Gennaio 2024 è stato il primo mese dell’anno più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media dell’aria superficiale di 1314° C. Diventa sempre più difficile riuscire a mantenere l’aumento delle temperature sotto i 1,5° C, come richiesto dagli Accordi di Parigi.

Che il Pianeta stia bollendo non è solo una sensazione soggettiva: è arrivata l’ennesima conferma scientifica. Già a luglio 2023 la temperatura media è stata la più alta mai registrata da quando si effettuano le rilevazioni scientifiche e, in generale, di 1,06 gradi sopra la media del periodo 1991-2020. Anche le temperature del mare avevano raggiunto livelli record.

Il nuovo mese più caldo però è stato gennaio 2024, che ha scalzato tristemente luglio al secondo posto: è stato il gennaio più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media dell’aria superficiale di 13-14°C. Ma non solo: l’estensione del ghiaccio marino antartico ha registrato una diminuzione di circa 1,6 chilometri quadrati rispetto al precedente minimo invernale risalente all’anno 2022.

A dichiararlo è Copernicus Climate Change Service, componente del Programma Spaziale dell’UE per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con il finanziamento dell’UE, che he opera su sei servizi tematici (atmosfera, marino, terra, cambiamento climatico, sicurezza ed emergenza) e pubblica bollettini climatici mensili. Tutti i risultati riportati sono basati su analisi generate al computer e secondo il set di dati della rianalisi ERA5, che utilizza miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche di tutto il mondo.

Il climatologo e Premio Nobel del 2007 Filippo Giorgi di recente ha messo in dubbio la possibilità di mantenere l’aumento delle temperature sotto 1,5° C come richiesto dagli Accordi di Parigi. I fenomeni climatici che stiamo vivendo hanno un impatto incredibile sulle nostre vite di tutti i giorni. Molte colture sono a rischio, così come la salvaguardia della biodiversità.

Lo sforzo collettivo non può più essere rimandato, altrimenti andiamo incontro ad un mondo totalmente diverso da come lo abbiamo visto finora, in chiave negativa. Nonostante le emergenze socio-politiche che stiamo affrontando, occorre parlare sempre più di cambiamento climatico per evitare che passi in sordina al secondo posto e che sia rimandato per l’ennesima volta a nostro discapito.

Fonte: https://climate.copernicus.eu/?utm_source=press&utm_ medium = referral&utm_id=pr-cb-0124

di Ylenia Esther Yashar

( da CSRoggi Magazine – n.1 – Anno 9 – Gennaio/Febbraio 2024; pag. 46 )
(Image by G.C. from Pixabay)

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