È una delle grandi novità della Riforma del Terzo settore. Previste all’interno del Codice del Terzo settore e recentemente definite e delimitate da un apposito decreto ministeriale – il Decreto 19 maggio 2021, n. 107 –, le “attività diverse” rappresentano per gli Enti del Terzo settore (ETS) un’opportunità di introitare risorse attraverso attività “altre” rispetto a quelle di interesse generale, cioè quelle attraverso cui si realizzano direttamente gli scopi dell’associazione (e che devono per forza rientrare tra quelle elencate all’art. 5 del Codice del Terzo settore).
La possibilità di raccogliere liquidità
Ricordiamolo: gli ETS perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di una o più attività di interesse generale. Per capire in pratica quali sono le novità: pensiamo a un’organizzazione di volontariato che si adopera per raccogliere liquidità necessaria per acquistare apparecchi sanitari, erogare servizi educativi, mantenere un parco pubblico o quant’altro preveda il proprio statuto come attività necessarie a raggiungere le finalità dichiarate.
L’associazione, rispettando i limiti di cui parleremo a seguire, potrà per la prima volta (nel senso che prima della Riforma la norma non glielo consentiva) aprire, ad esempio, uno shop online vendendo articoli di diverso genere, senza che questa attività abbia a che fare con la sua mission istituzionale. Allo stesso modo, sempre per elencare le numerose opportunità pratiche garantite dalla Riforma, avrà facoltà di vendere gli spazi pubblicitari delle proprie pubblicazioni o dei veicoli che usa per i propri servizi, facendo cioè attività di sponsorizzazione.
Le attività devono essere strumentali e secondarie
Ovviamente, per non stravolgere la natura degli Enti di Terzo settore, le “attività diverse” sono fiscalmente commerciali e sono soggette a limiti e condizioni. In particolare, devono rispettare due criteri importanti: essere strumentali e secondarie rispetto a quelle di interesse generale.
Strumentali significa che devono essere finalizzate a supportare, sostenere, promuovere o agevolare il perseguimento delle finalità dell’ETS. Il meccanismo è consentito se le “attività diverse” produrranno risorse utili da impiegare per realizzare le attività di interesse generale, favorendo così il raggiungimento degli scopi dell’ente. Secondarie nel senso che le “attività diverse” non possono superare limiti quantitativi (i ricavi da “attività diverse” devono essere inferiori al tetto massimo del 30% delle entrate complessive dell’ente oppure non superare il 66% dei costi complessivi dell’ente).
Un’opportunità concreta di fare business
Entro questi confini, le “attività diverse” sono un’opportunità concreta per tutti gli ETS di “fare business”. In quest’ottica, molti enti stanno cominciando a ragionare e ad attrezzarsi per acquisire strumenti e conoscenze nuove, più vicine al mondo for profit: è facile quindi pensare chi, proprio dal mondo profit, potrà sostenere e facilitare lo sforzo degli ETS alle prese con le attività diverse. Continuando nel solco del primo esempio, una società informatica e di marketing digitale potrà sicuramente prestare il suo know-how attraverso il volontariato aziendale o la fornitura di infrastrutture e strumenti in suo possesso per consentire all’associazione di mettere in piedi un commercio digitale o altri progetti innovativi utili ad acquisire risorse.
Gli ETS che hanno scelto di far propria la sfida delle “attività diverse” stanno già bussando alla porta insomma: si profilano nuove forme di collaborazione, sostegno, sinergia tra il mondo delle aziende e il Terzo settore. Gli scenari in cui si potranno concretizzare saranno vari e molteplici, siamo solo all’inizio. E si sa che chi ben comincia…
di Mauro Diluca – Fare Non Profit di CSV Milano
(da CSRoggi Magazine, anno 6, n.4, Settembre/Ottobre 2021, pag. 76)
(foto di apertura: Cesare Galloni – © Progetto FIAF-CSVnet “Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano”)
(foto interno: Cristina Bartolozzi – © Progetto FIAF-CSVnet “Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano”)