Il punto di Bruno Calchera

 

 

 

Intorno a questa parola gira tutto lo sviluppo del Progresso Sostenibile nelle sue forme più diverse. Le ragioni pescano nel profondo della riflessione sul percorso dello sviluppo “Rilevanti tendenze del mondo stanno infatti forzando cambiamenti radicali nei modelli di business. La sostenibilità è una estensione naturale di altri cambiamenti organizzativi. A ciò si aggiunge la consapevolezza della natura tossica di ecosistemi negativi rilevanti sulla salute. Quando una azienda decide di adottare un approccio strategico è necessario un forte coinvolgimento interno di tutte le direzioni aziendali. (…) E’ necessario un mutamento di governance e di gestione interna che siano funzionali a questo processo.”  (tratto da “Sostenibilità e valore ESG” – autori vari – pagg.288,289 – 309– Maggioli editore).
Il che significa che la conoscenza possa diventare diffusa il più possibile, cioè generi una maggiore consapevolezza.

1. La consapevolezza si accende unicamente davanti fattori legati allo Sviluppo, all’introduzione di Innovazioni, al tema che incombe sempre: la Responsabilità.
Come allora definire la Consapevolezza?
La consapevolezza è una capacità di conoscere sé stessi e un impegno ad approfondire la comprensione del proprio mondo intorno ed esterno a noi.
Un’altra definizione più aperta recita: con il termine consapevolezza si intende la capacità di essere a conoscenza di ciò che viene percepito e delle proprie risposte comportamentali.
E’ davvero una parola importante: pensiamo al Reporting periodico, ai processi di cambiamento, alle misure legate al PNRR, o all’impegno delle PMI per l’introduzione nel tempo del loro impegno informativo.

La decisione si prende certi di essere consapevoli, cioè responsabili.

2.Vi sono tante conseguenze, che emergono dalla consapevolezza: più la si approfondisce, più diventa chiaro il senso, la ragione del fare, del cambiare e del tempo. Soprattutto si fa chiaro lo scopo. Si capisce il cuore della Responsabilità personale.
Un altro esercizio che suggerisce la Consapevolezza è la ricerca: certi di alcune cose, fatta l’analisi, è nella logica porre domande del tipo:

– Queste conclusioni sono certe? Perché?
– Dove trovare avalli scientifici o esperienziali alla decisione che devo prendere?
– Come utilizzare al meglio i consulenti: danno suggerimenti scontati, hanno esaminato a fondo il mio problema?

Recentemente ci siamo occupati della Sostenibilità Sociale e come molti altri, abbiamo constatato quanti significati porta con sé. Solo un approfondimento della consapevolezza ha la capacità di delineare pregi e difetti dei propri interventi. Il sociale è orizzontale, tocca tutti i punti dell’umano vivere. Le scelte che vengono realizzate di conseguenza sono parziali. Ci si occupa di un territorio e di certe fasce di fragilità umana, ma non è detto che vi sia una vera consapevolezza del tema della crescita economica e dignitosa dei propri dipendenti.
Il voler ridurre le disuguaglianze o provvedere alla parità di Genere con una Certificazione è cosa buona, questo non basta.

Il passo della Consapevolezza è l’autocoscienza della realtà.

3. Sapere i limiti delle proprie azioni e conoscere i passi possibili per una strada sempre più piena di conoscenza.
Il Report di sostenibilità secondo la redazione di Nomisma “è un documento che comunica con trasparenza e obiettività gli impegni presi ed i risultati ottenuti nell’ambito della Responsabilità d’impresa. Si rivolge a stakeholder e misura l’efficienza aziendale dal punto di vista economico, ambientale, e sociale ovvero l’impatto reale dell’impresa sul territorio e sulla comunità (“Manuale di Reporting e Sostenibilità” di Stefano Scarcella Prandstraller, pagg. 65,66. Ed. McGraw Hill)
E’ buon costume esaminare attentamente la comunicazione e valutare la sua verità e la sua completezza. Se l’obiettivo è la conoscenza e la nascita di consapevolezze positive allora vanno segnalati i limiti del Report, ciò che non si è raggiunto, e segnalare i passi che si faranno.
Chi legge infatti cerca consapevolezza di cosa è accaduto in quella azienda, forse non tutto è stato portato avanti nel processo di rendicontazione, non tutto chiarisce le grandi ragioni che animano l’impresa.

E’ la ragione per cui la Comunicazione non può reggere da sola i contenuti di un Reporting di Sostenibilità. Occorrono altre professioni interne alla azienda ed esterne. Occorre quel sano lavoro di coesione e di ascolto operoso su ciò che risulta essere davvero importante.
Ci sono mezzi di comunicazione che spesso non sono presi in esame per rafforzare i contenuti del Reporting: come intervengono le Direzioni dedicate alle risorse umane, quelle dedicate all’amministrazione, ecc… Il Reporting tocca tutti e ciascuno nel suo operare ha a che fare con questo strumento informativo.
Non solo Ufficio Stampa e Comunicazione!

I media ci offrono oggi più consapevolezza del passato? Non sempre è vero!
Ne sappiamo di più? Forse, ma siamo più attaccati a certi media, quelli che cui dipendiamo, per informarci sulle notizie che riteniamo, a priori, attendibili.
A volte sono più interessanti dati e notizie che provengono dalle Direzioni di una azienda: l’imbuto creato per “controllare” la Comunicazione, davanti al Reporting aziendale, ha poco da spartire.

Per completare l’articolo si può leggere “ECONOMIA DELLA COSAPEVOLEZZA Coscienza, Interdipendenza Sostenibilità”, edizioni Marcos Y Marcos – 2020, di Niccolò BRANCA, Presidente e AD della Holding del Gruppo Branca International, che fra l’altro sottolinea: «Motivazione, Coinvolgimento, Interdipendenza: tre parole chiave che trovano nella Consapevolezza una radice fondamentale, un motore solido che genera efficacia, benessere e un equo profitto».

 

 

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