In un’epoca di volatilità, incertezza, complessità e ambiguità abbiamo una certezza. Il Decreto Ministeriale del MISE firmato in data 7/5/2019, stabilisce in modo inequivocabile in Italia la nascita e la riconoscibilità del mestiere e del ruolo dell’Innovation Manager ovvero del “Manager dell’innovazione qualificato”. Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ma non può ancora considerarsi operativo, perché adesso serve un provvedimento del Direttore generale per gli incentivi alle imprese del Mise: dovrà definire termini e modalità di presentazione delle domande di iscrizione all’elenco dei manager e delle società di consulenza qualificate.
Diamo uno sguardo analitico ai contenuti del Decreto. Non voglio tornare sulla disciplina dei contributi, sul funzionamento dell’incentivo e delle detrazioni, il Decreto è molto esplicativo, vorrei soffermarmi sui contenuti specifici delle competenze attese, dei requisiti e del perimetro d’azione dell’Innovation Manager.
Facendoci aiutare dal meccanismo di funzionamento del voucher (art. 3 “Spese Ammissibili”) è chiaro che abbiamo tre grandi aree che l’Innovation manager presidia. Una sull’adozione di tecnologie, una relativa ai processi interni e sul mercato e infine quella legata alle dinamiche del mercato finanziario con una larga banda dai finanziamenti alla Corporate Entrepreneurship.

Le esperienze e le competenze nelle aree tecnologiche sono:

• Big data e analytic
• Cloud, fog e quantum computing
• Cyberg security
• Next Production Revolution
• Applicazioni Cyber-fisico
• Prototipazione rapida
• AR/VR
• Robotica
• Interfaccia uomo macchina UI/UX
• 3-D printing e additive manufacturing
• IOT e IOE
(…)
Leggi l’articolo completo di Ivan Ortenzi, da EconomyUp del 2 luglio 2019
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