«Non dobbiamo attirare le persone pensando al “qui e ora” – sottolinea Katja Gallinella, Head of Talent Acquisition Italy, Spain & Branches di Hitachi Rail – ma bisogna risalire nel percorso di formazione, dialogare con studenti e studentesse che dovranno occupare un ruolo in azienda che si deve sviluppare nell’ordine di alcuni anni.
Questo significa anche instaurare un rapporto stretto con il mondo scolastico e con quello universitario, è importante decidere insieme i piani formativi in modo che siano adatti alle sfide che dovranno essere affrontate tra 5 anni».

(leggi l’articolo di Luca Palestra qui sotto, oppure da CSRoggi Magazine – n.1 – Anno 10 – Gennaio/Febbraio 2025; pag. 24)

Luca Palestra

 Hitachi Rail è stata di recente nominata tra le 100 aziende più attrattive in Italia da Joinrs, la piattaforma dedicata ai neolaureati e ai profili Junior che appartengono alla GenZ, la cosiddetta “Generazione Z”. Un riconoscimento ricevuto a seguito del fatto che sulla piattaforma Hitachi Rail è stata inserita nella TOP 100 in quanto valutata dagli oltre un milione di utenti della piattaforma tra le più attraenti su oltre 1.500 aziende presenti.

Un risultato che sembra confermare l’impegno di Hitachi Rail nel promuovere un dialogo genuino e attività di valore per attrarre e coinvolgere i talenti del futuro, iniziative che ricadono sotto la cultura e la missione aziendale dedicata alla Responsabilità Sociale di Impresa (o anche CSR). A che cosa è dovuto questo successo? Ne parliamo con Katja Gallinella, Head of Talent Acquisition Italy, Spain & Branches di Hitachi Rail.

Dottoressa Gallinella, immagino che non sia stata una sorpresa, per voi: siete consapevoli di quale sia il vostro impegno in questo senso…
«Siamo molto attenti al discorso della Talent Acquisition, perché è anche da questa che dipendono il presente e il futuro della nostra azienda. E un momento storico particolare, da questo punto di vista, perché le aziende, anche quelle con maggiori disponibilità, non hanno più “il coltello dalla parte del manico”. Nei tempi passati l’apertura di una posizione comportava l’arrivo di migliaia di candidati disposti a prendersi il lavoro indipendentemente dalle condizioni offerte. Oggi non è più così, le competenze noi ce le dobbiamo andare a cercare, tutto va così veloce che dobbiamo essere bravi a leggere quelle che sono le esigenze del presente ma anche facendo una valutazione proiettata nel futuro. Abbiamo a che fare con nuove tecnologie, intelligenza artificiale, machine learning… e con tutti i cambiamenti repentini che queste comportano, per cui non siamo nemmeno sicuri che sia sufficiente una valutazione sulle sole competenze».

Come si risolve questa situazione? Come selezionate dunque le persone destinate a far parte della forza lavoro – in tutte le sue diramazioni – della vostra azienda?
«In accordo con i colleghi che si occupano più direttamente del business, abbiamo capito che non dobbiamo attirare le persone pensando al “qui e ora”, ma bisogna risalire nel percorso di formazione, dialogare con studenti e studentesse che dovranno occupare un ruolo in azienda che si deve sviluppare nell’ordine di alcuni anni. Questo significa anche instaurare un rapporto stretto con il mondo scolastico e con quello universitario, è importante decidere insieme i piani formativi in modo tale che non vadano bene per oggi ma che siano adatti alle sfide che dovranno essere affrontate tra 5 anni. Si tratta dunque di lavorare sulle competenze, anche su quelle tecniche per il lungo periodo, attività non certo facile, anche perché al contempo bisogna anche pensare al presente».

