Il momento è difficile, la “vita” della sostenibilità è sempre più complicata. A livello politico internazionale sono davvero pochi, oggi, i leader disposti a stracciarsi le vesti per difendere concetti come sviluppo sostenibile, energie alternative, riduzione delle emissioni, giustizia sociale, inclusione, ecc.
Può dunque essere interessate ricostruire quale sia il grado di sensibilità nella nostra cara, vecchia Europa, verificando che cosa pensano, a grandi linee, le donne e gli uomini che governano i principali Paesi, cominciando dall’UE e passando alle singole realtà, riportate in ordine alfabetico.
(Leggi l’articolo di Lupa Solitario qui sotto, oppure da CSRoggi Magazine – n.2 – Anno 10 – Aprile/Maggio 2025; pag.50)
UNIONE EUROPEA
Ursula von der Leyen. La Presidente della Commissione europea considera sempre la sostenibilità come una priorità strategica, con però un approccio più pragmatico rispetto al suo primo mandato. Continua a sostenere il Green Deal Europeo, ritenuto un motore di crescita e innovazione che ha l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. A gennaio 2025 ha avviato una revisione delle normative ambientali, così da ridurre la burocrazia e favorire la competitività tra le imprese.
AUSTRIA
Karl Nehammer. Ha espresso più volte pareri contrari al Green Deal europeo e contro gli ambientalisti che hanno condotto proteste contro l’uso di combustibili fossili in Austria, da lui definiti “estremisti”.
BELGIO
Bart De Wewer. Adotta un approccio pragmatico alla sostenibilità: sostiene l’energia nucleare per
garantire sicurezza energetica fino al 2045 e promuove progetti locali. A livello UE, chiede meno regolazioni per favorire la competitività, pur restando impegnato sugli obiettivi climatici.
CROAZIA
Andrej Plenkovic. Ha più volte espresso un forte impegno verso la sostenibilità ambientale e la transizione energetica. Il Paese oggi è 8° su 193 nell’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU.
DANIMARCA
Mette Frederiksen. Promuove una sostenibilità integrata con la giustizia sociale, puntando su energie rinnovabili, innovazione tecnologica e politiche inclusive. Ha fissato l’obiettivo di neutralità climatica per il 2045 e avviato iniziative come la tassazione delle emissioni agricole e la riforestazione di 250mila ettari.
ESTONIA
Kristen Michal. Ha espresso un forte impegno verso la sostenibilità ambientale, ma ha anche evidenziato la necessità di un approccio equilibrato che tenga conto della crescita economica.
FINLANDIA
Petteri Orpo. Sostiene una sostenibilità basata su innovazione e tecnologie verdi, ma il suo governo è criticato per aver indebolito le politiche climatiche, soprattutto nella gestione delle foreste, creando un divario tra obiettivi e azioni.
(FRANCIA)
Emanuel Macron. Promuove il Green Deal europeo e le politiche di decarbonizzazione. Ha lanciato il “Piano France 2030” che prevede investimenti per 54 miliardi di euro in settori strategici come energie rinnovabili, veicoli elettrici e ibridi, produzione di alimenti sostenibili. Lo scorso febbraio 2025 ha promosso l’uso di energia elettrica pulita per alimentare l’intelligenza artificiale.
GERMANIA
Friedriche Merz. Fresco di nomina, privilegia politiche che riescano a bilanciare obiettivi ambientali con la crescita economica e la competitività industriale. È scettico sul rapido abbandono dei combustibili fossili e sulla chiusura delle centrali nucleari, sostenendo che tali decisioni potrebbero influire negativamente sulla sicurezza energetica e l’industria tedesca.
GRECIA
Kyriakos MTtsotakTs. Ha approccio pragmatico, volto a bilanciare gli obiettivi ambientali con la competitività economica e la sicurezza energetica Ha avviato un fondo di 2 miliardi di euro, in collaborazione con l’UE, per la decarbonizzazione delle isole greche e vari investimenti per la protezione della biodiversità marina, la gestione del turismo sostenibile e l’adattamento ai cambiamenti climatici.
ITALIA
Giorgia Meloni. Il suo approccio si basa su un “ambientalismo conservatore” finalizzato a proteggere l’ambiente senza compromettere la crescita economica e la sovranità nazionale. È critica verso alcune politiche ambientali dell’UE che, sostiene, rischiano di sacrificare settori come l’agricoltura in nome di un’ideologia green. Promuove un approccio pragmatico e tecnologicamente neutro alla transizione ecologica.
NORVEGIA
Jonas Gahr Store. Promuove un bilanciamento tra transizione energetica e giustizia sociale, ma è criticato per l’espansione dell’industria petrolifera e per decisioni controverse che suscitano preoccupazioni ambientali e tra le comunità indigene.
PAESI BASSI
Dick Schoof. Sostiene una sostenibilità che tenga conto delle realtà economiche e sociali, basato su soluzioni equilibrate. Nei Paesi Bassi alcune sue recenti affermazioni hanno destato preoccupazione tra gli ambientalisti e istituzioni europee, preoccupate per un indebolimento degli obiettivi ambientali.
POLONIA
Donald Tusk. Ha espresso la necessità di una revisione critica e oggettiva del Green Deal europeo, colpevole di trascurare troppo la competitività economica. È costante la sua promozione di investimenti nelle energie rinnovabili e ha firmato un accordo con il Canada per una collaborazione nel settore nucleare, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza del Paese dal carbone.
REGNO UNITO
Keir Starmer. Sostiene con forza la sostenibilità ambientale: transizione energetica e lotta al cambiamento climatico sono al centro della sua agenda. La transizione verso il net zero è considerata fondamentale per la prosperità e la sicurezza nazionale del Paese.
REPUBBLICA CECA
Petr Fiala. Promuove una sostenibilità pragmatica. Ha sottolineato la necessità di rivedere aspetti chiave del Green Deal europeo, in particolare legati all’industria automobilistica, al sistema di scambio delle emissioni e agli obiettivi climatici per il 2040.
SPAGNA
Pedro Sanchez. Ha di recente riaffermato il suo impegno verso la sostenibilità ambientale e la transizione energetica verde. Ritiene che la crisi climatica debba essere affrontata con una risposta unitaria e multilaterale dell’intera comunità internazionale. Promuove un ruolo centrale dell’idrogeno verde nella strategia energetica spagnola.
SVEZIA
Ulf Kristersson. Persegue l’attuazione di una crescita economica sostenibile. La Svezia è uno dei paesi più avanzati nella lotta contro il cambiamento climatico ed è un leader nelle energie rinnovabili, in particolare in idroelettrico ed eolico, e ha fissato obiettivi ambiziosi di emissioni zero.
SVIZZERA
Viktor Rossi. Sostiene un approccio alla sostenibilità equilibrato, che tenga conto delle esigenze ambientali ma anche della prosperità economica e sociale del Paese.
UCRAINA
Denys Shmyhal. Il Primo Ministro ucraino vede la sostenibilità come un pilastro fondamentale di quella che sarà la ricostruzione dell’Ucraina, cercando di integrare la crescita economica con la responsabilità ambientale e la modernizzazione tecnologica.
UNGHERIA
Viktor Orban. È critico sulle iniziative climatiche dell’UE, da lui definite “fantasie utopiche” che possono aumentare i costi energetici e compromettere la competitività e la sovranità nazionale ungherese. Sostiene l’uso continuato di fonti energetiche tradizionali.
(19 maggio 2025)