Bruno Calchera
“Le imprese italiane arretrano sul fronte della sostenibilità, e nel nostro Paese solo l’1% delle piccole aziende redige l’apposito Bilancio di Sostenibilità, percentuale che sale all’11% per le medie e grandi imprese” (Adnkronos 3 maggio 2025)
Un dato allarmante. Se non ci fosse in alcuni casi l’obbligatorietà della Redazione del BS, e come se non esistesse ormai da anni una grossa spinta culturale per investire in innovazione sostenibile. Sembra che dibattiti e impegni culturalmente qualificati non abbiano dato i frutti sperati.
In effetti ci si può porre la domanda: come le persone vengono a sapere della esistenza del Bilancio Sociale, dei suoi contenuti, delle innovazioni che sono state ben dettagliate? In fondo cosa cambia alla gente questa informazione? La Gente non sa cosa sia il Bilancio Sociale: e non lo capisce tanto dagli effetti. Non una caduta dei prezzi, poca attenzione alla Sostenibilità Sociale, Greenwashing e SocialWashing di fatto allontanano la percezione di interesse e di utilità alla Sostenibilità.
La comunicazione aziendale è ancora tesa all’immagine e alla vendita e non alla informazione alla gente di questa innovazione e che senso ha per l’impresa.
“I Dati sono in peggioramento nonostante oggi le aziende possano contare su un prezioso alleato per migliorare le proprie pratiche sostenibili: l’Intelligenza Artificiale, usata però appena dell’8% delle imprese italiane.
I dati arrivano da ConsumerLab, Centro Studi specializzato in Sostenibilità, che in collaborazione con Esselunga, Rina e Matchless ha organizzato il quinto “Campus Future Respect, in programma dall’8 al 10 Maggio a Roma.” (ibid.)
Eppure è opinione diffusa che l’IA offre un contributo significativo alle imprese.
Le aziende possono adottare politiche aziendali orientate alla sostenibilità per promuovere pratiche più ecocompatibili nell’implementazione e nell’uso della IA.
Ad esempio si può includere la politica di acquisto responsabile per l’Hardware IA, politiche di gestione dei dati per ridurre l’uso di risorse e politiche di riduzione delle emissioni di carbonio per mitigare l’impatto ambientale complessivo dell’IA.
Anche l’invio di e-mail ha un impatto non indifferente su consumo energetico. Grazie all’IA si può ridurre lo spam e l’invio di e-mail non certificate o inopportune in modo da ridurre anche l’impatto energetico aumentando la sostenibilità.
Esempi di progetti di IA sostenibile (Fonte: Agenziadigitale.eu)
“Una azienda ha utilizzato l’Intelligenza Artificiale per analizzare i dati di consumo energetico degli edifici e identificare aree di inefficienza. Attraverso sistemi di Controllo intelligente sono stati implementati algoritmi di ottimizzazione per regolare automaticamente il riscaldamento, il raffreddamento e l’illuminazione, riducendo significativamente il consumo energetico complessivo.
Una catena di supermercati ha implementato sistemi di IA per monitorare e ottimizzare la gestione degli stock alimentari. Attraverso analisi dei dati di vendita e la previsione della domanda, sono stati ridotti gli sprechi alimentari, migliorando la sostenibilità, economica, ambientale della catena di approvvigionamento”.
Secondo le stime di ConsumerLab un incremento dell’uso della IA determinerebbe una riduzione dei costi a carico delle imprese che hanno a che fare con la Sostenibilità.
Ci rendiamo conto che i dati che abbiamo segnalato di ConsumerLab sono diversi, rispetto ad altri provenienti da diverse altre fonti.
Ad esempio si dà notizia – anno 2022 – che il 61% delle imprese di servizi ha dichiarato di essere impegnata in azioni per la sostenibilità; la metà ha intrapreso azioni di sostenibilità economica (53%) e di tutela ambientale (52%) e poco meno si occupa di sostenibilità sociale (49,8%).
Deloitte informa che: In Italia, attualmente, circa un’azienda su dieci redige il bilancio di sostenibilità. Questo dato sale al 37% per le imprese con più di 50 dipendenti. La direttiva CSRD impone l’obbligo alle circa 11.000 imprese europee di grandi dimensioni e di interesse pubblico di redigere un report sulla sostenibilità. Dal 2024, circa 6.000 aziende in Italia saranno tenute a redigere il Bilancio di Sostenibilità, con un probabile effetto a cascata sulle filiere.
Poi ci sono le medie imprese con la CSRD e il numero si complica.
I dati sulla Reportistica, sulla diffusione del BS sono più avari. Se si prende in esame un panel un po’ esteso, si vede quanto i dati di ConsumerLab possono essere interpretati.
Oltre alle aziende, le piccole e le medie, che non fanno il BS, le grandi poi non sono puntuali nella redazione annuale. Troviamo dati obsoleti. Non troviamo una grande cultura espositiva, infatti – lo diciamo spesso – la reportistica è una vetrina delle “belle cose che facciamo” e spesso non aggiornata.
E’ raro incrociare un BS problematico.
Se l’IA aiutasse la sostenibilità a dare segni di verità dovrebbe aprire una finestra sui problemi, sui mancati obiettivi raggiunti, sulle manchevolezze che in azienda ci sono. Ottimo indicare l’operosità per fare meglio, saggio spiegare completamente il cammino. Ma non basta. Per realizzare il potenziale della IA sostenibile occorre un impegno collettivo da parte di governo, aziende, società civile.
Come tutti anche noi pensiamo ad un uso “umano” della IA.
Guardando il futuro vediamo una opportunità importante perché l’IA e la Sostenibilità possano guidare veramente l’innovazione e creare un impatto positivo sul nostro pianeta.
Una nota a margine
Come editori di CSROGGI siamo disponibili a dare informazione a tutti di ogni NUOVO Bilancio Sociale. Con gli interventi della nostra Redazione. E’ veramente nostro compito: operare per la sostenibilità dando notizie: i BS sono comunicazioni aziendali davvero importantissime.
(3 maggio 2025)