Le CER sono una grande novità ma vanno viste come il dito che indica la luna. La luna è il nuovo mercato elettrico fatto di nuovi attori, tra cui le CER. Nuovi attori sono proprio i consumatori che si evolvono in clienti attivi e si aggregano in CER.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) rappresentano senza dubbio la principale novità nel settore energy degli ultimi anni, o comunque la più discussa. In Italia si parla di CER dal 2019, da quando il Decreto 162/2019 ha definito e avviato la prima fase sperimentale. Oggi, a cinque anni di distanza, la fase sperimentale è stata ormai superata, il quadro normativo e regolatorio è stato definito e sono già operativi i portali GSE per accreditare le CER e le altre forme di autoconsumo diffuso.
Aggregare produttori e consumatori di energia Le CER sono sicuramente uno strumento innovativo in grado di aggregare produttori e consumatori di energia che si trovano sotto la stessa cabina primaria. Tale aggregazione avviene con un fine ben preciso: accedere a un incentivo di circa 100€/MWh che viene erogato quando si verifica contemporaneità di produzione e consumo tra i membri della CER e contribuendo così allo sviluppo di produzione rinnovabile.
È tuttavia riduttivo se non fuorviante limitarsi a considerare le CER solo con riferimento al mero incentivo economico. Le CER si collocano infatti in un quadro più ampio di riforma del mercato elettrico.
Proprio come un quadro per essere apprezzato va visto alla giusta distanza così anche le CER vanno osservate nel contesto più ampio tracciato dalle Direttive Europee e del recente Market Design.
La chiave di lettura delle CER si coglie proprio nella Direttiva che ha introdotto la definizione di Comunità energetica rinnovabile, la Direttiva “RED II” (UE) 2018/2001 che, nel definire le proprie finalità, indica “…integrare le fonti rinnovabili nel sistema energetico, aumentare la flessibilità del sistema energetico, mantenere la stabilità della rete”. Emerge da un lato l’esigenza di incrementare la produzione da fonti rinnovabili fissando obiettivi ambiziosi agli Stati membri e dall’altro, vista la natura non programmabile di queste fonti, il rischio di compromettere la stabilità della rete e quindi l’esigenza di maggiore flessibilità della rete.
Un nuovo soggetto nella filiera elettrica Per far fronte a tale rischio si traccia un nuovo mercato elettrico caratterizzato da una sempre maggiore interazione tra i diversi soggetti della filiera. All’inizio della liberalizzazione del mercato elettrico la filiera poteva essere rappresentata con una freccia unidirezionale che dalla produzione arrivava al consumatore passando dal trader, dal grossista, dal trasportatore, dal distributore e dal venditore. Oggi abbiamo una molteplicità di linee che connettono ad esempio il consumatore direttamente con il produttore grazie ai format PPA, il venditore con il distributore o il distributore con il cliente grazie al TIDE o ai servizi sperimentali di servizi ancillari locali.
In questo contesto si comprende quindi come le CER rappresentano un nuovo soggetto nella filiera elettrica chiamato a operare in questo nuovo mercato. Le CER, infatti, sono un insieme di produttori e consumatori che si aggregano per orientare i propri consumi in contemporaneità alle produzioni in loco e svilupperanno sempre maggiori capacità e competenze in tal senso. Lo fanno sicuramente mossi da un incentivo ma questo incentivo non va visto come fine ultimo.
Conoscere e governare i propri consumi Le CER sono una grande novità ma vanno viste come il dito che indica la luna. La luna è il nuovo mercato elettrico fatto di nuovi attori, tra cui le CER. Nuovi attori sono proprio i consumatori che si evolvono in clienti attivi e si aggregano in CER: non si limitano a consumare – consumer – ma si evolvono in prosumer in grado di conoscere e governare i propri consumi, la propria capacità di produzione e di stoccaggio in funzione delle esigenze della rete.
Non a caso nel recepire le Direttive Europee il D.lgs. n.199 2021 all’art.31.1 f) indica un ampio potenziale tra le attività delle CER: “la comunità può produrre altre forme di energia da fonti rinnovabili finalizzate all’utilizzo da parte dei membri, può promuovere interventi integrati di domotica, interventi di efficienza energetica, nonché offrire servizi di ricarica dei veicoli elettrici ai propri membri e assumere il ruolo di società di vendita al dettaglio e può offrire servizi ancillari e di flessibilità”.
Si comprende quindi come le CER di oggi sono solo l’embrione di un nuovo soggetto che sarà chiamato a ruolo fondamentale nel nuovo mercato elettrico. Un orizzonte e un potenziale ben più ampio rispetto agli obiettivi su cui oggi molte CER stanno nascendo e che probabilmente si comprenderà nel tempo con il progressivo recepimento delle Direttive Europee.
di Guido D’Auria
Esperto di diritto dell’energia
( da CSRoggi Magazine – n.3 – Anno 9 – Giugno/Luglio 2024; pag. 52 )
(foto: ©shutterstock)