Il punto del Direttore

La Pizza nel mondo piace a tutti. Ce ne sono infinite qualità. In ogni paese la si fa in modo diverso. Ogni idea sembra buona per farla originale. Ed i sapori sono ben lontani da quello originale. Però piace a tutti.
Anche la Sostenibilità può diventare una libera interpretazione di come vivere: la casa, la città, l’ambiente, le risorse idriche ed elettriche, la gestione delle risorse umane, la qualità dei prodotti e dei servizi. L’inclusività della politica. E persino l’uso degli oggetti.

Dice giustamente Rossella Sobrero che la parola Sostenibilità è “diventata come il sale (io ho usato la pizza, ma l’idea del sale è altrettanto azzeccata!) si mette in ogni minestra. A proposito e a sproposito, perché ci si crede o perché è di moda e fa comodo darsi una patina virtuosa.
Il pericolo però non è l’uso è la retorica, la strumentalizzazione, il greenwashing, quel vizio opportunistico di farsi una verginità ecologica di facciata per guadagnare un po’ di credibilità immeritata.” Ma aggiunge nel presentare il suo libro “Sostenibilità e Comunicazione non convenzionale” (Edizioni Egea – Prezzo 25 Euro) – che “Il vantaggio di tutto ciò è che nonostante la tanta nebbia la sensibilità dei cittadini, che sono a un tempo produttori, consumatori ed elettori, è aumentata insieme alla consapevolezza. Imbrogliarli è più difficile, il sistema si è dotato di regole che aiutano, fioriscono organizzazioni, fondazioni, associazioni che fanno i cani da guardia, fanno ricerca, fanno formazione.

 Scriveva Adriano Olivetti nel Libretto “Il Cammino della Comunità” (Edizione 1959) Che “ milioni di italiani attendono con ansia crescente un rinnovamento materiale e morale.”(pag. 17) (…) e continuava “ la nostra resurrezione potrebbe attuarsi solo giorno per giorno, riformando e rifacendo le strutture dello Stato, dando nuova responsabilità e moralità alle industrie, dando vigore ed autonomia ai sindacati, sottraendo, in una parola, il paese a quel decadimento e torpore morale verso il quale sta insensibilmente avviandosi” (pag. 36)

Sono spunti che leggono il presente. Si tratta del degrado.
Esso giunge quando viene meno la consapevolezza e la responsabilità. Nel primo caso verso la Sostenibilità, nel secondo, in modo più diffuso, la consapevolezza di appartenenza di un popolo che ha perduto non solo l’orientamento, – che di fatto non cerca più – ma anche la strada, accontentandosi delle briciole di qualche istante, più o meno lungo di vita accettabile senza la speranza.

Non tutto è sostenibilità e non tutte le riforme innoveranno il paese. E non vi sarà nemmeno una resurrezione che potrà darci la montagna di euro del Next Generation EU.

Questo tempo di pandemia sembra aver azzerato ogni energia, ogni prospettiva, ogni desiderio.
Ma questa analisi non è vera.
Dentro la vita di ciascuno, che ha a cuore la vita, c’è una spinta al positivo irriducibile. C’è un grande desiderio di costruire e di ricominciare.

Sono passati i Barbari in questa pandemia, hanno cancellato e distrutto tantissimo, però un popolo sa riprendere la sua strada se ha conservato i propri valori, i desideri e ha in cuore il destino per le generazioni che verranno.
Nella rinascita occorre essere realisti. Nella Sostenibilità occorrono fatti precisi che documentano un cambio di paradigma, una nuova mentalità.
Se la CSR è una metodologia applicabile a tutti i settori del vivere civile, l’attenzione si pone su quanto si fa individualmente e collettivamente. Sono le misure che si prendono a fare la differenza.

Noi di CSRoggi siamo sensibili ai fatti.
Da sempre cerchiamo di guardare ai fatti e a dare documentazione.
Non siamo teorici, ma vediamo che applicazioni diverse – tanto più sono diverse, tanto più accendono la curiosità ed il desiderio di emulazione – formano un puzzle, un insieme di ingredienti che, assaggiati, hanno un sapore che ci porta al significato di vera Sostenibilità.
Come la Pizza.

Vediamo che non basta un Bilancio Sociale fatto bene per diventare protagonisti della sostenibilità e nemmeno una visione teorica, una suggestione, una bella riunione formativa ci fanno transitare tra coloro che hanno brandito la Sostenibilità per cambiare.

I fatti sono formativi. Le esperienze fanno storia.
Vediamo crescere la consapevolezza.
Ad essa vogliamo contribuire facendo conoscere tante realtà, che documentano il percorso sostenibile, proporre i loro racconti, veri capisaldi del rinnovamento sociale cui tutti aspiriamo.

Bruno Calchera
Direttore Responsabile

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