«Investire e operare in modo sostenibile sul territorio è la nostra mission. Per questo non bastano investimenti e interventi tangibili, ma serve anche la presenza di una cultura diffusa», sottolinea Francesco Esposto, Responsabile Sostenibilità e Innovazione dell’azienda del Servizio Idrico Integrato della Provincia di Brescia.
Acque Bresciane è una Società Benefit totalmente pubblica, nata nel 2017 per gestire il Servizio Idrico Integrato come società in house della Provincia di Brescia. Oggi serve 113 Comuni e oltre 695mila abitanti. Con Francesco Esposto, Responsabile Sostenibilità e Innovazione, ripercorriamo percorso fin qui intrapreso e obiettivi futuri in ambito di sostenibilità.
Dottor Esposto, il vostro rapporto con la sostenibilità è di lunga data. Fin dal 2017 redigete un bilancio di Sostenibilità e saranno gli obblighi normativi, avete deciso di redigere il vostro primo bilancio integrato, riferito all’anno 2022. Quali valori ci sono alla base di queste vostre scelte?
«Siamo un’azienda giovane: nati nel 2017, abbiamo deciso di costruire la nostra identità su una visione forte di sostenibilità e concretezza. Siamo partiti da otto valori, scelti attraverso un percorso partecipato interno all’azienda: sostenibilità, tutela delle risorse naturali, universalità, passione per il territorio, trasparenza, ascolto, coinvolgimento delle persone, eccellenza e innovazione. Su questi valori basiamo il Piano strategico di Sostenibilità al 2045, che ci consente di monitorare e verificare lo stato di avanzamento di nove macro obiettivi e 20 indicatori annuali. L’attività di aggiornamento del Piano è un processo continuo di crescita».
Servite quasi 100 Comuni e quasi 700mila cittadini. Quanto è importante per voi investire e operare in modo sostenibile sul territorio?
«Il settore idrico deve orientare le scelte strategiche su orizzonti temporali molto estesi, perché richiede investimenti ingenti e perché negli anni la situazione idrica si modifica. Investire e operare in modo sostenibile sul territorio è la nostra mission. Per questo non bastano investimenti e interventi tangibili, ma anche una cultura diffusa. Cerchiamo di migliorare la qualità e la sicurezza dell’acqua e di offrire un servizio costante ed efficiente in tutto il territorio che gestiamo, ci impegniamo a tutelare le risorse naturali con un approccio integrato, migliorando i processi, lavorando per ridurre le perdite e riutilizzare le acque depurate. Ma non solo, cerchiamo di essere sostenibili anche a livello sociale ed economico, con particolare attenzione alla trasparenza e a come vengono investiti i soldi pubblici».
Nel 2020 vi siete dotati di un Piano di Sostenibilità che punta a raggiungere precisi obiettivi entro il 2045 ma che prevede anche una serie di valutazioni da tenere anno per anno. Come si sta sviluppando il cammino che avete immaginato? Riuscite a mantenere gli impegni che vi siete dati?
«Crediamo molto nel processo di information inductance, quel fenomeno attraverso cui “obbligarsi” a fornire determinate informazioni all’esterno, stimola una riflessione organica rispetto agli obiettivi e alle azioni necessarie. Per questo siamo partiti fotografando le nostre performance e raccogliendo i dati per poter poi scrivere una strategia di sostenibilità e misurarci per migliorarci. In questi anni gli imprevisti non sono mancati: cambiamenti climatici, pandemia, caro materiali e fluttuazioni dei costi dell’energia, anche per lo scoppio di una guerra alle porte dell’Europa. Mantenere gli impegni non è stato facile, in alcuni casi addirittura impossibile. Siamo stati trasparenti anche sui risultati non conseguiti, spiegando i motivi per cui è successo e, se necessario, ritarando gli obiettivi per l’anno seguente».
Siete di recenti divenuti Società Benefit, un ulteriore traguardo che testimonia il chiaro obiettivo di impostare il vostro modello di business in modo tale da perseguire impatti positivi su economia, ambiente e persone. Ce ne vuole parlare?
