Il punto del Direttore

 

 

 

E’ accaduto il 3 Giugno 2022, circa alle 20.
La domanda che ci si pone è questa: la donna si è legata alla rete del campo di tennis, per protestare a favore dell’ambiente, cosa sperava di aver ottenuto? Una maggiore sensibilità al tema? Una attenzione per sé stessa paragonabile a Greta Thumberg? Cosa avranno pensato gli spettatori presenti e le migliaia di persone collegate in TV nel mondo?

E’ facile immaginarlo: è stata una rottura di scatole. Sospensione della partita  per quasi 20 minuti. Improperi dalla folla. L’ambientalismo ha fatto un passo in più? Proteste del genere servono all’ambientalismo?
Anche questa è una domanda con una risposta facile: non servono!

In questo clima sociale dove la vita delle persone deve pagare conti importanti per sopravvivere è ben difficile che la protesta ambientalista raggiunga l’esito sperato attraverso assalti di natura trasgressiva.
Come coniugare la sostenibilità e anche ambiente con l’attuale situazione sociale ed economica?

In quale modo possono resistere le riforme avviate dal PNRR – che molti chiedono di sospendere in certi casi ed anzi di aprire un PNRR 2 – e sostenere una economia “di guerra” che sta collassando le imprese che rischiano di fallire con costi crescenti per le Famiglie?
La Guerra, dopo il COVID, porta sacrifici che solo un sistema di forti valori comuni può sopportare.

Sfogliando le pagine dei giornali e guardando la TV spesse volte si impatta in iniziative, in programmi, eventi che mostrano un avanzare della consapevolezza collettiva sul tema ambientale e sulla sostenibilità.
Vi sono cambiamenti – come quelli legati all’energia – che richiedono investimenti ben orientati, certamente necessari, per rendere l’aria più respirabile e ridurre la CO2. E con l’energia si sommano altre necessità di trasformazioni ora rese più difficili per l’assenza di materiali.

Per non cadere nel banale e trasformare la rivoluzione della CSR attraverso regole moralistiche della buona educazione – ci sono ancora quelli che intendono introdurre nella scuola i temi più forti della sostenibilità, la Suola italiana sembra non essere attrezzata a distribuire contenuti nuovi al pari di altri. Qui non si tratta di memorizzare qualcosa ma di essere sensibili a comportamenti, a una disciplina personale di relazione con cose e persone.
Coloro che sono fissati con le delle regole comportamentali ci sono sempre stati: mai si accorgono del loro insuccesso. Regole e sanzioni non cambiano una cultura. “Insegnare dalla cattedra” la buona educazione non è mai servito.

Il cuore dell’educazione è la testimonianza.
E’ la provocazione di una persona che suscita una attrazione per azioni lodevoli. Ne mostra la convenienza, per sé stessa e per tutti. Suscita un desiderio che può essere condiviso.
Da qui passano i contenuti di una esperienza condivisibile anche sulla sostenibilità in qualunque accezione se ne parli.

La signorina al Roland Garros voleva richiamare un problema che esiste, con la sua testimonianza, ma ha rotto le scatole e ha rimediato un passaggio TV e una visibilità che forse era il suo vero scopo. Testimonianza e trasgressione insieme non funzionano.

Anche i discorsi che includono la parola Sostenibilità spesso sono di pura facciata. Si fanno per essere moderni ed interpretare il pensiero dominante. Un uso della parola di moda per essere tra coloro che si ritengono importanti usando un linguaggio di moda.

Da anni CSRoggi attraverso i suoi prodotti informativi cerca di testimoniare le grandi iniziative dei protagonisti della Sostenibilità che raccontano la loro storia, i programmi e i passi del loro cammino.
Il cuore della Comunicazione è il Racconto dei fatti, dei processi, e di iniziative tese verso lo Sviluppo Sostenibile.
Lo sviluppo e la crescita della Reputazione di una impresa, di una persona hanno bisogno di fatti.

La Reputazione è la parola chiave che misura la qualità di chi fa impresa e vuole crescere.
Essa la si costruisce nel tempo attraverso azioni e trasparenza. La Reputazione è fragile ma le esperienze piccole e grandi la rinforzano; non ha bisogno di azioni trasgressive.
Ha la necessità della calma che suscita riflessione. Si abbevera nell’etica del fare e se fa errori non ha timore di ammetterlo…

Anche l’ambientalismo necessita di fatti positivi che invitino alla emulazione.
L’ambientalismo dei fatti, delle conquiste, delle riforme, delle aperture di nuove vie per migliorare la vita di tutti. La trasgressione non appartiene a ciò che costruisce ma a ciò che distrugge.

Infine una grande regola: se qualcuno decide di dividere i buoni dai cattivi, all’inizio pare avere seguito, alla lunga le sue ragioni perdono mordente senza la presenza di azioni positive, tese anche a coloro che manifestavano ostilità, che mostrano un cambiamento reale che alla fine convince tutti della sua bontà.

Bruno Calchera
Direttore Responsabile

 

 

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