Il punto del Direttore

 

 

 

Siamo nel pieno della crisi di Governo nel nostro paese.
L’assenza prolungata di un Governo indebolisce il paese. Ma non è solo l’assenza la causa di un indebolimento, lo è forse di più la presenza di Ministri e Presidente del Consiglio con manifesta incapacità di leggere i bisogni emergenti. Questo è vero in ogni paese e per ogni Governo!
Il toto Presidente del Consiglio dei Ministri non ci interessa, ma è evidente che ci sono buoni e cattivi Primi Ministri.
Il Primo Ministro ha proprio il compito di scegliere la squadra per indirizzare il paese e dare quelle risposte che la società si attende.

Una non recente indagine (Il Country Sustainability Ranking CSR) ha dimostrato che in funzione del Governo esistente la Sostenibilità ha camminato o è restata ferma.
In questo momento è innegabile che nel nostro paese è in corso un lento ma irrefrenabile cambiamento all’insegna della CSR, con risultati sempre più sorprendenti.
Per il nostro paese un declino o una rinascita?
Nella economia reale si manifestano spunti innovativi davvero interessanti, che dimostrano quanto sia importante uno sviluppo sostenibile.
Alla fine vediamo che l’Italia, in questa ricerca si posiziona attorno al 27° posto. Oggi forse avrà guadagnato qualche posizione rispetto ad un anno fa. Lo speriamo!
Ma il fatto è da segnalare.
Svezia, Danimarca, Finlandia, Olanda e Irlanda sono nelle prime posizioni e gli Stati Uniti di Trump al 14° posto.
Noi stiamo nel gruppo fanalino di coda con Slovenia e Portogallo. Solo la Grecia sta peggio di noi.

Il cambiamento innovativo passa attraverso alcuni parametri che devono essere percepibili.

  • Efficienza di indirizzo.
  • Attenzione per interventi riservati ai bisogni emergenti di persone, aziende, e P.A.
  • Uno sguardo che sappia indicare non solo obiettivi finali, ma le tappe del cammino della crescita anche attraverso misure specifiche e cadenzate.
  • Una stabilità decisionale che sia fonte di certezza e che mostri competenza, realismo e non frammentazione, chiarezza nel tempo.
  • Inclusività e non schizofrenia ideologica.
  • La sostenibilità divenga un parametro di metodo e contenuto da applicare per migliorare la vita della Nazione. L’attenzione all’ambiente non basta. L’ecosistema beneficia di politiche di sviluppo generali.

Quando il Presidente della Repubblica indica i guai in cui siamo, non può indicare anche i rimendi che appartengono alla politica.

La visione infine di un Parlamento dialogante dentro steccati non depone davanti alla esigenza di Riforme strutturali che proprio oggi sono indispensabili.
Abbiamo vissuto un anno ricco di incertezze, di improvvisazioni, di ampi spazi di silenzi e di scarsa prontezza, rimandi, attese, che non hanno fatto bene a nessuno e tanto coraggio, pazienza, delusioni, sofferenze e perdite umane e disastri economici.

L’Italia ha 60 milioni di abitanti e non una o due decine di milioni come altre nazioni in Europa: è pur vero però che la nostra maglia nera è frutto di tutti i mali che hanno accompagnato la nostra storia degli ultimi 70 anni: un Sud sempre in attesa di una crescita non assistenziale; una scarsa visione dei bisogni complessivi; attività tese a tamponare più che a costruire e una scarsa capacità di visione per eliminare l’emergenza educativa che si trascina da sempre. Mai una Governance coesa con obbiettivi chiari cui tendere.
Il cambiamento sostenibile trova spazio in mentalità aperte alla innovazione.
Tale mentalità se diffusa penetra nella classe dirigente in ogni settore, anche nella politica, e diventa progetto, propensione al cambiamento, amore alla bellezza, cultura tesa a costruire per le nuove generazioni.

E’ la ragione per cui oggi si fatica a fare un nuovo governo.
Visioni ideologiche inconciliabili e non inclusive, scarsa attenzione al buono che c’è in tutti, incapacità di ascolto e assenza di nesso con i cittadini.
Ci sono poi miriadi di Istituzioni che sono portatrici di interessi particolari, sigle sconosciute o ben note, ma in grande declino che rappresentano istanze di categorie definite.
Interessi anche contrastanti.
C’è l’evidenza di cosa non funziona, di cosa abbiamo perduto per strada, di cosa ha un immediato bisogno di aiuto (quale aiuto, quanto aiuto e in che forma!).
Le ricette sono molte. Ma l’immobilità sembra pervasiva.
La Sostenibilità non decolla ancora compiutamente nel nostro paese, la posizione che occupiamo, quel 27° posto ce lo fanno guadagnare soprattutto persone aziende ed istituzioni “illuminate” che camminano nonostante tutto.

Bruno Calchera
Direttore Responsabile

 

 

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