Il primo rapporto dell’ASviS sui territori e l’Agenda 2030 ha stimolato un ampio dibattito, nella consapevolezza che senza collaborazione a tutti i livelli sarà difficile cogliere l’occasione dei fondi europei. 15/12/20
La presentazione del primo Rapporto ASviS su “I territori e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, avvenuta on line nella mattinata di martedì 15 dicembre, è stata l’occasione per fare il punto sul percorso di avvicinamento di Regioni e Città agli Obiettivi indicati dall’Agenda 2030, ma ha offerto anche l’occasione per un confronto tra i soggetti responsabili di realizzare le politiche di sviluppo sostenibile, che proprio nei territori vedono la loro realizzazione. La situazione è descritta nel Rapporto e nel comunicato stampa ed è stata ampiamente descritta nei Tg regionali della Rai, grazie anche alla media partnership con Tgr-Rai e con Ansa.
L’incontro si è aperto con il saluto del presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini, che ha sottolineato come questo Rapporto voglia essere uno strumento importante per costruire le agende politiche locali. Serve ad aumentare il livello e la capacità di programmazione e di pianificazione in coerenza con l’Agenda 2030 per l’elaborazione di piani strategici delle Regioni e delle Città metropolitane, con particolare attenzione all’impegno per i più deboli. Per raggiungere questo obiettivo bisogna però uscire da una logica di contrapposizione tra il settore pubblico e il settore privato, perché la pubblica amministrazione ha bisogno dell’apporto delle imprese. “È finito il tempo dei tatticismi, dobbiamo aprire una fase nuova”.
Il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, ha sottolineato l’importanza del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) in corso di elaborazione, “strumento determinante per fare fronte alle conseguenze della pandemia e per consentire la transizione verso un modello finalmente sostenibile. Serve a questo scopo una strategia complessiva, che deve abbracciare tutti i livelli istituzionali, tutte le componenti della società. In ciascun territorio si deve consolidare la consapevolezza di concorrere al bene comune e quindi l’adozione di modelli di produzione e consumo sostenibili. (…)
Il Rapporto è stato presentato da Walter Vitali, direttore di Urban@it e coordinatore del Gruppo di lavoro sul Goal 11 dell’ASviS ed è stato discusso in una tavola rotonda condotta da Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza.
Nella sua relazione (vedere slide) Vitali ha illustrato le proposte dell’ASviS:
- coordinare il Pnrr e il Programma nazionale di riforme (Pnr) come «Programma quadro per lo sviluppo sostenibile 2021-2026» che metta a sistema le molteplici strategie settoriali e assuma la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS) in corso di aggiornamento come scenario al 2030;
- costruire i sistemi di monitoraggio sulla base dei Goal dell’Agenda 2030 e dei relativi Target nazionali, i quali vanno assegnati in modo differenziato alle Regioni e ai territori per stimolare un percorso di convergenza verso gli Obiettivi al 2030;
- assicurare il forte coinvolgimento delle Regioni, delle Province, delle Città metropolitane, dei Comuni e delle loro Unioni nel disegno e nell’attuazione del Pnrr;
- predisporre una Agenda urbana nazionale per lo sviluppo sostenibile, come articolazione della Strategia nazionale, con un forte ruolo di coordinamento da parte del Comitato interministeriale per le politiche urbane (Cipu) opportunamente riformato;
- dare continuità anche per il prossimo settennato 2021-2027 alla Strategia nazionale per le aree interne (Snai);
- definire le nuove procedure del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess), che deve essere la cabina di regia del Pnrr e che adotterà per valutare i progetti d’investimento con uno strumento per il controllo di sostenibilità dei singoli progetti rispetto agli SDGs e ai relativi Target.
(…)
Continua la lettura su asvis.it