Prende finalmente avvio il Registro Unico Nazionale del Terzo settore (RUNTS). È un passaggio atteso e fondamentale del lungo percorso compiuto dalla Riforma del Terzo settore nonché la prima vera concretizzazione del Codice del Terzo settore; basti pensare che il RUNTS sostituirà tutti i “vecchi” registri operanti a livello nazionale, regionale e provinciale, precedentemente gestiti secondo normative regionali e procedure differenziate.
Non solo: il Registro unico aprirà le porte agli enti diversi dalle tipologie organizzative “classiche” e più diffuse quali APS, ODV e Onlus. Includendo una platea maggiore di organizzazioni, il RUNTS da un lato consentirà di acquisire informazioni con maggiore uniformità e trasparenza da molti più enti, vigilando sulla correttezza ed efficacia del loro operato, aspetto fondamentale per chi vuole creare partnership con il mondo del Terzo settore; dall’altro, l’iscrizione concederà agli stessi enti diversi dalle tipologie organizzative “classiche” una maggiore capacità progettuale e una serie di benefici fiscali ed erogativi che con la normativa precedente non erano previsti (5 per mille, agevolazioni fiscali aggiuntive, ecc.).
La trasmigrazione al Registro Unico
Il 24 novembre 2021 si sono finalmente aperte le tanto attese iscrizioni. A partire da questo momento (con esattezza dal giorno prima, ma poco cambia) è iniziato il processo di trasmigrazione degli enti già iscritti in uno dei precedenti registri provinciali, regionali o nazionali al nuovo Registro Unico. È una fase che avverrà “in automatico” per questi enti, i quali non dovranno far altro che dotarsi di SPID, posta elettronica certificata (PEC) e firma digitale del rappresentante legale ed eventualmente, rispondere alle richieste di integrazione o chiarimenti da parte dell’ufficio competente del RUNTS che sta curando la loro pratica di passaggio al nuovo Registro.
Infatti, dopo la fase di trasmigrazione, comincerà un’imponente operazione di verifica dei dati, finalizzata all’uniformità degli stessi e delle procedure che li riguardano. A partire dal 22 febbraio 2022 e per un periodo di sei mesi, gli uffici preposti del RUNTS dovranno controllare il possesso dei requisiti degli enti: lo statuto adeguato alla nuova normativa con specificate le attività di interesse generale realizzate e le eventuali attività diverse (di cui abbiamo parlato nel numero di Settembre/Ottobre 2021 di CSRoggi Magazine); la composizione della compagine sociale, degli organi di amministrazione e di controllo; gli obblighi di pubblicità, conformità e trasparenza legati al bilancio; i compensi eventualmente erogati agli amministratori; la tenuta corretta dei libri sociali, e al tro ancora.
Uniformità, trasparenza e completezza delle informazioni
Si tratta di un’operazione delicata e complessa che “darà il la” alla rivoluzione prevista per quanto riguarda l’uniformità, completezza delle informazioni e trasparenza che dovrà caratterizzare da ora in avanti la vita degli Enti del Terzo settore.
Sappiamo infatti che per iscriversi al Registro unico si dovranno fornire precise informazioni che riguardano l’Ente di Terzo Settore, il suo funzionamento e il modo in cui utilizza le risorse; le stesse informazioni, finalmente uniformate, riguarderanno gli iscritti di tutte le regioni e province del Paese. Inoltre, gli enti di Terzo settore saranno tenuti ad aggiornare con regolarità ciò che hanno comunicato (ad esempio fornendo i bilanci di esercizio, da redigere anch’essi in modo chiaro e uniforme secondo gli appositi schemi di bilancio) e in caso di variazione dei dati.
Questo permetterà di ottenere una fotografia leggibile e aggiornata di ciascun iscritto al registro perché, è bene ricordarlo, la consultazione del RUNTS sarà pubblica. Per arrivare a una lettura quanto possibile ampia delle informazioni contenute nel Registro Unico però bisognerà portare ancora un po’ di pazienza, perché la facoltà di consultare i dati sarà possibile solo con il raggiungimento di un numero minimo di iscritti. Inoltre, non sappiamo ancora precisamente quali e quanti dati saranno consultabili, a quale titolo e in quale modalità.
Un circolo virtuoso di pratiche e sinergie
Dalla lettura delle norme, in particolare il “papà” del RUNTS, il decreto ministeriale 106/2020 che ne stabilisce regole, gestione, funzionamento lascia intendere che la conoscibilità delle informazioni avverrà in modo graduale, secondo un processo evolutivo per cui, citando l’articolo 37 del decreto ministeriale “il complesso delle informazioni disponibili per ciascun ente è implementato attraverso successivi aggiornamenti fino a garantire la completezza delle informazioni previste secondo il regime ordinario”.
Manca insomma ancora qualche pezzo, ma il più è fatto. E l’obiettivo, chiaro, condiviso e non più ritrattabile, è favorire la conoscibilità degli Enti del Terzo settore, promuovendo scelte più consapevoli da parte di cittadini e imprese che vorranno sostenerli e/o collaborare, in un’ottica di trasparenza e fiducia tra le parti che si auspica produrrà un circolo virtuoso di pratiche e sinergie, a beneficio dell’intera società.
di Mauro Diluca – Fare Non Profit di CSV Milano
(da CSRoggi Magazine, anno 6, n.5, Novembre/Dicembre 2021, pag. 44)