A cura di Andrea Ballocchi
L’evoluzione dell’emobility è reale, non solo nel comparto auto. Un’evoluzione, malgrado i tentennamenti dell’UE al proposito di bando delle vendite delle auto endotermiche dal 2035. Secondo alcune indiscrezioni, si starebbe valutando la possibilità di consentire anche alle auto ibride plug in di restare sul mercato dopo il 2035. Negli Stati Uniti, la posizione avversa del presidente Trump, messa in chiaro il giorno stesso dell’insediamento (con comunicazione ufficiale della Casa Bianca), non lascia presagire nulla di buono. In Cina, il più grande mercato automobilistico del mondo, quest’anno è destinato a registrare un rallentamento delle vendite.
Tuttavia, i segnali di crescita sono reali: le vendite, a gennaio, malgrado non siano paragonabili a dicembre 2024 – mese record – il mercato globale è cresciuto del 18% rispetto a gennaio 2024. Inoltre, quando si parla di emobility bisogna considerare la totalità delle soluzioni di trasporto. Prendiamo in considerazione i bus elettrici, per esempio: nel 2024 hanno registrato un aumento rilevante; si aggiungano, inoltre, le e-bike, che stanno crescendo sensibilmente, e le cargo bike, che in alcuni Paesi sono ormai un’alternativa diffusa per il trasporto merci dell’ultimo miglio, fondamentale per le necessità delle città.
Mercato auto, primo elemento da considerare nell’evoluzione dell’emobility
Un primo aspetto considerevole, a proposito di evoluzione dell’emobility, l’ha fornito Matteo Gizzi, responsabile Market Intelligence di Motus-E. Lo ha fatto partendo da una prospettiva globale e dai numeri record registrati nel 2024 e a gennaio 2025. Quest’ultimo mese, in particolare, ha mostrato numeri di grande interesse per l’Italia con un +126,2% in termini di immatricolazioni auto.
L’elemento auto, per quanto importante, è una tessera del mosaico: «vanno considerate le batterie, le infrastrutture e tutta la supply chain, compresa la componentistica e gli utenti finali».
A proposito di batterie, Gizzi ha messo in evidenza le tendenze in atto anche per quanto riguarda le chimiche e i trend in evidenza, compreso il V2G. Inoltre, ha affrontato il tema delle infrastrutture di ricarica, un tema caldo, anche per le questioni aperte (PNRR e AFIR su tutte), richiedendo la necessità di una cabina di regia per coordinare obiettivi e investimenti, anche considerando gli obiettivi «sfidanti» del Piano Nazionale integrato Energia e Clima. «Al 2035, stimiamo 9-10 Mln di “passenger car”, sotto i target PNIEC», ha aggiunto.
Il 2025 in corso si preannuncia d’importanza cruciale, per l’Italia, «un anno di crescita, ma non un anno chiave. Il 2025 assorbirà le politiche che verranno messe in campo da marzo in poi», specie l’Automotive industry Action Plan, atteso a marzo. «Prevedo che il momento della svolta avverrà nel 2026, con politiche a lungo periodo, decise e attuate – speriamo – il prima possibile».
Infrastrutture di ricarica
Una componente essenziale della mobilità elettrica è costituita dalle infrastrutture di ricarica. Omar Imberti, coordinatore Gruppo E-mobility di ANIE, ha fornito qualche dato utile. Innanzitutto, ha messo in evidenza l’incremento dei punti di ricarica privati, passati da 4mila installazioni del 2018 a 74mila nel 2024 (dal 2021 al 2023 l’effetto Superbonus ha fatto lievitare i numeri).
Quanto a punti di ricarica pubblici, l’Italia nel contesto europeo, contribuisce col 7-8% del totale, pur contando su una percentuale decisamente più esigua per quota di veicoli elettrici.
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(10 marzo 2025)
(Foto di Markus Distelrath da Pixabay)