Andriani S.p.A. ha di recente introdotto il Codice di Condotta Fornitori, manifesto in grado di garantire a questi partner – anche attraverso momenti di confronto o il suggerimento di strumenti di autovalutazione del profilo di impatto – un supporto concreto verso un paradigma economico sostenibile e rigenerativo.
In Italia il settore dell’Agrifood ha una grande rilevanza culturale ed economica e attualmente sta attraversando profonde trasformazioni connesse a grandi sfide su scala globale, come sostenibilità, cambiamenti climatici e povertà alimentare, oggi al centro di politiche europee ed internazionali.
Nel nostro Paese gli stessi consumatori, anche a causa di un’accelerazione provocata dalla pandemia, hanno acquisito una maggiore consapevolezza ecologica che ha portato alla luce nuove esigenze e bisogni, tanto che si registra una crescente predisposizione delle persone a modificare alcune delle proprie abitudini in favore del contrasto al climate change (97% degli italiani, secondo il Rapporto Coop pubblicato a dicembre 2021, ndr) e che l’attenzione alla sostenibilità da parte dei cittadini è passata dal 45% al 75% dal 2015 al 2021 (Fonte: Osservatorio Nazionale LifeGate sullo stile di vita sostenibile, ndr).
Si tratta dunque di un contesto in costante evoluzione che, indubbiamente, richiede alle imprese un maggiore sforzo in termini di investimenti sostenibili, di ricerca e sviluppo – sia di processi, sia di prodotti –, di implementazione di una cultura aziendale sempre più green e inclusiva, di attività di change management.
In Andriani, l’azienda pugliese che nel 2009 ha avuto il coraggio di osservare il cibo da una prospettiva nuova proponendo pasta innovativa di alta qualità a base di materie prime naturalmente gluten free come legumi e cereali, siamo consapevoli della responsabilità cui un’impresa è chiamata a rispondere rispetto agli ambiti produttivo, sociale e ambientale in cui opera. Oggi ancor più di ieri.
I nostri prodotti aderiscono ai più alti standard qualitativi, nel rispetto di tracciabilità e sicurezza alimentare, e sono frutto di continue sperimentazioni di nuovi ingredienti adatti alla pastificazione e di investimenti in sistemi all’avanguardia anche per efficienza energetica.
Il nostro ingresso nel mercato è stato guidato soprattutto dalla volontà di offrire alle persone un prodotto gustoso, salutare e giusto. Non ci siamo però limitati a influenzare il mercato attraverso l’impegno in R&D, spinti dal motore dell’innovazione: abbiamo scelto di assumere il ruolo di agenti del cambiamento, coerente con la nostra natura di Società Benefit, ponendoci come capofila trainante per sensibilizzare tutta la filiera di riferimento ai temi di sostenibilità. Da tempo siamo impegnati nel declinare un concetto esteso di “benessere” rivolto ai consumatori, al territorio, all’ambiente, alla collettività, e il nostro brand Felicia, oggi punto di riferimento del mercato healthy food, è il principale interprete dei valori che ci guidano.
Siamo spinti dalla convinzione che la sostenibilità debba essere un processo inclusivo, il cui valore ha significato solo a condizione di non diventare un regime di oligopolio; si tratta di un percorso che – soprattutto in ambito industriale – necessita del coinvolgimento attivo di tutta la catena di fornitura e non solo. Per questo motivo abbiamo abbandonato il concetto di supply chain, troppo riduttivo e monodimensionale, in favore di quello di value network, ossia la cooperazione multi-dimensionale di più attori (non ultimo il mondo della formazione e della ricerca) per generare valore condiviso sia all’interno sia all’esterno della filiera.
In virtù di questo principio abbiamo da poco introdotto un Codice di Condotta Fornitori, il nostro manifesto materiality-based rivolto a tutti i fornitori del Gruppo e realizzato con il supporto di NATIVA, Regenerative Innovation Company, che accelera l’evoluzione delle aziende verso un paradigma economico sostenibile e rigenerativo.
L’espressione “Natural Innovators for Conscious Food”, il nostro payoff, sottolinea la consapevolezza dell’attuale fragilità degli ecosistemi naturali e sociali e di quanto questa dipenda dalle attività quotidiane delle imprese. In questo senso il Codice agisce come un catalizzatore del cambiamento, in grado di garantire ai nostri fornitori un concreto supporto, per esempio attraverso momenti di confronto aperto o il suggerimento di strumenti di autovalutazione del profilo di impatto, anziché meri dettami da eseguire.
Per presentarlo abbiamo anche organizzato un Focus Group con i fornitori all’inizio di febbraio, evidenziando la necessità di dotarci di nuovi approcci per raccogliere degnamente le sfide dello sviluppo sostenibile.
Desideriamo coinvolgere tutti i nostri fornitori, anche i più piccoli e meno attrezzati, su temi che per noi sono di vitale importanza per intraprendere un percorso condiviso di miglioramento continuo e realizzare nel tempo un ecosistema industriale rigenerativo in termini economici, ambientali e sociali.
di Mattia Caravella
Sustainable Sourcing Specialist
Andriani S.p.A.
(da CSRoggi Magazine, anno 7, n.1, Gennaio/Febbraio 2022, pag. 26)