Il punto di Bruno Calchera

A volte certi comunicati stampa è meglio conservarli.

Ad esempio il comunicato del 10 Maggio 2024 del Circular Economy Network merita di essere ripreso perché le segnalazioni fatte alla fine della Conferenza – promossa da alcune realtà aziendali (citiamo solo alcuni nomi che appaiono tra i primi: dalle Fondazioni Uliveto e Rocchetta, Acque della Salute, Burgo, Conai, Iren, Hera) – sono stati dati alcuni indici di valutazione sull’Economia circolare davvero interessanti.

Innanzi tutto una informazione interessante: “Quasi un quinto di quello che produciamo viene dal riciclo (…). Il 65% dichiara di mettere in atto pratiche di economia circolare, oltre il doppio rispetto al 2021.”
Ciò significa che la cultura della sostenibilità ha generato una forte innovazione nella Economia del nostro paese. E’ un fatto pratico.

Sono dati che indicano una imprenditorialità attenta alla realtà e che non attende disposizioni da altri per riconoscere un vantaggio nell’innovare i processi che conducono a innovazione. Altri dati confortanti in presenza di rifiuti che vediamo nei TG e nei Talk Show: “Il riciclo dei rifiuti urbani in Italia è cresciuto dal 3,4% del 2017 al 49,2 del 2022. La media Europea è il 48,6″.

L’economia circolare crea lavoro.
Nel 2021 nella Unione Europea gli occupati in alcune attività dell’economia circolare erano 4,3 milioni, il 2,1% del totale; in Italia sono 613.000, (cioè il 2,4% – + 4% rispetto al 2017). Qui siamo secondi dopo la Germania che conta 785.000 lavoratori.

Edo Ronchi, presidente del Circular Economy Network ha detto tra l’altro: “puntare sulla circolarità deve essere la via maestra per accelerare la transizione ecologica e climatica e aumentare la competitività delle imprese (…) In un paese povero di materie prime, e nel contesto attuale basato da una bassa crescita,  da vincoli stringenti di rientro del debito pubblico, si migliora l’Economia con la circolarità, con misure a monte per impedire sprechi, consumismo ed efficienza e risparmio delle risorse produttive.

 E’ una amara constatazione che l’Economia Circolare come strumento di sviluppo non è tra gli argomenti che fanno notizia nei giornali, sui social e in tv, se ne parla poco. La politica che ormai invade contenuti utili per future campagne elettorali è poco interessata a mostrare ciò che di buono c’è, si teme che il merito sia dell’attuale governo.
L’indirizzo verso la circolarità lo possono dare tutti e incentivare l’attivazione è vantaggioso.
Se ne sono accorte anche le PMI. Esse sono la “colonna portante” della nostra Economia.

Il documento del Circular Economy Network preparato in collaborazione con CNA, fa notare che è stato chiesto a 800 piccoli imprenditori cosa pensano e come agiscono rispetto alle politiche green. “Il 65% dichiara di mettere in atto pratiche di economia circolare, oltre il doppio rispetto al 2021. E un’altra parte degli intervistati (il 10%) dichiara di volersi avvicinare all’Economia circolare nel prossimo futuro.”

Il dibattito sui temi della Sostenibilità è molto acceso da parecchi mesi, le manifestazioni tese alla Rivoluzione Green sono nelle pagine dell’attualità quotidiana: da una parte i duri e puri che ad ogni costo inneggiano alla rivoluzione ecologica in presenza di crisi climatiche devastanti – in tutto il mondo! –

Dall’altra la domanda sulla fattibilità e sul deficit di risorse fa da contraltare: come è possibile concretamente fare non ideologicamente? Non abbiamo udito alcuno che si parlasse con stima per tanta gente che ha operato una vera rivoluzione attraverso l’applicazione dell’Economia Circolare, il riuso, la riconversione dei rifiuti.

“Per avere risultati vincenti e duraturi è necessario rivoluzionare il modo in cui i prodotti vengono progettati e realizzati, integrando criteri di circolarità nei processi produttivi. Occorre progettare produrre oggetti più durevoli e facili da riutilizzare e riciclare, ma anche aggiornare e riparare.”
E’ una delle conclusione della Conferenza.

Una nota per la Pubblica Amministrazione: la raccolta differenziata è una buona cosa se fatta con intelligenza, ben organizzata, promossa ai cittadini. E’ obbligatoria. Occorrono controlli.

Il Sindaco di Roma deve togliere le Vasche di rifiuti – un esempio per tutti – è sanzionare i cittadini delle abitazioni che non operano bene per la raccolta differenziata. Eviterà mandrie di cinghiali e volatili aggressivi.
Ciò che scrivo per Gualtieri vale per tutti i sindaci italiani.

E’ evidente che i rifiuti hanno spesso vie virtuose, ci sono vie virtuose per il recupero dell’acqua nelle tubature che la perdono.
Anche la pulizia della città è una bella cosa.
C’è stato un tempo in cui Milano era davvero molto più pulita.

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