Quanto aiuta, da questo punto di vista, il fare parte di un Gruppo industriale, Hitachi, che nel mondo conta circa 350mila dipendenti?
«È molto importante. Perché il nostro lavoro trova percorso in un contesto basato su forti valori. Armonia, sincerità e spirito pioneristico sono le regole valoriali del Gruppo Hitachi inteso nella sua interezza, che tutti osservano e che sono la nostra guida quotidiana, in tutto quello che facciamo. E ci aggiungiamo quanto ci caratterizza come datore di lavoro. Questi sono i pilastri su cui si sviluppa la nostra Employee Value Proposition (EVP), cioè della nostra strategia di recruiting, che costituiscono le basi delle nostre comunicazioni e le interfacce con l’esterno (stakeholders, istituzioni e candidati ecc.) e si basano su: innovazione, sostenibilità e business globale con una natura multiculturale».

Quali sono, per essere più precisi i motori trainanti della vostra EVP?
«Ciò che sostiene la nostra EVP, sotto la guida e l’impulso del nostro Digital Value Engine sono gli obiettivi che la nostra azienda ha da sempre come punti d’arrivo: diventare innovatori del cambiamento climatico nella mobilità; essere leader di infrastrutture di trasporto sostenibili e globali; coltivare partnership e investire nelle comunità che serviamo».

Ci vuole descrivere alcune delle iniziative messe da voi in campo in ambito di talent attraction?
«La nostra strategia di Talent Attraction ritrova la sua principale e fondamentale ricaduta proprio in una serie di iniziative, promosse e ideate dal team TA di Hitachi Rail, volte ad ampliare ed estendere il nostro network e pipeline da cui attingere e trarre reciproco beneficio. Rientrano in tale intento la recente collaborazione, appunto, con Joinrs, il costante consolidamento dei legami con i principali Atenei con i quali collaboriamo – ne è un esempio emblematico la firma dell’accordo Quadro con la Federico II di Napoli -, la recentissima sottoscrizione dell’accordo con l’ITS-Accademia della Marina Mercantile di Genova e tanto altro, tra cui l’essere tra i fondatori dell’ITS TECMOS di Napoli e dell’ITS Prime, sul territorio toscano».

La vostra ricerca è dunque rivolta al mondo della formazione a 360°…
«Nelle scuole superiori entriamo attraverso un dialogo che instauriamo con il territorio. Il nostro intento è quello di far conoscere che cosa serve all’azienda e lavorare con le entità territoriali – enti amministrativi ed enti di gestione delle scuole -, collaborando al fine di costruire insieme le figure occorrenti. Come? Per esempio, come visto prima, attraverso una collaborazione con gli ITS, gli Istituti tecnologici superiori voluti da Confindustria, che prevedono mille ore di teoria e mille ore di pratica. Ecco, attraverso queste mille ore di pratica possiamo già portare queste persone all’interno dell’azienda, far respirare loro l’aria della fabbrica, dei laboratori, degli uffici, fornendo a questi giovani, oltre alla conoscenza, anche l’esperienza. Lo stesso vale per l’ambito universitario, sia con i percorsi di laurea sia per i percorsi magistrali o per i percorsi, diciamo così, di PhD. Pensiamo che si instauri un doppio vantaggio: per noi, che possiamo arricchirci e portare all’interno della nostra azienda le loro conoscenze innovative, per l’università che ha la possibilità di portare la fabbrica e i sui specifici meccanismi all’interno dei piani di studio. In definitiva, quella che mettiamo in campo è un’osmosi con i territori in cui noi operiamo, basata su concetti base e per noi indispensabili come il work life balance e la sostenibilità ambientale, sì, ma anche sociale».

In questo mostrate anche una particolare attenzione al mondo femminile. Donne e costruzione o produzione di treni… una volta si sarebbe detto che sono due universi destinati a restare molto distanti l’uno dall’altro. Oggi qual è la situazione?
«Oggi è tutto molto diverso. Fare l’ingegnere meccanico in un’azienda ed essere donna è la cosa più normale che ci sia. Molti dei nostri ruoli sono quanto mai adatti al mondo femminile ed è anzi fondamentale per noi avere il punto di vista femminile, anche in considerazione del fatto che, poi, il 53% delle persone che utilizza i nostri mezzi di trasporto sono donne. Per questo dialoghiamo anche con le scuole medie, cercando di portare un cambiamento di mentalità, spiegando alle ragazze più giovani che non c’è niente di strano a pensare che un domani potrebbero essere ingegneri che si occupano di treni e di mezzi di trasporto».

