di Lupa Solitario

Il problema è che non c’è il riscontro. Quante volte con il nostro parlare, condividere, agire, abbiamo senza saperlo influito positivamente o negativamente sul destino di altre persone, di situazioni o di oggetti a noi più o meno cari.

Una nostra semplice riflessione, chissà mai, può avere salvato la vita di qualcuno: «Io non lo farei…» «Cerca di stare attento.» «Meglio non guidare se sei stanca.». Parole come altre, buttate lì, che magari hanno destato qualcosa nella mente di chi ci ha ascoltato e, anche molto tempo dopo, hanno influito sul suo agire, magari anche senza che se ne sia reso conto.

Oppure, oltre alle parole, quante nostre azioni hanno cambiato la sorte di altre persone, parenti, amiche o conoscenti. L’essersi trovati in un determinato posto e in un determinato tempo, l’avere evitato situazioni che poi si sono rivelate pericolose per sé e per gli altri, l’avere preso decisioni che si sono rivelate, alla fine, positive per tutti.

Quante volte, insomma, abbiamo agito bene, abbiamo condizionato in positivo la nostra e l’altrui esistenza, senza potere avere però la certezza di averlo fatto. Sì, perché questo è il punto: quando un evento negativo non si verifica, non si può sapere se, senza il nostro occasionale intervento, si sarebbe invece verificato.

Questo è il problema, per tornare al nostro inizio del discorso: manca il riscontro. Se potessimo conoscere tutte le conseguenze di ogni nostra azione potremmo dire “Grazie a me, questo è accaduto” oppure “grazie a me, non è accaduto”, a seconda dei casi. E allora potremmo difenderci dall’accusa di essere Cassandre, di essere degli allarmisti, di essere persone che seminano terrore o dubbi, nel migliore dei casi per ignoranza, nel peggiore per proprio interesse.

E perciò tra qualche anno, qualche decennio, qualcuno potrà dire: «Bravi quelli di inizio secolo, che si sono preoccupati e grazie a loro si è potuti intervenire sulle cause del cambiamento climatico evitando danni devastanti in tutto il pianeta». Oppure, al contrario, qualcuno potrà dire: «Maledetti i nostri nonni, che hanno pensato solo a se stessi e non hanno fatto niente per frenare quella deriva climatica che era già evidente ai loro tempi». Ma la domanda che sarà posta dalle persone più reticenti sarà: siete davvero convinti che le azioni dei nostri avi abbiano influito sulla situazione che avete oggi ereditato, nel bene o nel male?

L’energia alternativa, la riduzione della CO2, le auto elettriche, la pulizia dei mari, il riciclo, la raccolta differenziata. tutte belle idee che oggi possiamo mettere in campo per regalare un futuro migliore ai nostri nipoti. Ma sarà davvero così? Potranno veramente, anche poste in campo tutte insieme, influire sui destini della terra e dei suoi abitanti? O predomineranno altri fattori, indipendenti dal volere degli uomini?

Sarebbe bello dare una risposta certa a queste domande, ma il punto è sempre quello: difficile farlo, il problema è che non c’è il riscontro. Non lo riusciamo a immaginare noi oggi né lo potranno individuare con certezza loro, i nostri successori, tra qualche decennio. (E questo, purtroppo, bene lo sanno tutti quelli che, per vari motivi, oggi hanno interesse a che le azioni green e sostenibili non vengano messe in campo. Sono gli stessi che, se le cose dovessero andare male, diranno che tanto non si poteva fare niente, che la natura ha fatto il suo corso, incurante del volere umano).

(2 ottobre 2024)

( da CSRoggi Magazine – n.4 – Anno 9 – Settembre/Ottobre 2024; pag.51 )

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