Il punto di Bruno Calchera

 

 

E’ quello che è accaduto nell’ultimo secolo e mezzo dallo sviluppo economico.

Man mano che il pianeta offriva agli studi scientifici risorse per migliorare la vita di tutti, abbiamo assistito ad uno sviluppo privo di attenzione per il futuro.
Le risorse apparivano inesauribili: ogni passo dello sviluppo di qualunque natura fosse, sembrava un nuovo dono della scienza.

Le preoccupazioni per la salute in questo contesto erano pari a zero: è vissuta una ubriacatura sulla immensa capacità dell’uomo di crescere e dominare la natura e la sua storia.

L’International Resource Panel dell’ONU ha osservato: “la rapida crescita urbana e industriale negli ultimi decenni ha messo enormemente sotto pressione le risorse naturali del pianeta, creando minacce  legate alla carenza di risorse, all’inflazione dei prezzi e a ecosistemi degradati”. (UNEP, ww.unep.org.)
Questa corsa ha toccato ogni livello dell’economia.
E’ inutile ripercorrere questa strada che può essere studiata, ma che ora ha lasciato il posto all’impossibile reversibilità.

La crisi ora tocca ogni settore dell’economia: fine delle risorse non rinnovabili: l’acqua ad esempio – con il mutare del clima – soffre sia per la falda inquinata sia per l’assenza di piogge nelle stagioni definite nel passato. Siamo sommersi dai rifiuti in ogni dove, il clima in cui viviamo è costellato da crisi di ogni tipo e i tentativi di fermare il degrado generale segnalano piccoli tentativi che non hanno raggiunto un riflesso importante per il pianeta.  Qui vi sono miriadi di conflitti sociali sempre più gravi con pericoli per l’esistenza umana.

E’ quasi inutile che l’Unione Europea approvi direttive per la stesura del Reporting di Sostenibilità in un clima sociale che non è più in grado di reggere all’impoverimento diffuso in ogni dove. E’ vero che c’è la realtà da governare.

E’ pur vero che il sistema valoriale sociale ed economico è polverizzato in una miriade di pulsioni senza una seria valutazione di tutti nell’affermare il valore che si segue. Quale è il valore ultimo che ci accomuna e che personalmente determina la mossa della libertà?
Davanti alla tragedia, ad esempio, della crisi climatica, quale è il valore comune di persone, imprese, stati, ed organizzazioni internazionali?
C’è una azione comune o ciascuno ha deciso il proprio agire in onore della libertà?

Ecco è proprio la parola libertà che risulta essere la più indefinita e decisamente un valore di infinite interpretazioni.

Questo esempio sta ad indicare che il vivere insieme, nel nostro sistema valoriale, per alcuni è fatto dalle Leggi, per altri da importanti riferimenti (la fede, la convenienza personale, la storia tradizionale, la propria e comune opinione, l’ideologia ecc.) – senza una vera ricerca del Valor Comune non nasce una nuova civiltà.

Si è preso in prestito del tempo alle nuove generazioni per vivere meglio e di più e a queste generazioni non stiamo restituendo una misura temporale migliore, in cui i più giovani si possano riconoscere. Anzi questi ultimi nella assoluta assenza di valori, ne pongono altri che migliorano o danneggiano la realtà in cui siamo.

Forse il comune destino di ogni uomo, accompagnato ad uno sguardo sensibile alla realtà nel suo complesso, con nell’animo la ricerca di condivisione diffusa, senza la ricerca del consenso ma del bene dell’altro e degli altri, senza operare per distruggere qualcosa o qualcuno, con una sincera apertura alla verità dei fatti e delle cose, potrebbe avviare un inizio di un approccio innovativo per la ricostruzione.

Oggi i ricostruttori sono pochi: quelli dell’economia circolare, quelli che fanno le bonifiche, le aziende che danno il giusto salario e hanno cura della vita interna e dell’impatto esterno, ci sono poi quelli che sanno leggere i problemi senza la distorsione della ideologia personale e del proprio gruppo, quelli infine che pensano al Bene Comune come obiettivo realistico.

La fonte del cambiamento è il pensiero e la relazione positiva con il pensiero di chi ci ha preceduto, che spesso non ha teorizzato il male, ma era teso al bene.
Ci sono state persone che hanno dato un contributo ideale per migliorare le vita.

Storie che ci raccontano dei costruttori di cattedrali, della bellezza, della vita aziendale, del bene per gli uomini, dei sacrifici e della dedizione all’umanità senza depauperare lo sviluppo futuro. Una testimonianza di sacrifici per il bene comune che è solo da cogliere e approfondire.

 

 

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