Si è aperta una nuova era, con la sostenibilità sempre più connessa a processi innovativi, al fine di sviluppare nuove soluzioni attraverso cui rendere sempre più efficace ed efficiente l’impegno delle imprese, e migliorare la capacità di risolvere problematiche sociali e ambientali sempre più critiche.

Sostenibilità fa sempre più rima con… innovazione! Il percorso che ha portato la sostenibilità al centro delle strategie aziendali è stato lungo e complesso ma oggi, finalmente, le imprese hanno preso consapevolezza circa l’importanza di orientare i propri obiettivi e comportamenti verso la possibilità di contribuire a uno sviluppo che sia sempre più inclusivo e sostenibile. Le organizzazioni hanno, quindi, dovuto ripensare le loro strategie, politiche e azioni per rispondere a nuovi bisogni, trovandosi talvolta nella difficoltà di non disporre di metodi, strumenti e conoscenze.

Si è aperta, così, una nuova era, in cui la sostenibilità è sempre più connessa a processi innovativi, al fine di sviluppare nuove soluzioni attraverso cui da un lato rendere sempre più efficace ed efficiente l’impegno delle imprese, dall’altro migliorare la capacità di risolvere problematiche sociali e ambientali sempre più critiche per la tutela dell’ambiente, la crescita integrale delle persone e il benessere delle comunità.

Da qui ha preso origine l’evento del Salone della CSR e Innovazione sociale dello scorso 5 ottobre, promosso da ALTIS – Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, durante il quale manager e professionisti si sono confrontati attorno al tema “Innovability®. La tecnologia a servizio della sostenibilità”. In che modo la sostenibilità può alimentare processi innovativi e migliorare l’impatto che le nuove tecnologie determinano sull’ambiente e sulla società? E in che modo, d’altro canto, i processi innovativi possono sostenere e facilitare il raggiungimento di obiettivi sociali, ambientali e di governance sempre più complessi e sfidanti?

Manager e professionisti provenienti da realtà di spicco nel contesto nazionale e internazionale come ENEL, Wind Tre, Medtronic, PoliHub, Forethinking e Re2N hanno dialogato attorno a queste domande nella tavola rotonda: una pluralità di voci e approcci che ha permesso di approfondire opportunità e limiti connessi all’integrazione tra sostenibilità e innovazione; un confronto di visioni, strategie, tattiche ed esperienze di grande valore e interesse per l’oggi e il domani del nostro paese e del mondo.

Affrontare l’innovazione a 360 gradi
Partiamo dall’origine. Il concetto di Innovability® nasce con Enel diversi anni fa quando – spiega Fernanda Panvini, Responsabile Economia Circolare – l’azienda decise di affrontare il concetto di innovazione a 360 gradi, dai modelli di business ai processi, al ruolo del cliente e della filiera e il concetto di sostenibilità come sviluppo di qualcosa che si può, si è in grado di affrontare. Due concetti che si integrano e sostengono: Innovability® si è tradotta internamente all’azienda sia a livello strategico sia a livello di singolo business. Una vera e propria trasformazione, partita dall’interno che si è via via aperta coinvolgendo il mondo esterno attraverso la piattaforma Open Innovability e l’economia circolare, che permette crescita e sostenibilità economica grazie alla revisione di tutti i processi, dal circular procurement al LCA dei prodotti con un cambio di paradigma incisivo.

Un ecosistema costruito attorno al paziente
L’integrazione tra sostenibilità e innovazione, però, ha raggiunto anche altre aziende e altri settori, come ben dimostrato dall’impegno di Medtronic, dove la tecnologia è al servizio della sostenibilità e della ambiziosa mission aziendale che recita “contribuire al benessere dell’umanità”. Ne ha parlato Armida Gigante – Sustainability, Open Innovation & Stakeholder Experience Sr Manager –: «La Mission di Medtronic pone il suo focus sul sociale, sulla ricerca e sviluppo per l’ingegnerizzazione dello straordinario, per fornire a quante più persone possibili l’accesso alle cure. Un’innovazione che non si limita ai prodotti ma si traduce in Italia sia nella collaborazione fattiva con Università con il programma Open Innovation, le Associazioni Pazienti, e Istituzioni nell’impegno per la concretizzazione del Value Based Health Care, ovvero per un’evoluzione del sistema sanitario verso un ecosistema costruito intorno al paziente con l’obiettivo di generare valore, passando dalla remunerazione delle prestazioni alla remunerazione degli esiti, offrendo le cure migliori a fronte di costi uguali o minori. Un’innovazione per la sostenibilità anche ambientale, oltre che sociale ed economica, che si traduce anche internamente, non solo in un’ottica di prodotto e modelli di business ma coinvolgendo tutti i dipendenti delle 7 sedi, partendo dal board per creare integrazione culturale volta a innovazione e sostenibilità e ottenere risultati di eccellenza operativa in tutti i processi».

