Il punto del Direttore

 

 

 

E’ noto che la direttiva (CSRD) ha ampliato la platea delle imprese che saranno obbligate alla rendicontazione della sostenibilità, includendo le imprese di grandi dimensioni e le piccole e medie, ad eccezione delle micro-imprese, che sono Enti di interesse pubblico ai sensi dell’Art. 2, punto 1, lettera a).

La Corporate Sustainability Reporting (CSRD) sostituisce il termine “dichiarazione di carattere non finanziario “(DNF) con quello di Informazione sulla sostenibilità: le informazioni sulla sostenibilità diventano quindi parte integrante della relazione finanziaria annuale – era evidente che l’implicazione di carattere finanziario non poteva essere distinta.
“i punti di contatto tra informativa finanziaria e di sostenibilità trovano la loro sintesi nel concetto di “doppia materialità”. Esso impone che la sostenibilità sia presa in considerazione in un duplice punto di vista: da una parte l’impatto che l’azienda subisce a causa di questioni di natura sociale, ambientale, amministrativa o legislativa, (materialità interna) e dall’altra, l’influenza che l’attività d’impresa può avere sull’ambiente esterno (materialità esterna)”. (da Sostenibilità e valore – di A. Botti ed altri autori- Maggioli Editore, pag, 261)

La principale novità della Direttiva in argomento è comunque nel contenuto che deve avere INFORMAZIONI e nel deciso ampiamento dei potenziali beneficiari.
“Il Bilancio di Sostenibilità si pone come non solo come strumento di comunicazione delle iniziative poste in essere, ma come vero e proprio “luogo” di incontro e sintesi” (ibid. Pag. 275). “E’ fondamentale distinguere il green marketing dal Greenwashing” (ibid. Pag. 276)

L’informazione ha il compito di definire in modo chiaro l’essere e l’apparire.
E’ il grande compito della Comunicazione e la difficile relazione con gli stakeholders.
La premessa sull’innovatività della nuova direttiva è proprio nello spostamento della attenzione e dell’azione dell’impresa verso gli stakeholder, che a questo punto diventano l’ambito verificatore del successo del Bilancio.

Ci chiediamo spesso come editori: Quale informazione è utile per gli stakeholders? Quale comunicazione è da considerarsi utile? Con quali strumenti? Come il Marketing può fare il suo Buon Lavoro nella programmazione degli strumenti di informazione adeguati?

Il dramma della comunicazione nel nostro tempo è la difficoltà di selezionare gli investimenti in messaggi utili ed in particolare quali e quanti sono gli investimenti da programmare per il Bilancio di Sostenibilità.
Il mare di strumenti che appare ai nostri occhi rende difficile il compito.
Il Bilancio di Sostenibilità interessa davvero? E la prima domanda che si possono fare coloro che pianificano i media migliori. Come raggiungere gli Stakeholders interni ed esterni? E’ la seconda domanda? Infine come trattare i diversi argomenti? Se lo chiede il Marketing che deve attribuire a target diversi contenuti centrali – buoni per tutti – e contenuti particolari: quelli destinati a categorie e a persone interne all’impresa o all’esterno.

Il sogno sarebbe postare sul sito Il Bilancio di Sostenibilità, con qualche segnale attraverso un comunicato stampa “Potete trovare il BS andando sul sito…!!
Abbiamo assistito spesso – è un esempio – alla trasformazione del Comunicato Stampa in un annuncio “abbiamo Realizzato il Bilancio di Sostenibilità, qualche piccola informazione per dare assaggi, e il rinvio al Sito aziendale”.
Noi pensiamo che questa non è comunicazione; anzi la decisione di affidarsi ad un solo media per comunicare la sostenibilità sia una riduzione della propria Reputazione.

Ad esempio ci sono aziende che hanno deciso di utilizzare solo il Digitale per comunicare: i Social vanno di moda, la messaggistica pure, infine i popup che abbiamo iniziato a conoscere da un po’ entrano con prepotenza nel nostro telefono, facendoci sostare mentre leggevamo qualche cosa di interessante.

L’informazione avviene selezionando un mix di media: generalisti e specializzati.
Entrambi hanno un ruolo che è inutile descrivere in questa sede.

Per definire apparenza e certezza occorre operare con attenzione.
Conoscere è il risultato dell’informazione.
Sosteniamo anche come Editori Specializzati nella bontà della informazione diretta della Sostenibilità: ad esempio quella realizzata attraverso incontri, presenza a Fiere, Convegni, momenti speciali di incontro. L’obiettivo è raggiungere il maggior numero di soggetti che attendono informazioni chiari sulla sostenibilità: il personale interno (ad esempio non esiste solo Intranet ma ci sono altri strumenti digitali), i clienti ed i buyer a cui va data la più ampia spiegazione.

Ad esempio in un negozio NIKE alla domanda “dove è prodotta questa maglietta si deve rispondere con sincerità”: hanno fatto bene i produttori nello scrivere in chiaro sulla targa del colletto dove è la produzione. Così, sempre in tema di Reputazione, fare un Bilancio Sociale trasparente, con successi ed insuccessi, è contribuire al Successo della propria attività aziendale e della propria Immagine.

Intervistando molti personaggi di imprese, CSROGGI pone ogni volta la questione della trasparenza attraverso il realismo delle domande: fino a dove il programma è stato raggiunto e cosa è andato storto? Quali saranno i prossimi obiettivi?
L’informazione è la parola chiara della Direttiva dell’UE. Investire in Bilancio di Sostenibilità ha un costo spesso non indifferente. Trovare soluzioni dinamiche, trasparenti e vive nell’impresa è cosa buona. Fare investimenti su media diversi è indispensabile. L’insieme porta conoscenza.

Bruno Calchera
Direttore Responsabile CSROGGI

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