Abbiamo chiamato la nostra esperienza editoriale con il nome di CSRoggi!
E’ sempre stata nostra intenzione raccontare i passi della Responsabilità Sociale come avvenivano nel tempo, per documentare sia i passi della Agenda 2030 sia una mentalità che si stava affermando sempre più nel nostro paese.
Sdoganata la parola sostenibilità ora la troviamo in ogni spunto di comunicazione.
Di questo ne siamo lieti.
Solo 6 anni fa non se ne parlava se non tra specialisti, che poi erano quelle figure professionali che da molti anni, se non decenni, avevano seguito il percorso della CSR attraverso diverse tappe che nel tempo avevano mostrato concretezza e grande lungimiranza.
Oggi, nel tempo Covid 10, nel periodo più drammatico che il mondo vive per la presenza di un virus ancora poco conosciuto, la parola Sostenibilità si è arricchita di nuovi contenuti, per riavviare il cambiamento, per accelerare le innovazioni.
Molti sono giunti a pensare che questa pandemia, proprio per la sua pervicace natura di condizionamento della vita, rappresenta la grande occasione riformare la vita delle persone e delle imprese.
I green bond, o i social bond, hanno dimostrato una migliore capacità di resistenza davanti alle problematiche finanziarie, i processi di sanificazione ambientale, lo smart working, la cura degli ambienti, una igiene diffusa anche nelle fabbriche, hanno suscitato anche pensieri tesi a riorganizzare il sistema paese, la vita sociale ed aziendale e predisporre ciascuno alla introduzione di nuove tecnologie, nuovi processi di digitalizzazione, di gestione dei prodotti, delle risorse umane, della mobilità, persino della stessa forma di processo educativo.
Ora non si parla più di Business, ma di Social Business.
I provvedimenti del governo, quasi sempre incentrati sull’assistenzialismo, hanno rivelato una pochezza fin drammatica, non riuscendo concretamente ad incidere sul degrado economico intervenuto.
Risorse notevoli annunciate ma prive della dovuta concretezza.
Lo Stato libero costituzionalmente, col tempo ha annerito la sua figura, facendo prevalere il controllo e la sfiducia nella persona per un principio malsano: la persona sbaglia se non è guidata.
Lo Stato guida può imporre tutto, anche la Sostenibilità.
Quest’ultima infatti è tra i grandi argomenti in discussione ora che si deve migliorare la vita di tutti e di tutto.
La sanificazione ambientale, non è un argomento legato al Covid-10, ma una precauzione da avere sempre. Sanificare aerei, treni, ambienti è sostenibilità. E’ una esigenza per migliorare la vita dell’uomo.
L’Agenda Onu è stata un utile strumento di verifica ex ante ed ex post: guardiamo il Goal 3 (garantire la vita sana) che si consolida ancor di più con i Goal 6 (sanificazione delle acque), 9 ( innovazione industriale); 11 (città e comunità sostenibili); 12 (consumi e produzioni sostenibili); 13 (agire per il clima); 17 (rafforzare le partnership globali).
Il virus ha fatto paura. Una paura più grande che la visione del degrado del pianeta.
La paura muove la libertà. La paura attraverso sani ragionamenti e verifiche stringenti accelera il passo della libertà. Impone immediate azioni di difesa. Accende la creatività. Definisce obiettivi da raggiungere. Ricerca i modi migliori per raggiungere la tranquillità.
Il nesso della paura ORA e della distruzione del pianeta IN UN PROSSIMO FUTURO non è misurabile in termini di consapevolezza. Rimanendo sempre al presente, senza una visione del cammino si superano con ansia problemi, si lascia però alla idea del “CHISSA’ QUANDO!” ogni visione per salvaguardare la vita.
Il percorso della Sostenibilità invoca ORA attenzione, programmazione, analisi e soluzioni, innovazioni e grandi cambiamenti.
E’ un fatto innanzi tutto culturale: non se ne parlerà mai abbastanza.
Le vecchie generazioni sono state insensibili a tutto ciò: il fenomeno Greta e tante iniziative pubbliche e private, le trasformazioni aziendali, sono i passaggi che mostrano l’aprirsi di un nuovo paradigma teso allo sviluppo sostenibile.
Anche per CSRoggi si rinnova il compito.
Dare più informazioni. Intervenire per raccontare le buone prassi, le vie nuove che alcuni hanno intrapreso. Non riducendo il proprio operare ad una ristretta cerchia di pochi.
Crediamo nella diffusione della conoscenza, nella grande divulgazione delle esperienze.
Non è per nulla interessante una autoreferenzialità di protagonisti: quelli soliti che si chiudono in circoli di autocompiacimento.
L’editoria libera ha il compito di essere franca e aperta ai contributi di coloro che fanno opere sostenibili, e di molti che chiedono l’aiuto per operare il cambiamento.
A questi daremo sempre voce!
Bruno Calchera
Direttore Responsabile