Bruno Calchera

Sono mesi che andiamo a ripeterlo.
Quello che sta accadendo è ben più di una frenata al cammino della sostenibilità. Uno dei punti centrali è sempre stato il clima e ultimamente – leggiamo con interesse la lettera di Francesca Basso sul Corriere del 22 Settembre – si viaggia tra ambizione e pragmatismo.

Quando la ragione capisce il problema per la persona significa uno “stacco”, un desiderio di cambiamento, una ambizione, un camminare avanti, velocemente; quando la realtà è confusa e la paura alberga nella mente e nella sfera delle decisioni si fa largo il Pragmatismo. Ambizione e Pragmatismo sono agli antipodi.

Cosa avviene: Ursula von der Leyen dovrà, a margine della Assemblea delle Nazioni Unite, difendere le ambizioni climatiche. E la difficoltà è grande soprattutto perché i 27 Ministri hanno parecchie perplessità sulla strategia da prendere in vista della COP 30 in Brasile. Si è giunti ad un compromesso – che personalmente valuto al ribasso – sulla riduzione dei gas serra; (tra il -66,5% ed il -72% rispetto al 1990). La dead line è stata portata al 2035 (l’Agenda deve essere corretta! Non più 30 ma 35).

Il fatto più significativo è che gli obiettivi sono una dichiarazione d’intenti, nemmeno un impegno comune, vincolante. Il presidente di turno della Commissione al Clima, l’olandese Wopke Hoekstra ha manifestato tutto il suo ottimismo. La realtà è ben diversa. Italia, Germania, Francia e Polonia hanno suscitato le ire delle Associazioni ambientaliste chiedendo una discussione sui nuovi target, chiedendo la posticipazione dei target.

E come recentemente abbiamo avuto modo di dilungarci nel nostro intervento sul Corriere della Sera, c’è in effetti un ripensamento che è stato favorito dall’ingresso nell’agone politico di Trump. È una valanga che ha toccato il Canada e l’Australia, e alla fine mostrerà la sua potenza a tutta l’Europa.
Il titolo del lavoro di Liebreich di Bloomberg titola “Il Reset pragmatico del clima”. Con l’obiettivo di ridimensionare gli eccessi storici e accettare la realtà.

Recentemente, ad un incontro promosso da ASVIS, ho avuto modo di verificare che il tema politico non è da tutti percepito allo stesso modo. Poi vi sono delle fughe astratte ed ideologiche pensando che l’arrivo della Intelligenza Artificiale possa modificare il trend attuale e la realtà così come è vissuta nell’Europa e nel Mondo.
La frenata è politica!

È pur vero che qualcosa è cambiato, che in effetti ci troviamo davanti un modo culturalmente diverso, sensibile e in molti casi disponibile a sacrifici per evitare la pazzia del clima, che nessuno desidera arrendersi al tanto peggio. Stiamo pensando a persone, alla ragionevolezza di cittadini che lottano in ogni circostanza per vincere la battaglia del clima.

Sono gli stati che non hanno più quattrini, e che faticano per campare con poche risorse. Si sono gettati via molti soldi e tanto tempo senza pensare che ad un certo punto ci sarebbe stato chiesto il conto per ogni manchevolezza e per ogni distrazione e supponenza. Lo stop di Trump in qualche modo certifica l’inutilità delle COP che ci sono state e che non hanno combinato gran che, per gli stati che vi hanno partecipato. Per essere sostenibili, ora, occorre che ambizione, desiderio e operosità camminino con la Ragione e non vi sia scandalo se i passi sono più corti.

C’è un cammino da fare. Comunque!!!!

(23 settembre 2025)
(Foto di Fateme Alaei su Unsplash)

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