Il punto del Direttore

 

 

 

E’ una frase che tante volte ci siamo sentiti dire.
Essa vale anche per immaginare la Transizione per lo sviluppo: per quelle realtà economiche che operano per il bene e che spesso puntano a risultati basandosi solo sui numeri del successo, sull’accumulo di ricchezze. Camminare spediti trainati da successi imprevisti è certamente un buon segnale, i cardini dello sviluppo sostenibile dicono che non basta. Il successo è una leva che funziona solo se tiene conto del complesso delle indicazioni poste dalla Agenda 2030, quando delinea le possibili connessioni indispensabili per una crescita completa e sostenibile per tutti.

Ciò che emerge nella nascita di nuovi strumenti, che fanno crescere il vivere comune, l’economia e la transizione tecnologica parte dall’urgenza delle connessioni che vanno verificate con sistematicità. La programmazione della vita sociale da parte delle Istituzioni non può non essere centrata sulla relazione virtuosa con le parti sociali: una relazione che ha bisogno di continue verifiche e di innovazioni per interpretare al meglio la realtà e il proprio compito sociale. Diceva Michelle Obama:” Non sottovalutare l’importanza che puoi avere, perché la storia ci insegna che il coraggio può essere contagioso e la speranza può vivere di vita propria”

Per un cammino virtuoso occorre coraggio, lo stesso che occorre per le grandi decisioni.
Un certo egoismo, utile per seguire i primi passi del proprio operare è indispensabile, ma è la stessa realtà che impone a ciascuno di alzare lo sguardo e vedere la convenienza delle connessioni con altre realtà economiche.

Non tutto ciò che si è deciso avrà il successo desiderato e garantito: spesso accade proprio il contrario. E le ragioni non sono insite in ogni progetto. I condizionamenti sono spesso improvvisi e giungono da lontano. Chi ha vissuto legami virtuosi avrà più capacità di ripartenza e di resilienza.

L’Unione della partnership Profit e Non Profit, ad esempio, aiuta ad affrontare le sfide.
Compiere lo stesso tratto di strada nella convinzione che in un mondo sempre più complesso è necessario costruire legami forti è decisamente importante.

E’ la finalità guidata dall’ONU con i 17 Goal della Agenda 2030.
Tra essi c’è un obiettivo dedicato alle partnership per incoraggiare la relazione. Il diciassettesimo, necessario per rivitalizzare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile. Migliorare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile, costituendo partenariati multi-stakeholder che mobilitano e condividono le conoscenze, le competenze, le tecnologie e le risorse finanziarie, per sostenere il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo in tutti i paesi, in particolare i paesi in via di sviluppo.”

 Si è soliti immaginare che sia in primo luogo il Terzo Settore o il Non Profit ad aver bisogno del Profit. E’ una falsa immagine di relazioni in cui sono protagoniste le elargizioni liberali: così difficili e complesse, con una idea di connessione fragile e di bassa durata.
Oggi il Non Profit aiuta il settore Profit a costruire progetti e a migliorare il business di una impresa.
Connessioni, relazioni, verifiche d’impatto, partnership sono le esperienze che indicano un cammino innovativo.

“Chi fa da sé stesso, fa per tre” era un vecchio detto popolare. In chiave moderna questo principio è ancora molto seguito e teorizzato, ed è pur difficile farlo scomparire.
C’è una strana indecisione in molti a desiderare connessioni con realtà territoriali anche diverse.
Tra Profit e Non Profit. Questa è però la strada

Coraggioso è il Profit che ritrova valori decisamente importanti, non racchiusi nel solo “successo, o ricchezza o vita tranquilla”; lo è per il Non Profit che dimostra che c’è altro cui guardare e che occorre non solo una idea valoriale giusta ma è indispensabile il coraggio di una alleanza che può essere durevole nel tempo per la reciproca soddisfazione dei due nella alleanza con chi opera per produrre ricchezza.

Bruno Calchera
Direttore di CSROGGI

 

 

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