BrianzAcque è l’azienda pubblica che gestisce industrialmente il servizio idrico integrato nella Provincia di Monza e Brianza per un totale di 880mila abitanti. Grazie a un percorso di fusioni e di acquisizioni particolarmente sfidante, oggi, figura nel panel dei primi 15 operatori italiani del settore. È partecipata e controllata dall’ente provinciale e dai 55 Comuni soci secondo il modello in house providing e si occupa dell’intera filiera dell’H2O: acquedotto, fognatura, depurazione.
Dell’attività e dell’impegno di BrianzAcque verso la sostenibilità ne parliamo con Enrico Boerci, Presidente e Amministratore Delegato dell’azienda.

Presidente Boerci, di che cosa si occupa principalmente BrianzAcque?

«Ogni anno, BrianzAcque porta nelle case e nelle aziende del territorio oltre 80 milioni di metri cubi di acqua, colletta i reflui di scarico e li restituisce puliti all’ecosistema fluviale dopo un complesso processo di depurazione. Si prende cura del mantenimento, del miglioramento e dell’innovazione delle reti, degli impianti e delle infrastrutture con costi in bolletta che restano tra i più bassi d’Italia e d’Europa. Moderna ed efficiente, opera secondo il principio di sostenibilità, nel pieno rispetto dell’ambiente. Gestire industrialmente l’acqua, una risorsa preziosa e fondamentale ma ahimè sempre più scarsa, è un impegno costante, che rinnoviamo ogni giorno con attenzione, professionalità e grande passione».

Sostenibilità, etica e integrità sono le vostre tre parole d’ordine per la costruzione di un modello di sviluppo sostenibile?
«Oggi, il vocabolo “sostenibilità” è diventato una parola di moda, talvolta persino abusata, anche per trarne profitti. Per BrianzAcque è da tempo un “credo”, diventato con il passare degli anni parte integrante della mission aziendale. Se vogliamo garantirci una crescita e uno sviluppo che non siano effimeri, dobbiamo necessariamente essere sostenibili. Ancor più dopo l’esperienza del Covid, l’unico modello di crescita possibile è quello sostenibile, declinato nelle sue tre dimensioni: ambientale, economica e sociale. A questo proposito, tengo a dire che sono 13 i goal che intercettiamo sui 17 obiettivi dell’Agenda ONU 2030. Tra le cose che abbiamo imparato in questi due difficili anni di crisi pandemica, è che il termine “pubblico” significa prendersi cura del presente e del futuro, della comunità e del territorio. L’etica è un’altra delle nostre parole chiave. Svolgere un servizio pubblico essenziale come quello idrico, significa operare nell’eticità condividendo valori irrinunciabili di correttezza, di trasparenza e contrastare fenomeni corruttivi. Perseguiamo l’etica legandola al successo stesso della società, che si è dotata di un Codice Etico in cui esplicitiamo l’insieme di valori, principi e regole di comportamento».

Con quale obiettivo?
«Far sì che tutte le attività siano svolte con integrità, correttezza e rispetto delle norme e della persona. Parimenti, abbiamo messo a punto un Piano Triennale di prevenzione della corruzione, integrato con un’apposita sezione dedicata alla trasparenza. Anche nell’informazione, teniamo tantissimo a essere trasparenti come una “casa di vetro”. Tanto per fare un esempio: i risultati delle analisi di laboratorio sulla qualità e sulla potabilità dell’acqua, che portiamo nelle abitazioni e nelle imprese della Brianza, sono consultabili sul sito istituzionale e chiunque, può visionarli. Così come, attraverso un’apposita sezione, tutti possono monitorare lo stato di avanzamento dei nostri cantieri».

Come azienda pubblica siete molto attenti alla soddisfazione del cittadino. Quali forze mettete in campo per migliorare sempre più questo rapporto?
«Operiamo in regime di monopolio, non abbiamo concorrenza. Ci piace però confrontarci e misurarci con chi svolge il nostro stesso lavoro. Potrà suonare strano ma, per noi, il vero business sta nel livello di soddisfazione del cittadino. L’ultimo rapporto di Customer Satisfaction ci restituisce un indice di soddisfazione elevato, pari al 95,6%. Potremmo ritenerci appagati. Invece, no. Dobbiamo far di tutto per migliorarci. Sempre. Questo è un concetto fondamentale, che sta alla base della nostra filosofia aziendale. Siamo al lavoro per garantire interventi ancora più puntali e tempestivi in risposta alle sollecitazioni che arrivano ai nostri canali di contatto come il servizio clienti e il pronto intervento, a disposizione degli utenti 24 ore su 24. Perseguiamo anche una sempre maggior capillarità nell’offerta dei servizi attraverso gli sportelli sul territorio e nella loro accessibilità, che deve essere il più possibile inclusiva».

