Lupa Solitario

 

 

Che la comunicazione, intesa anche nel senso generale di “informazione”, abbia o, meglio, debba avere un ruolo fondamentale nel lavoro che si sta facendo, a tutti i livelli, verso l’attuazione di un futuro sostenibile è ormai argomento assodato. In molti lo sostengono, e le motivazioni che vengono portate a supporto della tesi che la comunicazione non debba avere un ruolo accessorio ma debba essere al centro del progetto, sono difficilmente contrastabili.

Una direzione virtuosa che però, se male interpretata, può ingenerare malintesi in chi alla sostenibilità si sta avvicinando da breve tempo – per difficoltà o pigrizia – e non ha ben chiari certi meccanismi, certi aspetti organizzativi cui non è più possibile rinunciare.

Il più grosso errore che si possa commettere è quello di pensare che le questioni legate alla sostenibilità – dalle mille e mille sfaccettature – siano in sostanza questioni legate, appunto, alla sola comunicazione. Chi non riesce a fare lo scatto in avanti, chi non crede pienamente in tutti i discorsi che si fanno verso l’esigenza di cambiare marcia, chi sopporta a fatica il doversi adeguare a quella che non è “niente altro che una moda…”, tende ad assegnare la gestione della sostenibilità al proprio ufficio stampa o ai responsabili della comunicazione interna ed esterna.

È un po’ come pensare che certe scelte commerciali “spinte” – che poi magari si rivelano, una volta attuate, poco opportune – siano in verità solo problemi di cattiva comunicazione.

Concetti come equità sociale, parità di genere, transizione energetica, rispetto dell’ecosistema, circolarità, finanza sostenibile – solo per ricordarne alcuni, presi quasi a caso.- non possono essere improvvisati e non possono essere solo temi di comunicazione. Vanno studiati, programmati, verificati, attuati e tutto ciò lo possono fare solo figure preparate, che hanno la possibilità di agire ai massimi livelli, all’interno della realtà in cui operano, liberi da vincoli di marketing o da costrizioni di altro genere.

La comunicazione è un tassello fondamentale per l’attuazione dei piani di sostenibilità. Serve a far conoscere la direzione intrapresa dall’azienda, a informare i dipendenti, che devono sapere che cosa viene fatto “a casa loro”, gli stakeholder, i collaboratori esterni, clienti, tutti coloro che possono averne a vario titolo interesse.

Senza comunicazione tutto quello che viene fatto da un’azienda – pubblica o privata, grande o piccola che sia – a livello di sostenibilità sarebbe molto più difficile da attuare, perché non è solo una questione di “far sapere quello che si fa”, è anche il mezzo attraverso cui allineare tutti i protagonisti che vengono coinvolti in ogni singolo progetto messo in campo.

Quello offerto dalla comunicazione quindi, nell’attuazione delle politiche sostenibili, è un supporto importantissimo, anzi fondamentale. Ma non deve essere il settore che progetta e attua queste politiche. Quando lo è, nella maggior parte dei casi, rappresenta il segnale che l’azienda rivolge alla sostenibilità una scarsa o comunque “forzata”, non spontanea, attenzione.

di Lupa Solitario

( da CSRoggi Magazine – n.3 – Anno 9 – Giugno/Luglio 2024; pag. 51 )
(foto: ©shutterstock)

 

 

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