Comportamenti e stili di vita virtuosi
Si parla di innovazione digitale non può mancare la voce di PoliHub, realtà del Terzo settore, parco innovativo e acceleratore di startup deep tech volte a sviluppare innovazioni che hanno le potenzialità per generare un grande valore economico e creare un significativo impatto sulla società. «Il focus – racconta Enrico De Luchi, CEO di PoliHub – è il climatech per ridurre l’impatto climatico in un’ottica di economia circolare vista l’urgenza del periodo storico in cui viviamo, ma in Italia siamo forti anche nelle tecnologie di base oltre alle capacità di produzione scientifica e hardware. Per riuscire a vincere questa sfida per la sopravvivenza ci vogliono anche grandi investimenti, vi sono molteplici opportunità di business, ma è fondamentale creare comportamenti e stili di vita virtuosi. Inoltre non si può pensare alla tecnologia come l’AI, quantum computing, analisi dei dati, biotec o lifescience senza pensare di doverle integrare con l’etica, per esempio, ciò diventa chiave per la sostenibilità sotto molteplici aspetti».

In questa visione prismatica di Innovability® non poteva mancare l’angolatura di WIND Tre con Alberto Pietromarchi che ha portato l’esempio concreto del loro progetto Borghi connessi. Un esempio virtuoso di responsabilità aziendale per portare la tecnologia digitale ai cittadini e valorizzare i piccoli borghi italiani ricchi di eccellenze in diversi settori. Un progetto che coinvolge giovani, anziani piccoli imprenditori e sindaci, e sviluppa un tema molto attuale come i data analitics e valorizza il digitale come mezzo per migliorare le relazioni e la qualità di vita di tutti, soprattutto degli anziani.

L’importanza di collaborazione e partnership
Un altro interessante contributo alla tavola rotonda ha messo in luce come la digital trasformation può essere applicata per migliorare il coinvolgimento degli stakeholder, per abilitare percorsi di innovazione sostenibile e per migliorare la misurazione degli impatti generati: è la volta di Alberico Tremigliozzi e Re2n, che ha raccontato la nascita della loro piattaforma di Open Innovation per soluzioni sostenibili. Partendo dall’uso della digital trasformation per garantire sostenibilità nelle aziende, il percorso è divenuto virtuoso e la sostenibilità stessa è divenuta motore di innovazione. «Questo grazie al continuo ascolto e dialogo tra diversi stakeholders, che permette di rilevare i bisogni e le aspettative e – spiega – questi sono sempre più legati alla sostenibilità e alla necessità di disporre di nuovi prodotti e servizi. Importante ricordare che molto dipende dal tipo di azienda, dalla sua storia e dai settori in cui opera: oggi lavorano con aziende che nascono già su innovativi modelli di business che mettono al centro la sostenibilità, e altre, più grandi, che devono affrontare la sfida di ripensare il proprio business in linea con il concetto di Innovaility®».

La tavola rotonda si è chiusa con Gennaro Durante CEO della startup Forethinking e il suo metodo Forethinking, che sperimenta i prodotti del futuro basandosi sull’ecodesign, la valutazione dell’intero ciclo di vita del prodotto, e il market design. Bisogna creare i contenuti, i prodotti del futuro per poi comunicarli e a quel punto si vede la strategia vincente. Ad oggi magari sono ancora poche le aziende visionarie in tal senso ma anche le aziende storiche ritroveranno la vita proprio dalla collaborazione con le nuove e la creazione di network innovativi. La collaborazione e la partnership come fattore sempre più rilevante e determinante nella capacità di innovazione sostenibile delle aziende.

Ci portiamo a casa molti messaggi, idee, e inviti come quello di smettere di avere paura del futuro come riferisce Enrico De Luchi e guardare avanti con ottimismo lasciando maggior spazio ai giovani, magari legando le tecnologie e l’innovazione a comportamenti virtuosi come aggiunge Alberto Pietromarchi, arrivando a tutto il grande pubblico ribadisce Alberico Tremigliozzi. Per arrivare a tutti, però, bisogna partire dall’interno dell’azienda con un approccio agile e di design thinking che permei dai manager a tutti i dipendenti nel quotidiano attraverso la misurazione e il mindset aziendale, ci suggerisce Armida Gigante. Conclude Fernanda Pavini ponendo l’accento sull’importanza dell’attenzione ai decisori pubblici, senza il loro sostegno non c’è scalabilità per arrivare a tutta la filiera. Bisogna fare, perché anche il non fare ha dei costi, ma soprattutto bisogna fare bene!

di Elena Busetto e Laura Maria Ferri

(da CSRoggi Magazine – Anno 7 – n.5/6– Dicembre 2022; pag. 34)

 

 

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