Dal recente bilancio che avete pubblicato, risultate in prima linea come azienda green sul fronte dell’economia circolare. Cominciamo dalla prima
«Sì, sul versante dell’economia circolare registriamo ottime performance. Cito due indicatori: riusciamo a recuperare il 95% dei rifiuti prodotti e il 100% delle 6.500 tonnellate di fanghi essiccati di depurazione, che rappresentano il principale scarto del ciclo idrico delle acque, la cui circolarità è insita nella sua stessa natura. Nell’attuale contesto, la corretta gestione dei rifiuti è diventata basilare per reimmettere valore nella gestione dell’impresa e, allo stesso tempo, scongiurare effetti negativi sull’ambiente. Ma per crescere su questo versante sono assolutamente convinto che vadano cercate e/o incentivate sinergie industriali tra utilities, pubbliche e private, secondo criteri distrettuali e settoriali. Nel comparto idrico esistono molte opportunità. BrianzAcque sta cercando di sfruttarle, grazie anche a progetti innovativi con altri partner».

E in relazione al contrasto al climate change, come operate?
«Per quanto riguarda invece il nostro impegno rispetto alle conseguenze dei cambiamenti climatici che, in Brianza come nel resto del Nord Italia, si manifestano sotto forma di precipitazioni violente, intense e ravvicinate, evidenzio come già dal 2014 la nostra società è stata capace di studiare strategie e di mettere in campo progettualità per gestire correttamente le acque meteoriche in eccesso. Da qui, la costruzione di numerose vasche volano, enormi bacini di laminazione, capaci di incamerare temporaneamente le acque per poi rilasciarle pian piano a fenomeno estremo concluso, scongiurando allagamenti, esondazioni e proteggendo persone e cose. Ne abbiamo costruite tante e altre ne realizzeremo utilizzando anche parte del Prestito Verde da 55 milioni di euro che ci è stato riconosciuto da BEI quali primi operatori idrici a livello globale per un progetto in linea con gli accordi di Parigi e gli obiettivi climatici della Banca Europea degli Investimenti. Siamo davvero orgogliosi di questo Green Loan che, oltre alle vasche volano, ci permetterà di implementare i nostri impianti e le nostre reti acquedottistiche e fognarie con ricadute positive sull’ambito di riferimento gestito. E che, durante la fase di implementazione del progetto, contribuirà a creare 150 nuovi posti di lavoro».

In quale modo, invece, si materializza la vostra collaborazione con gli Enti territoriali?
«Rispetto alla collaborazione e alle iniziative con la Provincia e con i Comuni nostri soci abbiamo in corso così tante iniziative, che risulta davvero difficile elencarle tutte. In sintesi, posso dire che la nostra mission va sempre più allargandosi, ad esempio, offrendo supporto tecnico alle amministrazioni comunali. O nella fornitura di servizi aggiuntivi per le realtà locali. A questo proposito, penso all’installazione delle casette dell’acqua che, solo l’anno scorso, hanno erogato 18,7 milioni di litri di acqua a “Km 0” con l’ambiente che sorride. Grazie al loro utilizzo, i brianzoli hanno evitato l’emissione di 1,9 mln di kg di gas serra. Analoghe funzioni di presidi di sostenibilità ambientale svolgono gli erogatori idrici che, dal 2018, abbiamo iniziato a posizionare nelle scuole, negli uffici e negli stabili della Pubblica Amministrazione, nelle biblioteche, negli impianti sportivi».

Per voi il personale è “un fondamentale portatore di valore”. Quali sono le vostre attività finalizzate ad agevolare e stimolare l’apporto portato da chi lavora nella vostra azienda?
«BrianzAcque è una vera e propria squadra a servizio dei brianzoli. E le risorse umane sono la sua forza. E la sua ricchezza. Consideriamo le persone che lavorano con noi portatrici di valore oltre che fonte di vantaggio competitivo. Sono loro che spesso rendono possibile “fare la differenza”. Ed è a loro che sono rivolti percorsi formativi per lo sviluppo e il mantenimento delle competenze. A ciò aggiungiamo attività volte al rinforzo della motivazione, dell’integrazione fra le diverse aree aziendali e del senso di appartenenza, fattori rilevanti anche a seguito delle numerose operazioni societarie, conclusesi nel 2018, che hanno portato il trasferimento in azienda di personale proveniente da diverse società. Con lo scoppio dell’emergenza, l’anno scorso, siamo state tra le prime realtà del territorio a introdurre lo smart working. Abbiamo varato politiche che tengono conto delle necessità familiari dei lavoratori attraverso la concessione di permessi e di altre agevolazioni. In particolare, il lavoro agile e la flessibilità degli orari sono strumenti volti a meglio conciliare lavoro e vita personale. Ancora: valorizziamo la professionalità dei dipendenti anche utilizzando accordi di contrattazione decentrata attraverso la predisposizione di piani d’incentivazione pluriennali con obiettivi di crescita professionale e con l’applicazione di un sistema di performance management».

