Milano-Roma, 25 giugno 2024 – Ogni giorno nel mondo scompaiono circa 50 specie viventi, un tasso che si stima fino a 1.000 volte superiore a quello di estinzione naturale (ISPRA). Gli ecosistemi necessitano urgentemente di azioni di conservazione e ripristino: è fondamentale riorientare il mercato dei capitali in modo da colmare il gap di risorse per la biodiversità (che arriva, secondo le stime, fino a $824 miliardi all’anno) e ridurre gli investimenti con impatto negativo sulla natura. Per aumentare la consapevolezza sull’importanza della biodiversità anche dal punto di vista economico e finanziario, e fornire indicazioni concrete a investitori, banche e compagnie di assicurazione, il Forum per la Finanza Sostenibile ha realizzato il paper “Finanza sostenibile e biodiversità. Una guida per gli operatori”.

La pubblicazione, frutto di un Gruppo di lavoro avviato dal Forum con i propri Soci all’inizio del 2024, è stata realizzata con il supporto di ADVANT Nctm, AXA Investment Managers ed Etica Egr e presentata questa mattina a Milano. L’evento si è svolto nell’ambito della giornata “Finanza, imprese e istituzioni: un percorso condiviso per la biodiversità”, a cura di Forum per la Finanza Sostenibile, Etifor e Regione Lombardia. Le tre organizzazioni sono co-fondatrici dell’Italian Business @ Biodiversity Working Group, che mira ad avviare iniziative a impatto positivo sulla natura.

Il paper risponde alla domanda “Perché la biodiversità è rilevante per la finanza, e viceversa?”. A partire dallo stato attuale di conservazione degli ecosistemi, si analizzano i rischi connessi alla perdita di biodiversità e gli strumenti finanziari per tutelarla, fornendo anche linee guida per includere il tema nei prodotti e processi finanziari. Il paper arriva in un momento cruciale per le politiche ambientali, a una settimana dal via libera del Consiglio dell’Unione europea alla Legge per il ripristino della natura, e pochi mesi prima della COP16 sulla biodiversità.

La biodiversità oggi
Secondo i dati del WWF, tra il 1970 e il 2018 le specie di fauna selvatica sono diminuite in media del 69%. Le cause dirette di perdita di biodiversità sono connesse alle attività umane e riguardano in particolare lo sfruttamento diretto (per esempio, la pesca o l’agricoltura intensiva), il cambio di uso del suolo e dei mari (per esempio, la deforestazione), i cambiamenti climatici, l’inquinamento atmosferico, del suolo e delle risorse idriche, la diffusione di specie aliene e invasive.

Il valore della biodiversità e i finanziamenti necessari per tutelarla
Un livello adeguato di biodiversità mantiene gli ecosistemi in equilibrio, garantendo così benefici essenziali per la nostra specie (detti “servizi ecosistemici”), tra cui l’aria pulita, l’acqua potabile, la regolazione del clima, l’impollinazione, la prevenzione del dissesto idrogeologico. Inoltre, la biodiversità rappresenta un fattore cruciale in termini sia di mitigazione (grazie all’assorbimento di CO2), sia di adattamento ai cambiamenti climatici.

Oltre la metà del PIL mondiale (circa $44 mila miliardi) è strettamente legata alle risorse naturali (World Economic Forum), con interi settori economici che dipendono direttamente dai servizi ecosistemici (per esempio, l’agricoltura e l’industria alimentare, il tessile, il turismo, l’edilizia). Nonostante tali benefici, le attività umane generano impatti fortemente negativi sugli ecosistemi.

I rischi connessi alla perdita di biodiversità
Esiste una connessione diretta tra la stabilità dell’ecosistema naturale e quella del sistema economico: la perdita di diversità biologica implica un aumento del rischio di eventi estremi legati al clima e la compromissione della sicurezza alimentare e idrica. Inoltre, la perdita di habitat naturali e la riduzione delle specie possono portare a una diminuzione della produttività agricola e ittica, causando danni economici diretti per questi settori.

Il paper sottolinea come i rischi fisici (connessi con l’alterazione degli equilibri ecosistemici e la perdita dei relativi servizi) e i rischi di transizione (derivanti dalla difficoltà di anticipare le evoluzioni del quadro normativo, del mercato di riferimento e in ambito tecnologico) possano avere impatti significativi sui rischi finanziari: il rischio di credito e di controparte, il rischio operativo, il rischio di mercato e il rischio di liquidità. È dunque essenziale che le istituzioni finanziarie valutino e gestiscano attentamente questi rischi, come evidenziato anche dal Network for Greening the Financial System (NFGS) che raccoglie banche centrali e supervisori a livello globale.

Strumenti e approcci per includere la biodiversità
Per invertire entro il 2030 la tendenza al declino della biodiversità sono necessari globalmente tra i $722 e i $967 miliardi annuali nei prossimi dieci anni, con un gap di finanziamenti che arriva, secondo le stime, fino a $824 miliardi all’anno (Paulson Institute). Al contrario, i flussi finanziari pubblici e privati associati a ripercussioni negative sull’ambiente, e che quindi è fondamentale riorientare, ammontano a quasi $7.000 miliardi all’anno (UNEP).

