Secondo me
Lo so che non si fa: non è bello parlare di sé stessi e delle proprie attività. Però una volta concedetemelo.
Anche perché noi di CSRoggi stiamo vivendo un “passaggio” abbastanza importante.
Ma cominciamo dall’inizio.
CSRoggi è nato circa quattro anni fa da una chiacchierata che poteva restare solo chiacchiera. Ricordate la bella canzone di Gino Paoli “Quattro amici al bar”? Noi non volevamo “cambiare il mondo” ma semplicemente far convergere l’attenzione su una problematica che ci sembrava importante ma anche abbondantemente trascurata: la Responsabilità Sociale (CSR – Corporate Social Responsibility. Allora non c’era quasi neanche una parola italiana che la identificasse).
E ci siamo detti “che cosa possiamo fare noi?”. Forse cambiare il mondo era un obiettivo troppo ambizioso, ma, attingendo alle nostre esperienze, avremmo potuto cercare di fare “una corretta divulgazione del mondo della sostenibilità” (come recita la prima riga della testata di questo giornale).
La convinzione era che solo attraverso una corretta e diffusa conoscenza si potesse giungere a diffusi e corretti comportamenti. Da parte di tutti.
Così, passo dopo passo, abbiamo dato vita alla rivista (che sta diventando mensile), al sito (che a noi piace chiamare “portale”), alla newsletter (settimanale) e ad alcuni convegni (molto “verticali”).
Tutti “media” che, abbiamo testimonianze quotidiane, vengono apprezzati (e, senza più ritegno – o finta modestia – vi riporto il commento che una grande impresa internazionale ci ha fatto pervenire con la richiesta di un contatto: “We need to create an article about our CSR activities on CSR Oggi, THE BIGGEST JOURNAL OF THE CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY IN ITALY”).
Siamo molto soddisfatti.
Ieri ci siamo ritrovati per fare un’altra chiacchierata il cui tema era “cosa possiamo fare per rispondere alle richieste che ci provengono da più parti” di questo settore che sembra essersi risvegliato dal torpore. Tanto che addirittura quasi ci spaventa l’uso smodato del termine “Sostenibilità” usato in ogni luogo e in ogni momento.
E abbiamo deciso di far ricorso alla “saggezza dei popoli”, ripescando un proverbio che recita “Tra il dire e il fare” (e che continua anche con “c’è di mezzo il mare”. Ma questa seconda parte non ci ha potuto scoraggiare. Il mare ci piace e non ci fa paura).
Il nostro primo tempo è stato legato al “dire”. Adesso ci sembra giusto cercare di “dare le gambe alle idee”, come sostiene un altro adagio. E, per “fare” ci sembra bello essere al fianco di chi opera in questo campo.
Come?
Creando un “Club”.
Siamo straconvinti che per vincere ci vuole una squadra. E allora riteniamo che le tante eccellenze che si trovano in questo settore possano trarre vantaggio dal mettere a fattor comune esperienze, vittorie raggiunte e vittorie non ancora conseguite. E il Club intende proporsi come punto di aggregazione, che possa “fare” e soprattutto “aiutare a fare”.
Il Club, la scatola, il contenitore è pronto. Le idee ci sono e sono state verificate in una fase di test che ci ha dato soddisfazione ma che soprattutto ha saputo indicare correttivi e aggiustamenti.
La pausa estiva ci permetterà di rifinire e formalizzare questa iniziativa.
Il nostro “secondo tempo” aggiunge al “dire” il “fare” (e anche il “dire” saprà portare alcune interessanti novità).
Vi racconteremo tutto molto presto.
Per adesso andiamo tutti a rilassarci un po’. Immergiamoci nel mare (ma non trascuriamo neanche la montagna) alla ricerca di una vacanza serena.
A presto.
di Ugo Canonici
(da CSRoggi Magazine, anno 4, n.3, Luglio 2019, pag. 34)
(foto: legislazionetecnica.it)