José Manuel Velasco, membro dell’attuale Consiglio di Amministrazione della Global Alliance for Public Relations and Communication Management, afferma che la comunicazione rappresenta un elemento fondamentale per affrontare, tramite un dialogo aperto, le principali sfide a cui il mondo va incontro.

 

 

José Manuel Velasco, che ha all’attivo una consolidata esperienza nell’ambito della comunicazione, è il promotore di un’iniziativa il cui obiettivo consiste nel far sì che l’ONU prenda in considerazione la “comunicazione responsabile” come ulteriore Obiettivo di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, inserendolo nell’elenco come diciottesimo SDG.

Originariamente pubblicata su Soziable.es, l’intervista illustra nello specifico le ragioni per cui l’organizzazione ha preso la decisione di lanciare questa iniziativa: «Noi della Global Alliance for Public Relations and Communication Management riteniamo che, senza un dialogo aperto tra le diverse parti e i diversi gruppi di interesse, alcuni Obiettivi di Sviluppo Sostenibile resteranno incompiuti. Siamo, inoltre, giunti alla consapevolezza che la comunicazione svolge una funzione strategica fondamentale nel consolidare le democrazie e nel favorire un dialogo aperto riguardo le principali sfide che il mondo si trova ad affrontare. Oggi sappiamo che, senza una comunicazione sincera, rigorosa, aperta e onesta, il progresso rimane un’utopia».

Perché ritiene imprescindibile una comunicazione responsabile?
«Una comunicazione responsabile nasce dall’idea che il principio fondamentale che siamo chiamati a difendere sia la verità. E oggigiorno è davvero necessario difendere la verità, tutelarla e proteggerla, proprio perché il mondo è pieno di menzogne e perché mentire è più conveniente. Un altro degli obiettivi della Global Alliance consiste nello stabilire standard globali per l’effettivo esercizio della comunicazione. La comunicazione svolge la stessa funzione del plasma, all’interno del quale scorrono le sostanze alla base della democrazia e del progresso. E il plasma deve essere pulito, trasparente, deve scorrere in modo fluido».

Ma cosa si intende esattamente per “comunicazione responsabile”?
«Il concetto di comunicazione responsabile ha molte sfaccettature, tutte di grande importanza. È sinonimo di comunicazione rigorosa, comunicazione basata su dati di fatto, comunicazione inclusiva che offre un supporto ai media e al giornalismo di qualità, la cui missione è di fondamentale importanza per il benessere e il progresso delle democrazie: queste ultime si basano infatti a loro volta sulle libertà, tra cui la libertà di opinione e la libertà d’informazione».

Avete lanciato un appello alle associazioni di tutto il mondo che si occupano di comunicazione, invitandole a partecipare a questa iniziativa. Che tipo di responso avete ottenuto fino ad ora?
«Ci siamo rivolti in primo luogo alla comunità che fa parte di questa stessa federazione mondiale di comunicatori, la Global Alliance, e ad oggi abbiamo raccolto più di 60 adesioni. Questo significa che alcune delle associazioni di comunicazione più grandi al mondo appoggiano e sostengono la nostra causa. Al momento l’iniziativa è aperta a qualsiasi tipo di associazione, in particolare a quelle che operano nel settore della comunicazione o in ambiti correlati».

Secondo quanto affermate, una comunicazione responsabile implica l’utilizzo di un linguaggio positivo e inclusivo. Che cosa occorre fare per migliorare in questo senso?
«La lingua è sempre in evoluzione. Come tale, deve evolversi in modo positivo, così da poter far fronte alle sfide più importanti a cui la società va incontro. Una di queste riguarda proprio la diversità e l’inclusione. Pertanto la lingua deve adattarsi sempre di più ai tempi e alle esigenze del mondo in cui viene utilizzata. L’appello è un invito a essere consapevoli del modo in cui ci esprimiamo, poiché i nostri pregiudizi possono condizionare le relazioni che gestiamo nel corso delle nostre conversazioni. Il modo migliore di controllare i nostri pregiudizi è conoscerli. Talvolta questi emergono in modo automatico dal linguaggio, pertanto analizzare il modo di parlare di ognuno di noi ci offre una quantità enorme di informazioni che, se ne siamo consapevoli, ci può aiutare ad adottare un comportamento più positivo, ovvero una condotta socialmente più responsabile».

Per concludere, quando ritiene che potremo vedere tra gli obiettivi globali dell’Agenda 2030 il goal 18 dedicato alla comunicazione responsabile?
«Si tratta di un obiettivo davvero ambizioso. Non è così scontato che l’ONU prenda in considerazione la possibilità di inserire un nuovo obiettivo, dal momento che quelli già presenti nell’Agenda 2030 devono seguire un proprio percorso di sviluppo ed essere tracciabili. Ma per noi la cosa più importante è l’appello che abbiamo lanciato, la possibilità di creare un movimento che evidenzi il fatto che non possiamo permetterci che la comunicazione si deteriori così come si sta deteriorando la fiducia, se non addirittura la percezione della democrazia. Come dicevamo, si tratta del plasma nel quale scorrono i nutrienti fondamentali di un sistema che mette al centro il progresso e il benessere delle persone».

Fonte: https://www.soziable.es/entrevista-jose-manuel-velasco-comunicacion-responsable

a cura di Guido Ruffinatto
traduzione a cura di Dotwords

(da CSRoggi Magazine – Anno 8 – n.5 – Novembre/Dicembre 2023; pag. 16)

 

 

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