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tre anni dalla definizione
dei 17 SDGs (i Sustainable
A Development Goals, cioè gli
obiettivi di sviluppo sostenibile fissati
nel settembre 2015 dall’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite), Oxfam
ha fatto un reality check e l’ha raccol-
to nel rapporto “Walking the talk”
per capire quale fosse la situazione nel
settore privato.
Quando i 193 Stati hanno approvato
l’Agenda 2030 e si sono presi precisi
impegni, era chiaro fin da subito che
le aziende avrebbero dovuto giocare
un ruolo fondamentale, perché solo
con una stretta collaborazione tra tut-
ti gli attori, istituzionali e privati, sarà
possibile raggiungere risultati.
E questa è una grande occasione per
quelle aziende che vorranno davvero
coglierla. Il framework di riferimento
degli SDGs è davvero un’opportunità
per collegare le strategie del settore
privato con le priorità globali. Ma ci
vuole ambizione, tanta. E allora largo
a quelle aziende che avranno il cuore
di guardare lontano nel tempo e nel-
lo spazio, perché potranno davvero
fare la differenza e dare un contributo
determinante. Largo alle nuove tec-
nologie, alle soluzioni innovative, agli
investimenti coraggiosi.
Attenzione però, il pericolo è dietro
l’angolo. Il rischio di volare alto con
iniziative valorose che finiscono per
diventare identificative di specifiche
aziende e settori, perdendo però di
vista i valori e le priorità fondamen-
tali, è molto alto. Perché mentre gli
SDGs puntano molto sul supporto
delle aziende, di fatto non sono stati
disegnati per loro, e questo, come se
non bastasse, chiede loro un ulteriore
sforzo.
I principali ostacoli che a oggi hanno
frenato un impegno significativo delle
imprese verso gli SDGs sono legati in
primo luogo a un modello finanziario
che stressa in modo esagerato i risul-
tati economici a breve termine per
valutare la bontà di un’organizzazio-
ne. Argomento che in passato è stato
anche utilizzato a favore di un’adesio-
ne di strategie di sostenibilità: “essere
sostenibili paga” era un mantra ripe-
tuto ai manager indecisi che si affac-
ciavano a queste tematiche con pochi
strumenti di valutazione. Peccato che
(direi invece “per fortuna che”) il con-
sumatore e la società civile tutta si è
evoluta ed è diventata più esigente.
Premiando scelte serie e dotandosi di
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CSR oggi