Marco Grumo, docente di Economia Aziendale dell’Università Cattolica e Direttore dell’Area Non Profit e impresa Sociale presso Altis: «Il nostro progetto si rivolge a tutti gli enti non profit che intendono avviare un percorso di formazione, consulenza e ricerca applicata alle proprie esigenze».

Fondata nel 1921 da padre Agostino Gemelli, l’Università Cattolica è il più grande ateneo non statale d’Europa, nonché l’unica università italiana che vanta una dimensione nazionale, con i suoi 5 campus nelle città di Milano, Piacenza, Cremona, Brescia e Roma. Forte di una tradizione quasi centenaria e grazie al riconosciuto prestigio del suo personale docente, l’Università Cattolica offre un supporto qualificato a professionisti, imprese e pubbliche amministrazioni sui fronti della consulenza e del rafforzamento delle competenze.

L’articolazione in diverse Facoltà e la presenza di Alte Scuole, Dipartimenti e Centri di ricerca permettono all’Università Cattolica di offrire alle organizzazioni del Terzo settore formazione, ricerca e servizi per sviluppare competenze professionali innovative per la generazione di valore sui territori. La mission dell’ateneo prevede un’ampia proposta di partnership pensata per le organizzazioni del Terzo settore, imprese attente all’impatto sul territorio e sulle comunità di appartenenza, singoli professionisti e le pubbliche amministrazioni locali e centrali.

Marco Grumo, docente di Economia aziendale alla Facoltà di Economia e Direttore dell’Area Non Profit e Impresa sociale presso l’Alta Scuola Impresa e Società (ALTIS), coordina da un anno un gruppo di lavoro sul Terzo settore, con l’obiettivo di mettere a sistema tutte le iniziative che la Cattolica offre a enti e organizzazioni del “sociale”. Lo abbiamo intervistato nel suo studio di via San Vittore, le cui finestre si affacciano su un bellissimo parco in pieno centro di Milano.

Professore, oggi si parla tanto di Terzo settore e delle riforme che lo coinvolgono. Ma qual è esattamente il suo perimetro?
«Il Terzo settore costituisce una parte importante dell’economia e della società italiana costituito da migliaia di organizzazioni, fondazioni, associazioni, cooperative sociali, organizzazioni di volontariato, enti ecclesiastici, ecc.  Il Terzo settore coinvolge tantissime persone quali volontari e dipendenti, opera in svariati settori della nostra società: lo sport dilettantistico, la cultura, la scuola, l’università, l’assistenza alle persone anziane, la sanità, la ricerca scientifica».

Già così, pare molto…
«Stiamo parlando, insieme allo Stato e alle imprese sia di piccole sia di grandi dimensioni, di un pezzo importante della società italiana».

Un settore vivo, a suo giudizio?
«Si tratta di un settore in grande cambiamento, questo tanto per le sfide imposte dal contesto quanto per la recente sua riforma, che ha disciplinato ulteriormente queste organizzazioni, inserendo precisi obblighi di trasparenza, di controllo, disciplinando la raccolta fondi e di altri aspetti».

Quali bisogni o necessità intravvede all’orizzonte per questa complessa fetta di realtà italiana?
«Per i motivi a cui accennavo, il Terzo settore ha bisogno – oggi, ma ancor più in futuro – di fare un salto di qualità rilevante e in questo processo si inserisce proprio il Tavolo Cattolica per il Terzo Settore, piattaforma che di fatto riunisce tutte le migliori professionalità che esistono in Università Cattolica afferenti a diverse facoltà, per fornire proprio una formazione, una consulenza e una ricerca scientifica di qualità e multidisciplinare per aiutare queste organizzazioni a diventare sempre più importanti, innovative, imprenditoriali e solide sia dal punto di vista del progetto strategico sia della sostenibilità economica».

Può spiegare ai nostri lettori le caratteristiche di “Cattolica per il Terzo Settore”?
«Con uno staff di validi manager e professionisti stiamo coinvolgendo le migliori expertise del nostro ateneo, secondo l’approccio multidisciplinare dei docenti e degli studiosi che offrono a questo mondo la propria esperienza in termini appunto di conoscenze e competenze sociologiche, psicologiche, economiche, giuridiche, amministrative, per il fundraising, la strategia, il controllo di bilancio e per aiutare queste organizzazioni a fare un passo deciso verso il loro sviluppo».

Chi può essere interessato a incontrarvi?
«”Cattolica per il Terzo settore” si rivolge a tutti gli enti non profit che intendono avviare un percorso di formazione, di consulenza, di ricerca applicata alle proprie esigenze e proiettata al futuro».

di Bruno Calchera

 

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