Secondo me
Chi è solito dare buoni consigli non sta perdendo l’occasione di suggerire ai giovani, che magari hanno appena terminato il loro ciclo scolastico, di non guardare solo alle professioni del passato, ma fare un serio pensierino alle nuove opportunità che si stanno presentando. Soprattutto di essere creativi e innovativi. E non sospirare solo tristemente sui molti curricula inviati che magari non hanno avuto neanche “l’onore” di una risposta.
Oggi mi unisco alla categoria (dei consiglieri non richiesti) anche io. Ma sono convinto di dare un buon suggerimento. E cerco di spiegare il perché.
Una nuova professione, di cui si parla molto poco al di fuori dell’ambiente degli addetti ai lavori, è quella del CSR Manager in una azienda.
Quando si lavora in un’impresa ci si fa permeare dalla cultura dell’impresa stessa. E soprattutto dai percorsi di carriera. Il commerciale va per la maggiore, ma poi ci sono, a seconda del tipo di lavoro principale che l’azienda svolge, le aree tecniche, le aree amministrative, le aree…
E anche, non dimentichiamolo, ci sono i cosiddetti “cimiteri degli elefanti”. Si tratta di quei lavori che vengono assegnati a coloro che erano cresciuti nelle carriere più ambite e che poi a un certo momento o avevano fatto una sciocchezza, o comunque (giustamente o no) erano stati ritenuti non più adatti a andare avanti su quella strada Per tenerli comunque al lavoro venivano assegnati a lavori, diciamo così, non troppo considerati.
E lì, attendevano la pensione.
Non indicherò nessuna di queste “oasi”. Ma non posso esimer mi dal citarne una sola: quella del CSR manager. E la cito per ché, se era nata così, nel giro d pochissimo tempo, è uscita alla grande dalla “ibernazione” per offrire un ruolo e delle responsabilità di primissimo livello.
Questo perché è successo Perché le aziende italiane son cresciute (e fortunatamente l fanno sempre di più) nell’attenzione alla Sostenibilità Sociale. dato che la “cultura” in quest ambito in genere non “deborda” dalle competenze di molti manager, chi ne sa è necessaria mente “coccolato” da tutti.
Il CSR manager oggi si colloca in un quadro, al di là della posizione in organigramma, di primaria importanza.
Ha a che fare e si interfacci con i mondi dentro e fuori:
- i vertici aziendali
- il management
- i collaboratori
- i sindacati
- gli stakeholder
- il mondo CSR esterno
La formula imprenditoriale prevede che sia coinvolto con:
- stakeholder interni ed esterni
- benefici sociali, ambientali, economici
- proprietà e vertici aziendali
- le best practices.
I ruoli che deve rivestire sono:
- cambiamenti sociali e interni
- dialogo con gli stakeholder
- monitor delle best practices
- leader dei progetti
- suggeritore e consulente.
Queste osservazioni mi sono state fatte da una molto seguita CSR Manager di una grande azienda. Che all’inizio ha vissuto queste mutazioni (da aver ricevuto poche attenzioni, ad essere al centro delle vita e delle scelte aziendali) sulla propria pelle, e adesso le verifica quotidianamente con i più giovani colleghi e le più coinvolte colleghe.
Questa figura aziendale sta diventando imprescindibile perché l’azienda possa vivere correttamente quello sviluppo che, come dicevamo in principio, oggi non può che essere una strada che l’azienda deve percorrere. E non solo ne deve saper parlare ma anche deve saper realizzare cose “buone e giuste”. Per cui non avendo la necessaria cultura e preparazione, per motivi storici pregressi, deve poter contare su chi questa preparazione possiede.
E poi lo dice anche il professor Mario Molteni.
Ugo Canonici