Anche gli avvocati saranno sostenibili. È questo il trend più recente che emerge dal mercato.
La sostenibilità e la responsabilità sociale di impresa è il nuovo sfondo economico-sociale con il quale tutti gli operatori economici devono fare conto. Accade così che l’approccio e la gestione dei temi della sostenibilità diventa un tema material anche per le organizzazioni che erogano servizi professionali.
Queste organizzazioni devono, da un lato, uniformarsi alle richieste dei grandi gruppi industriali e, dall’altro, fronteggiare una crescente concorrenza anche sul fronte dell’acquisizione e gestione delle risorse umane. Sotto il primo profilo è da segnalare che già alcuni importanti società quotate italiane hanno chiesto ai propri consulenti legali di dichiarare e documentare le proprie policy in tema di sostenibilità. Quanto al secondo aspetto, già prima della great resignation era emersa la tendenza dei collaboratori degli studi legali strutturati a trovare nuove opportunità lavorative, spesso migrando verso gli uffici in house delle aziende.
I topics sfidanti per gli avvocati
Certamente, i topics sfidanti per gli avvocati sono quelli più connessi alle peculiarità della professione, alle strutture organizzative entro cui oggi è esercitata e le caratteristiche della sua catena del valore.
Pertanto, rispetto ad altri settori produttivi, è meno preminente il tema della tutela dell’ambiente. Infatti, l’utilizzo decrescente della carta mitiga l’impatto ambientale un tempo tipico della professione, sebbene, oggi giorno, il passaggio alla redazione di documenti digitali e alla archiviazione elettronica o in cloud apra una riflessione sui maggiori consumi energetici e la necessità di controllarne le fonti di approvvigionamento o sui sistemi di gestione dei rifiuti.
Ad ogni modo, gli aspetti centrali dell’approccio degli avvocati e dei professionisti alla sostenibilità sono connessi alle caratteristiche indelebili della loro prestazione: personalità e fiducia.
Il carattere della personalità esige che, anche nelle organizzazioni più complesse come le società tra professionisti, la prestazione sia resa da uno specifico consulente; il mandato consulenziale non può essere svolto genericamente dal soggetto di diritto “studio legale” ma, necessariamente, a uno o più professionisti individuati con il cliente.
D’altro canto, la personalità della prestazione porta con sé il carattere fiduciario della relazione: se viene meno la fiducia del cliente, il mandato cessa. Ugualmente, negli studi associati, è frequente che ove il professionista incaricato del mandato, si trasferisca in un altro studio legale, il cliente molto probabilmente lo seguirà.
Capitale umano e relazionale e intellettuale e capitale relazionale
Questa descrizione, per quanto breve, fa emergere chiaramente almeno due degli elementi più rilevanti della catena del valore dell’avvocatura: la tutela del capitale umano e intellettuale, da un lato, e del capitale relazionale dall’altro.
Il primo tema impone agli studi professionali strutturati una cultura della gestione delle risorse umane orientata alla crescita del singolo professionista e alla retention; solo un equilibrato raggiungimento di questi due obiettivi può consentire allo studio associato di continuare a convogliare energie e sopravvivere anche alla parabola dei suoi fondatori o main partners.
In questo senso, sono centrali i programmi di formazione dei collaboratori, una distribuzione equilibrata (in senso qualitativo e quantitativo) degli incarichi, la promozione di un bilanciamento tra vita privata e lavoro, la tutela della parità di genere, anche oltre la tematica del pay gender gap.
La tutela del capitale relazionale richiede agli studi associati e alle società tra professionisti di investire nella fidelizzazione del cliente nei confronti della struttura. Da questo punto di vista, sono efficaci sicuramente le policy di comunicazione ed engagement, ma non nel solo senso del marketing, bensì in una prospettiva più ampia, orientata alla verifica della loro soddisfazione, alla gestione dei reclami o dei punti di frizione con il cliente. Non può essere tralasciata l’utilità anche della promozione del cross selling interno tra i professionisti dello studio, prassi che ne accresce la reputazione in termini di qualità ed efficienza.
È utile segnalare che sfide analoghe dovranno essere affrontate dai professionisti che continueranno a esercitare in forma singola la professione; anche per questi ultimi, sarà progressivamente rilevante evidenziare alla clientela il proprio impegno sui temi della sostenibilità e la condivisione degli obiettivi posti dai clienti.
L’iniziativa “Let’s lab” dell’Università Bocconi
Le tematiche sopra analizzate sono in ogni caso da tempo al centro delle riflessioni degli operatori del mercato professionale e, da ultimo, degli enti di normazione e altri standard setter.
A questo proposito, può essere menzionata la normativa UNI 1610191 che si occupa di un ripensamento del sistema gestione dello studio verso una organizzazione per processi e in questa prospettiva affronta, fra l’altro, proprio i temi della gestione delle persone, della comunicazione e orientamento ai clienti.
Nello stesso senso vale la pena ricordare l’iniziativa “Le’ts lab” dell’Università Bocconi che offre agli studi, su base pluriennale, un percorso di studio, analisi e formazione finalizzato a sviluppare gli obiettivi di sostenibilità in linea con le richieste degli stakeholders interni ed esterni.
Un’ulteriore linea di azione è individuabile nelle prassi di rendicontazione di sostenibilità. Al riguardo, se alcuni studi hanno già cominciato a pubblicare report integrati, bilanci sociali e report di sostenibilità, la Fondazione OIBR ha costituito un gruppo di lavoro incaricato di indagare queste best practice e redigere una guida che possa essere utile per le altre realtà professionali che vogliano avviare anche esse un percorso di rendicontazione di sostenibilità.
In conclusione, può dirsi che anche il mondo degli studi professionali di avvocati è dunque in fermento sui temi della sostenibilità.
Non poteva essere diversamente. Del resto, le professioni liberali si sono sempre dotate di codici deontologici proprio per la consapevolezza della funzione e del ruolo sociale da esse assolti nella società.
di Marco Cristiano Petrassi
Avvocato
(da CSRoggi Magazine – Anno 7 – n.5/6– Dicembre 2022; pag. 48)
Buongiorno,
segnalo all’Avv. Petrassi che il progetto di norma UNI …………….. è diventato definitivamente norma tecnica UNI 11871 il 14 settembre 2022 con il titolo “Studi professionali di Avvocati e Dottori Commercialisti – Principi organizzativi e gestione dei rischi connessi all’esercizio della professione per la creazione e protezione del valore” https://store.uni.com/p/UNI1610191/uni-11871-2022/UNI1610191
Cordiali saluti
Caro Dott. Monteverdi,
ha proprio ragione: il mio riferimento era impreciso.
Si prova a essere accurati del tutto, ma non sempre ci si riesce.
Mi scuso e la ringrazio per l’opportunità segnalazione.
Un saluto,
Marco Cristiano Petrassi