Ci vuole parlare dei vostri progetti di TA dedicati alle generazioni più giovani. Vogliamo partire da High Speed Talent Tour?
«High Speed Talent Tour ha come principale obiettivo l’entrare in contatto con giovani laureandi e neolaureati di talento, per facilitare il loro inserimento in azienda attraverso percorsi di stage e non solo, con l’intento di costruire una pipeline di talenti in linea con le opportunità professionali e i valori di Hitachi Rail. In collaborazione con un nostro partner – Synergie -, sono stati organizzati quattro incontri nel 2024 cui hanno partecipato più di 75 candidati. Abbiamo questa è la caratteristica che, evolvendosi, può mantenere il suo peso anche nel prossimo futuro».

Altri progetti collegati o meno a questo quali sono e su quali basi sono stati pensati?
«In particolare, il format High Speed Green Talent, che nasce con l’obiettivo di individuare giovani talenti con un mindset green e sostenibile, in linea con i valori e la cultura di Hitachi Rail. Attraverso la modalità LEGO® Serious Play® – che è il metodo che prevede l’utilizzo del gioco di costruzioni Lego finalizzato allo sviluppo di pensiero, comunicazione e risoluzione di problemi complessi di gestione aziendale – i candidati vengono testati sulle competenze chiave di Hitachi Rail in relazione all’agenda 2030 dell’ONU.

L’Hitachi Competency Model, basandosi sui valori fondanti di Hitachi, si compone di tre competenze chiave per l’organizzazione e per le sue persone: People Champion, Customer & Society Focus, Innovation. L’lnner Development Goals Framework descrive le competenze trasformazionali fonda- mentali per uno sviluppo sostenibile, secondo un modello a cinque dimensioni Essere, Pensare, Relazionarsi, Collaborare, Agire. Abbiamo quindi messo a matrice Va- lori/Modello di Competenze/IDGs framework e creato un assessment che ci permetta di identificare i tratti distintivi del mindset sostenibile nelle giovani persone (early career) che incontriamo e che, non avendo ancora forti competenze tecniche, possano essere ingaggiati e coltivati, avendo in sé le capacità e potenzialità di generare frutti di valore per l’azienda nel futuro».

Dottoressa Gallinella, la sua carica in Hitachi Rail riguarda anche gli aspetti legati alla Diversity, alla Equity e all’Inclusion. Non sono tempi facili, sotto questo punto di vista. Come vi state muovendo?
«È vero non è un momento facile, molte aziende, a partire dagli Stati Uniti stanno decidendo di smantellare i loro progetti in questi ambiti. Hitachi Rail, ma in questo caso il concetto va allargato all’intero Gruppo Hitachi, no, ha deciso di proseguire sulla strada tracciata, mantenendo intatti tutti i progetti. Non mi piace parlare di quote rosa – io credo che a una donna, così come a un uomo, debba essere assegnato un ruolo perché lo vale, non perché è donna – né di inclusione, parola che mi piace poco, perché vuol dire che c’è un contorno definito entro cui, per scelta, viene inserito un elemento estraneo. Non ci sono contorni definiti né elementi estranei da accogliere, ci sono solo realtà che devono essere accessibili a tutti, ogni unicità è degna di valore. Noi nella matrice di valutazione assegniamo priorità alle persone con disabilità, alle donne e ai giovani under 36, non perché siamo più buoni degli altri, ma perché consideriamo tutte queste persone come nostri utenti».

(6 marzo 2025)

(da CSRoggi Magazine – n.1 – Anno 10 – Gennaio/Febbraio 2025; pag. 24)

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