Il punto del Direttore

Il portale ESG360 recentemente ha esordito, a proposito di COP26, con una interessante osservazione:
“Un primo importantissimo risultato a conferenza ancora in corso è già stato raggiunto e riguarda la consapevolezza da parte di tutti i soggetti, anche di quelli apparentemente più lontani da questi temi, che i mezzi ci sono e che è assolutamente necessario agire. Innovazione tecnologica e digitale, finanza, economia, ruolo della scienza e capacità di agire per modificare i comportamenti: dai rappresentati di paesi, istituzioni, imprese e organizzazioni nella città scozzese arrivano proposte concrete e progetti.”

Pare poco come risultato.
Nel leggere le parole di Greta la Conferenza è stato un inutile costo.
Anzi COP26 sembra abbia fallito il suo compito.
Ma l’osservazione di ESG360 è interessante.

La consapevolezza conta qualche cosa?
La conferenza di Glasgow ha accresciuto l’attenzione generale, una autocoscienza dei partecipanti e di coloro che l’hanno seguita attraverso i media – anche negli appuntamenti PRECOP26 che vi sono stati in tutto il mondo – nei collegamenti quotidiani.
Davvero solo un bla bla inutile perché la coerenza impone di far seguire alle parole i fatti?
COP26 un fallimento?

Guardando i risultati di COP26, noi  siamo positivamente stupiti.
Abbiamo visto tanti potenti della terra insieme. Si sono incontrati per trattare dell’argomento in modo aperto e davanti a milioni di persone. Capi di stato hanno riferito del proprio paese e di ciò che più è necessario per una transizione green.
Si sono notate le differenze di linguaggio, di prospettiva e di attesa.
I media hanno svolto un grande compito nel raccontare quotidianamente cosa avveniva a Glasgow e quali erano le diverse sottolineature.
Ciascuno in modo diretto ha saputo cosa accedeva a Glasgow e che riguardava la vita propria e di tutti. Origliando o con attenzione ciascuno ha appuntato la gravità della situazione.

Vale la penna di approfondire il senso della parola consapevolezza.
Perché molti hanno sentito, altri hanno capito. I contenuti hanno superato la barriera della notizia social o TV superficiale, per essere argomento vivo e decisamente importante da memorizzare.

Si è giunti alla Consapevolezza?
La parola si presta a diverse interpretazioni.
Banalmente non è solo sapere, conoscere, qualcosa. Più precisamente il sostantivo indica che concetti, esperienze, dichiarazioni e documentazioni sono entrati nel patrimonio della conoscenza individuale incidendo nel profondo del proprio io.

E’ questo il valore della consapevolezza: restare nelle corde del proprio sapere e iniziare a muovere la libertà personale.

La consapevolezza è necessaria per avviare azioni. Non basta conoscere un fenomeno per decidere di fare qualche cosa, occorre che quella conoscenza sia penetrata al tal punto da far parte del DNA del proprio io personale, smuovendo la libertà, l’attenzione e il fare.

E’ questo che è accaduto per molti, anche se non per tutti!
La consapevolezza si scontra con un’altra parola molto complessa: sacrificio.
Essa muove la libertà individuale a fare qualcosa ma tale movimento ha dei costi anche imponenti. Costi sociali, costi dettati proprio da innovazione, cambiamento e sviluppo.

Le montagne di miliardi che sono state annunciate dovrebbero rendere i sacrifici meno gravosi.
Così come il PNRR in Italia dovrebbe intervenire nella trasformazione e nell’ammodernamento del nostro paese per migliorarlo e ciascuno dovrebbe beneficiare di questa transizione in modo libero e senza pesi economici.
Non è così!

La consapevolezza oltre ad indicare degli obiettivi sembra adombrare i sacrifici che comporta. Per tutti. Dalle imprese alle persone.

Già oggi, in contemporanea con la Conferenza, vediamo l’esplosione dei prezzi, eppure non è iniziata alcuna nuova iniziativa di salvaguardia del pianeta. Improvvisamente tutto il mercato si è accorto che le risorse di base mancano. (Solo 6 mesi fa il tema non era all’odg – c’è da riflettere sulla coincidenza temporale)

Oggi i più poveri vanno verso un sacrificio insostenibile. Il compito sociale della politica e dell’economia deve misurare cosa e come cambiare per salvare il pianeta.

Alla parola Consapevolezza e Sacrificio va posta insieme anche alla parola inclusione.
Lo sviluppo sostenibile è fatto per incrementare la vita e per non lasciare indietro nessuno.
Un esercizio difficile. Anche di questo occorre consapevolezza.

Bruno Calchera
Direttore Responsabile

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