Il punto del Direttore

 

 

 

Riproponiamo la frase conclusiva della Guida IPSOA “ESG: Bilancio di Sostenibilità ed integrate Reporting a cura di Patrizia Tettamanzi e Valentina Minutiello – Wolters Kluver ed., – Dicembre 2023. – con altri autori tra cui il Prof. Maurizio Comoli e la Prof.a Lucrezia Songini ed altri docenti e professionisti. Essa si conclude: “(E’) evidente l’importanza manifesta di richiamare l’attenzione di tutti su quei valori fondanti, che saranno discrimine per il perseguimento di una crescita economica “sana” e un successo sostenibile all’insegna della green economy.

Riprendo anche un accenno a pag. 187 riferito alla Comunicazione del Bilancio Sociale.

IL BS può essere visto come strumento di gestione ma anche di comunicazione. Infatti la sua intrinseca natura di supporto alla pianificazione strategica permette di dare evidenza delle identità e della cultura organizzativa, nonché delle aspettative degli stakeholder, fornendo una rendicontazione ed analisi dei risultati ovvero degli impatti generati.” (…) il BS è vettore di trasparenza, di coinvolgimento dei portatori di interesse, di consapevolezza interna ed esterna, nonché reputazionale.

Il testo indubbiamente utilissimo a coloro che sono in cerca di aiuto nella compilazione del proprio Reporting di Sostenibilità, non ha un capitolo dedicato alla Comunicazione.
Abbiamo tratto dal testo due citazioni una di contenuto: i valori; l’altra di “opportunità sopraggiunta”, che approfondisce molte note che tracciano l’utilità della comunicazione, senza però centrare l’esigenza della Comunicazione Responsabile. Così nel nostro lavoro è facile fare incontri con realtà aziendali, che hanno prodotto un bellissimo strumento, il Reporting di Sostenibilità, che è divenuto principalmente un documento di gestione interna o un riferimento per gli stakeholder più vicini.

E’ evidente che quando si tratta di relazione con i clienti di prodotti di largo consumo, qualche cosa deve essere portato avanti. Ci sono i media intermedi, indispensabili. Senza immaginare certi “media di contatto” per una riflessione per la clientela, che vuole conoscere proprio tutto di un prodotto: la sua storia, il suo trattamento, le novità, le ragioni di un prezzo, ecc…. l’azienda si deve aprire e dare notizie e informazioni complete ai media per fare capire prodotti e servizi.

Abbiamo saputo che i Social assorbono budget di comunicazione davvero importanti.
Persino una azienda farmaceutica ha rinunciato ad altre forme di comunicazione e di informazione e ha destinato tutto il “Budget Media” unicamente ai Social.
Qui siamo all’estremità dello sviluppo della conoscenza, che richiede intelligenza per raggiungere la clientela con il massimo delle informazioni e delle note innovative sui prodotti.

La domanda che si fa sempre più stringente è la seguente: a che serve un grandissimo investimento per realizzare una rendicontazione aziendale nelle forme più moderne se poi gli item che spiegano il contenuto non vengono comunicati?
Come è possibile che la Sostenibilità diventi cultura generale attraverso Valori condivisi se tale condivisione non è possibile se non in casi eccezionali?
Quali sono infine quei valori condivisi, che sono il comune sentire e che generano una sorta di società di connessioni positive?

La domanda più cruda nel nostro tempo è proprio: quali sono i valori condivisi?

Sono forse quelli così generalisti che possiamo affidare al prossimo concorso di Miss  Italia? La storia, la tradizione, l’esperienza del passato e del presente dicono ben altro. Le baruffe politiche ci sono sempre state, questa volta però si sono accesi i motori per distanziare il valore di ciascuno. I valori affidati all’individuo. Ciascuno il suo. Quasi che ognuno si dovesse giustificare per i valori che ha, che non risultano nel filone della moda corrente.

Ci sono le guardie morali – opinionisti, politici, specialisti, giornalisti, ecc… – anche in Italia e gli esempi li vediamo tutti i giorni: sono sempre pronti a spargere fango e a contraddire o mettere in cattiva luce l’altro, quello che fa o dice. Lo scontro ideologico è coltivato e sempre più acceso. Alcuni si distinguono nell’opera di distruzione dell’altro: lo fanno con un cinismo sorprendente e non basta la giustizia a sanzionare le informazioni menzognere ed anche le offese personali.

Quando si farà comunicazione su Ambiente senza un uso strumentale ed ideologico, quando sul vivere dentro la Società che tende alla condivisione, e sulla Organizzazione del lavoro che possa essere possibile e non solo strumento di lotta e di rivendicazione? Quali saranno i valori dominanti?

Scriveva recentemente il Prof. Mauro Bonazzi – docente di Storia della Filosofia antica all’Università di Utrecht e all’Università di Milano sul Corriere della Sera – alcune considerazioni che vorrei riproporre.

Il titolo innanzi tutto: IL SILENZIO E L’ESEMPIO CONTRO LO STREPITARE E LA DISINFORMAZIONE.
“Nel Fedro di Platone, Socrate si paragona a Tifone, un mostro dalle cento teste che parlano lingue diverse (qui mi ricorda la Torre di Babele). Descrive noi contemporanei bombardati da informazioni, notizie senza più filtri capaci di mettere ordine a questa massa di voci. (Le tante teste. Potrebbero essere quei valori citati più sopra che sono diventati inerti, incapaci di scegliere non più liberi). Crediamo di vivere nell’epoca dell’informazione ma finiamo di brancolare nell’ignoranza, incapaci di riconoscere le parole autentiche. Platone che aveva individuato il problema sapeva anche di non poterlo risolvere. (…) Ha senso proclamare le proprie verità perché sono sempre gli altri che sbagliano? Non molto. Aggiungeremmo un’altra a voce alle mille che già rintronano nelle orecchie. (…) L’Unica è sforzarsi di tacere, tenersi fuori dalla baraonda, evitare di aumentare il rumore. Non sembra una soluzione molto convincente. (…) (non siamo però fuori dalla società!) Forse il silenzio è quello di chi prova a seguire altre strade, cercando di dimostrare strade possibili con il suo comportamento pratico.  Come quei saggi che continuano imperterriti a concentrarsi sui loro piccoli gesti mentre intorno sono tutti scalmanati.

I piccoli gesti si riferiscono al rapporto di ciascuno con la realtà.
Il riferimento è alla ‘esperienza elementare’ che viviamo. Ai passi sicuri che mettiamo in campo nella relazione trasparente, che ci impegna in desideri, verso l’amore, la giustizia con tutti, alla evidenza quotidiana dei fatti e non alla ideologia.

Il Bilancio Sociale ad esempio potrà raccontare in verità le cose belle, che abbiamo realizzato, fatiche e qualche insuccesso, che è immancabile nella vita aziendale di ciascuno.
Una passione umana per la trasparenza, che evidenza il bello del vivere!

Concludeva il prof. Bonazzi “prima o poi si tratterrà di tirare un bel respiro, darsi una calmata, e iniziare a ragionare. Speriamo che quel tempo arrivi presto.”

Anche noi speriamo che si pongano in evidenza valori condivisi, che hanno solcato la storia – che hanno generato la Tradizione e la Cultura che viviamo – che ci troviamo addosso e di cui spesso non siamo grati.
Pacificati: lo desideriamo!
Perché non esiste alcuna ragione solida per essere l’uno contro l’altro.

Bruno Calchera
Direttore CSROGGI

 

 

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