Avete mai sentito la frase di Kennedy “Il momento giusto per riparare il tetto è quando splende il sole”?
Ho sempre pensato di poter lasciare un’azienda “solo quando splende il sole”, ovvero quando si è imparato molto, si è cresciuti altrettanto e, soprattutto, quando si sente di aver restituito agli altri molto di più, lasciato un segno positivo e rilevante, quando si è consapevoli di aver costruito relazioni preziose e alzato l’asticella per quanto ci è possibile.
Possono essere necessari cinque anni, dieci, o anche di più, a seconda delle dimensioni e della complessità dell’azienda, a seconda del ruolo e persino della nostra personalità.
Mi ci sono voluti undici anni per lasciare Microsoft: è stata una decisione difficile poiché ho amato l’azienda, la sua missione, la visione dietro ogni prodotto e servizio e lo straordinario modo con cui ha completamente rivoluzionato la sua cultura nell’arco degli ultimi cinque anni, per render l’organizzazione più agile, aperta e vicina alle vere esigenze delle persone.
Ma era tempo di far questo salto: il sole era alto nel cielo!
È così che sono entrata a far parte del gruppo Johnson & Johnson tre mesi fa e più precisamente in Janssen, la sua divisione farmaceutica, che impiega 1.260 persone ed è presente nel nostro Paese dal 1975 nelle due sedi di Cologno Monzese e di Latina, dove sorge il sito produttivo, uno tra i più moderni e innovativi del mondo. Janssen concentra la propria attività in sei aree terapeutiche chiave per la salute globale: neuroscienze, infettivologia, onco-ematologia, immunologia, ipertensione polmonare, malattie cardiovascolari e metaboliche e l’impegno sul fronte dell’innovazione contraddistingue l’azienda fin dalle origini, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha incluso 13 molecole frutto della ricerca Janssen nella lista dei “farmaci essenziali per l’umanità”.
Sono passata quindi dall’azienda numero 1 nel settore della tecnologia, alla più grande e più ampia azienda della sanità al mondo. Dalla mission di Microsoft, che consiste nel “permettere ad ogni persona e a ogni organizzazione in qualsiasi parte del globo di ottenere di più dalle proprie attività”, a quella di Janssen e di tutto il gruppo J&J di “lavorare ogni giorno per un futuro in cui la malattia sia appannaggio del passato”.
Quanto fa bene il cambiamento, attiva le sinapsi, ci rende più flessibili, ci apre la mente!
Certo, non è mai facile: il cambiamento implica impegno e consapevolezza, richiede pazienza e un po’ di coraggio, ma è come se accelerassimo la conoscenza di noi stessi e scoprissimo capacità e doti inaspettate, grazie al confronto con persone e ambienti diversi e in relazione all’affrontare le sfide nuove che via via ci si presentano davanti, mentre si continua a imparare ogni giorno.
Vi auguro un 2020 di cambiamenti cercati e ottenuti: piccoli o grandi che siano, sono sempre importanti e ci fanno diventare persone migliori.
di Chiara Ronchetti
direttore Comunicazione e Public Affairs di Janssen Italia