Nulla sarà più come prima. Anche nel mondo della comunicazione e dell’advertising. Il sospetto, già evidente durante il lockdown, diventa certezza se a confermarlo è l’amministratore delegato Italia di Publicis groupe, la multinazionale di comunicazione e advertising. «Di sicuro negli ultimi mesi il digitale in questo paese ha fatto un balzo in avanti per il quale, senza emergenza sanitaria, avremmo impiegato anni — afferma Vittorio Bonori —. In particolare l’ecommerce ha conosciuto uno sviluppo poderoso in tutti i settori persino nel retail food dove le vendite Online valevano appena l’1% del mercato adesso sono salite al 10%. La nostra divisione ecommerce in tre mesi è stata una delle più attive recuperando il gap con altri paesi europei. Questa evoluzione non credo che la perderemo con il ritorno alla normalità».
L’osservatorio
Del resto Publicis Groupe è global leader nel marketing, comunicazione e digitai transformation con un fatturato 2019 da 9 miliardi e 800 milioni, 80 mila dipendenti in più di cento paesi nel mondo. Un punto d’osservazione privilegiato per decriptare gli effetti della crisi globale e cercare di interpretare l’evoluzione dei prossimi mesi. «Inutile sottolineare che si tratti di una crisi del tutto atipica a cui nessuno nel mondo era preparato — spiega il ceo di Publicis Italia—. Nulla a che vedere con la crisi del 2008, nè tantomeno con quella del 2001. Il compito di realtà come quella del nostro gruppo è aiutare le imprese a scegliere una strategia di comunicazione e di posizionamento sul mercato. L’aspetto positivo che stiamo rilevando è che molte aziende, finito il lockdown, stanno studiando una strategia per la fase 3, quella del rilancio e di un mercato che possa tornare in movimento».
Potrebbe essere l’inizio di un risveglio anche in Italia? «Noi possiamo evidenziare ciò che rileviamo nella nostra esperienza — osserva Bonori — durante la crisi ci siamo aggiudicati il 73% delle gare a cui siamo stati invitati dalle aziende. Alcune imprese le avevano iniziate prima della pandemia e hanno deciso di non interromperle, altre le hanno avviate per avviare e pianificare la fase 2. È un preciso segnale di voglia di fare, di non arrendersi: Naturalmente stiamo parlando di aziende che hanno il “fiato” per reggere la prima ondata. Credo che nel nostro sistema economico a rischiare di più saranno le piccole e qualche media impresa che non aveva patrimonializzato e che quindi oggi si trova davanti a un grave problema di liquidità».
La comunicazione
In un contesto complesso come quello che si presenterà da settembre in avanti bisognerà essere in grado di offrire alle aziende qualcosa di più o di diverso rispetto al passato? «Il nostro modello è a metà strada tra holding di comunicazione e multinazionale di consulenza — continua il manager di Publicis —. il nostro gruppo ha trasformato il suo business model attraverso l’alchimia perfetta tra creatività e tecnologia e ha organizzato la sua struttura in maniera modulare in modo da garantire la massima efficienza per i nostri clienti. Abbiamo costruito all’interno del gruppo una costellazione di società che costituiscono l’intera filiera di advertising e comunicazione per offrire alle aziende il cosiddetto prodotto chiavi in mano».
La tecnologia
La multinazionale francese negli anni ha investito molto in tecnologia, digitale componendo un puzzle di società capaci utilizzare la tecnologia nel campo della produzione, dei data base e della comunicazione digitale. « È la nostra end-to-end platform — spiega Bonori —per creare strategie di crescita, audience, costruzione piani, attivare campagne di creatività dinamica, ottimizzarle, misurarle. Attraverso svariate acquisizioni di società complementari, negli anni abbiamo creato una costellazione, così oggi Publicis Groupe è in grado di svolgere un ruolo centrale nella trasformazione e nella crescita dei suoi clienti puntando sulle innovative capacità di marketing e di trasformazione del business digitale e su uno straordinario portafoglio di agenzie di media, creatività, consulenza, tecnologia, dati, digitale e pr. Una microcosmo di società con una capacità di rimanere concentrate sulle nostre attività, anche nella crisi, che è stata ampiamente riconosciuta e premiata dal mercato».
di Isidoro Trovato