Bruno Calchera

L’articolo di Repubblica di Andrea Frollà prende le mosse dal Think Thank svoltosi a Giugno 2025 sul tema: RILANCIO STRATEGICO O PAUSA DI RIFLESSIONE? IL BIVIO DELLA TRANSIZIONE SOSTENIBILE.

L’incontro è stato organizzato da GreenBlue e Sustainability Makers.Tra le persone che hanno dato un contributo decisamente importante è stato il Prof. Enrico Giovannini di ASviS.

Ci troviamo – e lo rileviamo anche noi di CSROGGI –in mezzo ad un guado nel processo di avanzamento dei parametri dell’Agenda 2030. Il clima di incertezza, l’abbandono degli stati Uniti dall’accordo sul Clima (21 Gennaio 2025), la frenata sulle politiche dedicate alla transizione energetica, tracciano un punto forte nell’evoluzione delle prassi per l’incremento della attenzione al clima.

L’abbandono del Green Deal da parte di Trump genera un raffreddamento nel cammino sostenibile?
Dalla retromarcia degli Stati Uniti all’avvento della Direttiva Omnibus, la transizione sostenibile sembra aver registrato alcuni segnali di frenata. Ma è davvero così? (…) Secondo l’ultimo rapporto di ASviS 6 obiettivi di sviluppo su 17 registrano in Italia un peggioramento rispetto al 2010.

Non si prevede il raggiungimento pieno degli obiettivi segnali dalla Agenda 2030
L’anno d’oro da molti segnalato – il 2015 – è imparagonabile con la situazione attuale, prima dalla vicenda COVID e poi dall’ingresso un po’ dirompente della parola COMPETITIVITA’/TRUMP.

La competitività è strettamente legata alle risorse e al profitto: è evidente che quando si parla di pragmatismo aziendale (MELONI) significa soltanto affermare che grandi progetti aziendali non si possono fare a cuor leggero e il processo di innovazione invocato dalla Agenda marcia lentamente…

Dalla Transizione non si torna indietro.
Chi riesce ad integrare questi strumenti nei processi decisionali e produttivi, oggi si trova in una posizione più competitiva – insiste Giovannini. Un passaggio chiave è dedicato al concetto di ‘soglia di svolta’. (Egli) mostra come sia sufficiente il cambiamento convinto di una minoranza attiva – tra il 20% e il 30% di un sistema – per innescare una trasformazione di portata sistemica.

Il momento attuale con le sue oscillazioni e resistenze, potrebbe rappresentare proprio quella fase critica che precede il cambio di paradigma.

Vi sono delle criticità evidenti, lo ha evidenziato il Think Thank:

  • La competenza non è diffusa.
  • Nelle organizzazioni spesso manca un linguaggio comune ed un intendersi sui processi.
  • Il linguaggio entra di forza nel percorso della Comunicazione: ad esempio chi misura, chi investe e che comunica non hanno analoghe competenze.
  • C’è uno iato tra le funzioni aziendali: chi fa i progetti, che investe e chi informa.
  • C’è una scarsa cultura d’impresa.

Davide Tassi di Enav in questa occasione ha detto: La sostenibilità è oggi uno dei fattori che abbatte il rischio d’impresa, migliorando la Reputazione, la Trasparenza, e la Solidità operativa.

 La Visione e la Governance sono la regia della innovazione.
La lentezza nella decisione aziendale può essere pretestuosa, dettata dal clima generale che si respira, dove non c’è più quella corsa agli ESG per crescere e consolidarsi.
I costi, l’endemica paura del passo da fare, incertezze comportano investimenti di cui non si vede il beneficio.
Qui entra il volto nobile della Competitività.

Chi investe in sostenibilità è più competitivo, più solido, più attrezzato nel cammino, pur impervio cammino dettato da politiche nazionali interconnesse.

(27 giugno 2025)
Foto di Bernd Hildebrandt da Pixabay

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