L’emergenza Covid ha cambiato molte cose nella vita di tutti i giorni. Come azienda pubblica, in quale modo avete affrontato e affrontate la situazione particolare con cui siamo obbligati a convivere ormai da quasi due anni?
«In un anno drammatico e impegnativo, che ci ha visti far fronte allo shock pandemico, penso che la nostra azienda si sia rivelata un modello di resilienza, capace di accelerare quei processi ambientali, economici e sociali, che oggi ci permettono di qualificarci come abilitatori di innovazione e costruttori di sostenibilità. Fin dal periodo del primo lockdown, abbiamo sempre garantito la continuità e la regolarità del servizio di pubblica utilità in un momento in cui portare l’acqua nelle case, nelle aziende – che necessariamente dovevano lavorare –, piuttosto che negli ospedali, era fondamentale. Anche perché questa preziosa e indispensabile risorsa per la vita era e resta tuttora, a emergenza sanitaria in corso, una valida alleata per proteggersi dal contagio. Penso all’importanza del gesto-raccomandazione di lavarsi spesso le mani con acqua e sapone».

Come è cambiato il vostro modo di lavorare in azienda e quali azioni avete messo in campo sul territorio?
«Al nostro interno abbiamo riorganizzato l’ambiente e l’attività lavorativa introducendo lo smart working e la cassa integrazione Covid e assicurando sicurezza a chi, necessariamente, doveva recarsi in ufficio o prestare la propria attività con interventi sulle nostre infrastrutture idriche. Ma è verosimilmente il versante esterno, quello per il quale ci siamo prodigati con sforzo e impegno maggiori. Una società come la nostra ha a cuore il territorio e la comunità in cui opera e la Brianza, è stata tra le aree duramente colpite dalla pandemia. Come potevamo non essere al fianco dei nostri sindaci, impegnati in prima linea nella lotta a un nemico senza volto? Come potevamo non interessarci alle persone, improvvisamente trovatesi in difficoltà per ragioni di salute o economiche e sociali? O ancora ai più piccoli, i nostri primi “tifosi” dell’acqua pubblica? Ecco perché insieme alla società RetiPiù, attraverso il progetto “Le Reti del Cuore”, abbiamo subito devoluto 1 milione di euro ai comuni per interventi di prossimità a favore di persone anziane, in fragilità e in isolamento. Ecco perché abbiamo reso gratuita la distribuzione dell’acqua dalle 80 casette presenti nei nostri comuni. Ecco ancora il motivo per cui abbiamo dilazionato da 30 a 60 giorni i termini di pagamento delle bollette, per una cifra di 26,5 milioni di euro concedendo agli utenti la possibilità di rateizzazione senza interessi e sospendendo le attività di sollecito e di recupero coattivo. E avviato progetti educational on line sul tema acqua per i bambini in DAD».

Nel vostro bilancio di sostenibilità raccontate quale valore producete e distribuite in capo ai vostri stakeholder. In conclusione della nostra chiacchierata, ce ne vuole fare qui un breve cenno?
«Siamo una società giovane, ma in progressiva e continua crescita e sempre più di stampo europeo. Nel 2020, abbiamo generato un valore economico, ovvero una ricchezza complessiva pari a oltre 102 milioni di euro. Di questi, solo il 26% è rimasto nella casse societarie per l’esercizio dell’attività. Il restante 74% è stato suddiviso tra i vari stakeholder: la fetta più consistente è servita per i fornitori (64%), seguita a distanza dal costo per il personale dipendente (25%), dalla pubblica amministrazione (9%), dai finanziatori (1%) e dalla collettività a cui è andato l’1% pari a 999.299 euro destinato principalmente a liberalità, sponsorizzazioni, contributi associativi e donazioni. Sotto quest’aspetto, il “mantra” di BrianzAcque, società pubblica al 100%, è la creazione di valore condiviso per i cosiddetti portatori di interesse e per lo sviluppo socio economico del territorio di Monza e Brianza con le sue 74mila aziende, una ogni 12 abitanti che, in questo momento segnato dal perdurare del Covid, si è già rialzato. Ed è già ripartito con una visione del futuro e di crescita sempre più improntata alla sostenibilità».

a cura di Luca Palestra

(da CSRoggi Magazine, anno 6, n.4, Settembre/Ottobre 2021, pag.10)

 

 

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