Lupo Solitario
Per quanto riguarda l’utilizzo della plastica nella vita di tutti i giorni, quella del 3 luglio 2021 sarà ricordata come una giornata storica. Quello è il giorno, infatti, in cui in Europa – a seguito dell’entrata in vigore della direttiva del Parlamento Europeo 2019/904 “Sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente” – è diventato illegale produrre oggetti in plastica monouso come posate, piatti o contenitori per alimenti.
Quando sui giornali leggiamo notizie di questa portata, magari distrattamente, sull’autobus, sotto l’ombrellone o tra una riunione di lavoro e un’altra, siamo portati a pensare che si parli di problemi che riguardano altri, che interessino e tocchino solo “i massimi sistemi”. Non è così, se pensiamo che il problema non è la plastica in sé, ma l’uso che se ne fa. La plastica non è il demonio, molti suoi utilizzi – pensiamo ad esempio a quelli che riguardano il mondo della sanità – hanno cambiato in meglio la nostra vita.
Il problema è che con il passare del tempo l’uso di questo materiale, altamente inquinante perché difficile da smaltire, si è talmente diffuso da non poter più essere tenuto sotto controllo. O, meglio, sono diventate necessarie leggi proprio come quella che è appena entrata in vigore per “tentare” di frenarne la forza devastatrice.
Il problema è che nessuno si sente diretto responsabile per le migliaia di tonnellate di plastica che ogni giorno si riversano nei fiumi e nei mari del nostro pianeta. Pensiamo sia un problema che riguarda le grandi aziende, la grande produzione o distribuzione. In parte è vero, ma solo in parte: è sorprendente scoprire che i maggiori danni all’ambiente sono quelli procurati da piccoli oggetti di uso quotidiano come i tappi delle bottigliette, i filtri delle sigarette o le cannucce con cui sorseggiamo i nostri cocktail.
L’utilizzo monouso della plastica – protagonista dei nostri pic-nic, delle nostre feste, ma anche dei nostri acquisti nei supermercati – ha rappresentato indubbiamente una grande conquista, un passaggio epocale della storia moderna del mondo occidentale. Detto questo, dobbiamo oggi essere capaci di fare un deciso dietro-front, privilegiando, dove possibile, altri materiali innovativi, riciclabili e sostenibili.
E, colpo di scena, magari anche privilegiando nuove tipologie di plastica perché, come viene sottolineato tra le note della stessa direttiva europea, per essere considerati “virtuosi”, i prodotti di plastica “dovrebbero essere fabbricati tenendo conto di tutta la loro durata di vita. La progettazione dei prodotti di plastica dovrebbe sempre tenere conto delle fasi di produzione e utilizzo nonché della riutilizzabilità e riciclabilità del prodotto”.
(da CSRoggi Magazine, anno 6, n.3, Maggio/Giugno 2021, pag. 66)