti che è drammatica l’emergenza educativa ormai quasi irrimediabile si sottolinea qualche cosa d’altro rispetto all’etica.

Si indica che la consapevolezza umana, che è il cuore della azione, è carente ma d’altro canto è la fonte, l’origine di una rinascita civile e sociale.

Puntare sull’etica nella educazione, sulle regole, si rischia di fermarsi al formalismo.

Se a livello educativo vi fosse una introduzione nella realtà totale, con un uso vero della ragione e della sua capacita critica si scoprirebbe che l’io individuale ne trarrebbe giovamento.

Una persona consapevole di ciò che fa, una persona per cui l’educazione è stata una avventura della conoscenza e della bellezza, non ha bisogno di tante regole nuove per fare bene.

Anzi. Proprio questo soggetto culturalmente attrezzato capisce le ragioni dell’Etica senza subirne le pressioni “doveristiche”.

Ma quali sono i maestri oggi che approfondiscono il tema educativo, sviluppando il lavoro nella relazione e nel puntare allo sviluppo della autocoscienza? Penso  molti.

Ma il livello delle famiglie spesso piagate da mille problemi, non ultimo quello economico o affettivo, è parecchio faticoso e non si trovano risorse sociali di accompagnamento davanti a tanti immensi problemi.

Così come destrutturato e assente è il contesto sociale dove un giovane deve crescere.

Un tempo persino le portinaie erano abilitate dalle famiglie a ricordare i buoni comportamenti, e curavano in cortile e fuori che nessun giovane si trovasse in pericolo.

Oggi è un fenomeno quasi inesistente in città.

Etica e Ragione marciano insieme. La seconda genera la prima. Ma la seconda deve trovare un fondamento umano forte per giustificarsi.

Le regole da solo non bastano. Mai.

Bruno Calchera
Direttore Responsabile

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