Gli operatori bancari, finanziari e del mercato assicurativo possono adottare diversi strumenti, metodologie e approcci per tenere in considerazione la biodiversità. Il paper illustra, anche attraverso esempi concreti, le migliori soluzioni ad oggi disponibili sul mercato: indicatori per analizzare i piani di transizione degli emittenti; esclusioni e disinvestimento per i settori, le aziende e i Paesi con gli impatti più negativi sulla biodiversità; green bond, Sustainability-Linked Bond e Sustainability-Linked Loan per finanziare progetti di conservazione o ripristino degli ecosistemi; certificati legati alla natura e crediti di biodiversità per attestare miglioramenti quantificabili; coperture assicurative ad hoc per mitigare i rischi fisici e di transizione, anche grazie a nature-based solution.

Linee guida per gli operatori
Il paper si chiude con una serie di linee guida dedicate agli operatori finanziari per ridurre gli impatti negativi sulla natura e aumentare le ripercussioni positive. In sintesi, si raccomanda di:

  • includere analisi e valutazioni relative alla biodiversità (in termini sia di rischi, sia di impatti) nella governance, in tutti i processi decisionali interni e nell’offerta di prodotti e servizi;
  • pubblicare annualmente un report di sostenibilità inserendo anche, ove rilevanti, informazioni sulla biodiversità;
  • incoraggiare le aziende investite, finanziate o assicurate a raccogliere e pubblicare dati sui rischi e sugli impatti legati alla biodiversità;
  • aderire a iniziative globali (per esempio, il Finance for Biodiversity Pledge);
  • dialogare e collaborare con altri soggetti (finanziari e non solo) per migliorare gli standard di valutazione e misurazione dei rischi e degli impatti;
  • includere la tutela della biodiversità in tutte le attività di lobby e di dialogo con le istituzioni pubbliche.

“Gli operatori finanziari possono dare un contributo fondamentale per la tutela e la promozione della biodiversità: l’inclusione del tema nei prodotti e nei processi rappresenta un’opportunità per generare impatti positivi, offre nuove occasioni di investimento e dà la possibilità di testare strumenti e approcci innovativi per investire a favore della natura. Vista l’importanza cruciale degli ecosistemi, il Forum ha voluto fare la propria parte per la crescita della consapevolezza su un tema ancora poco conosciuto, ma determinante per la stabilità dell’ambiente in cui viviamo e dei sistemi economici e finanziari”, dichiara Francesco Bicciato, Direttore Generale del Forum per la Finanza Sostenibile.

Commenti al paper

Cristina Colombo (ESG Analyst, Etica Sgr): “Con la recente approvazione della European Restoration Law, l’UE ha fissato obiettivi vincolanti per il ripristino degli ecosistemi degradati. Questo tema sistemico richiede l’azione concertata di policy-maker, investitori e società civile. In questo contesto, la finanza deve svolgere un ruolo di primo piano identificando le migliori pratiche di gestione del rischio biodiversità; promuovendo l’adozione di tali pratiche presso le aziende; e investendo in imprese orientate verso la realizzazione di un impatto ambientale positivo. In qualità di investitore sostenibile e responsabile, Etica Sgr intende svolgere un ruolo di primo piano anche rispetto a questa sfida, come dimostra la nostra adesione nel 2020 al Finance for Biodiversity Pledge”.

Lorenzo Randazzo (Head of Institutional Sales Italy, AXA IM Core): “Per AXA Investment Managers la tutela della biodiversità è certamente un aspetto chiave ricompreso da tempo nei nostri processi di investimento nell’ambito del fattore ambientale. Il nostro impegno rispetto a questa tematica riguarda da un lato l’attività di Stewardship – una quota rilevante di azioni di engagement e di esercizio del diritto di voto è rivolta a ridurre gli effetti della perdita di biodiversità -, dall’altro lo sviluppo e la proposta di soluzioni di investimento sui mercati pubblici e privati tramite fondi ed ETF”.

Riccardo Sallustio (Partner, ADVANT Nctm): “Il report del Forum offre un punto di riferimento importante per banche e operatori finanziari che dovranno valutare gli impatti e le dipendenze dalla biodiversità connesse ai loro portafogli di crediti e investimenti, nonché individuare la credibilità di soluzioni basate sulla natura nei piani di transizione delle imprese finanziate. L’integrazione dei fattori legati alla biodiversità nelle decisioni di credito e di investimento è solo all’inizio ma il contesto normativo impone una accelerazione nell’individuazione di prodotti bancari e finanziari per la tutela della biodiversità, anche ai sensi del nuovo Regolamento EU sul Rispristino della Natura”.

Sono disponibili il paper completo e l’infografica di sintesi

 

 

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