«Siamo molto orgogliosi di essere stati la prima utility del servizio idrico integrato a diventare società benefit. Questo significa perseguire non solo gli utili, che per statuto vengono reinvestiti, ma anche impatti positivi per il territorio. La modifica statutaria assicura che l’operato della Società sia sempre condotto in modo responsabile, sostenibile e trasparente verso i nostri stakeholders, diretti e indiretti. Abbiamo una procedura interna per raggiungere gli obiettivi e indicatori specifici (KPI), che consentono di “tradurre” i benefici comuni in azioni concrete. Un esempio: tradurre l’attenzione alla diversità di genere concretamente vuol dire che le selezioni di personale impiegatizio devono rispettare il fatto che almeno il 40% di nuove assunzioni rappresenti ciascun genere».
In estrema sintesi, la vostra attività consiste nel prelevare l’acqua, renderla potabile e distribuirla alle utenze. Poi nel farla defluire nella rete fognaria, depurarla e restituirla pulita all’ambiente. Quanto sta incidendo su questo duplice percorso il cambiamento climatico in atto?
«Per noi il tema dei cambiamenti climatici è una priorità, perché la gestione idrica ne è inevitabilmente influenzata. L’alternarsi di siccità prolungate a fenomeni piovosi intensi, o addirittura estremi, mette a dura prova il sistema, progettato su presupposti diversi rispetto agli attuali. Come gestori affrontiamo in prima battuta le emergenze, poi gli aspetti di lungo periodo e infine quelli culturali, creando e ampliando il dialogo con stakeholders e cittadini, in particolare con i giovani. Tra le attività quotidiane ed emergenziali ricordiamo la manutenzione straordinaria di sorgenti, pozzi e il rifacimento di reti. Alcuni sistemi idrici sono stati interconnessi e abbiamo installato strumenti di telecontrollo che mo- nitorano i parametri fondamentali per prevenire l’aggravarsi di situazioni critiche. Con le Università abbiamo avviato studi per ricercare nuove fonti di approvvigionamento. Stiamo anche andando nella direzione del riuso complessivo delle acque in uscita dagli impianti di depurazione».
Per quanto riguarda la protezione dell’ambiente il vostro impegno, riporta il vostro Bilancio integrato, si sviluppa seguendo tre principali filoni. Ce li vuole brevemente illustrare?
«Il primo riguarda l’analisi degli impatti e le progettualità innovative. Nel 2022 abbiamo garantito con continuità la fornitura d’acqua, nonostante la straordinaria siccità. Su questo tema avevamo già avviato un progetto di ricerca con l’Università Bicocca di Milano. Inoltre, con il Politecnico di Milano è attiva una ricerca sul riuso delle acque in agricoltura. Infine, è in corso un progetto con l’Università degli Studi di Milano, Idrogeo Lake – sulle acque sotterranee destinate al consumo umano. Il secondo filone riguarda la resilienza e l’attenzione ai rischi. In linea con le best practice internazionali, abbiamo concretizzato nel 2022 un sistema integrato e strutturato di analisi, gestione e monitoraggio dei rischi. Il fine è identificare e prioritizzare i principali rischi che potrebbero compromettere il raggiungimento dei nostri obiettivi. L’ultimo filone riguarda la riduzione di emissioni, un percorso per ridurre la nostra impronta carbonica con l’obiettivo ambizioso di azzerarla».
Riuscite a coinvolgere i vostri dipendenti e i vostri stakeholder nelle iniziative e nei percorsi sostenibili da voi messi in campo? In base alla vostra esperienza, ritenete ci sia un giusto grado di consapevolezza nelle persone, per quanto riguarda la necessità di vivere il mondo della produzione, e tutto ciò che è ad esso collegato, partendo da nuove visioni più rispettose di ambiente e società?
«Solo attraverso un pieno coinvolgimento di ogni persona di Acque Bresciane è possibile costruire una cultura della sostenibilità diffusa, in azienda e sul territorio. Cerchiamo di fornire loro le migliori competenze, motivarli, coinvolgerli e valorizzarli, investendo sul capitale umano, su inclusione e diversità. Da più di due anni selezioniamo “ambassador di sostenibilità”, colleghi che trasmettono i nostri valori. Ad oggi sono dieci persone con differenti ruoli, credo sia un percorso di successo. Con i nostri stakeholders esterni invece abbiamo lanciato nel 2020 “AB- Community”, un tavolo a cui coinvolgiamo i principali portatori di interessi. Partecipano associazioni di categoria, ordini professionali, accademici e ambientalisti: è un momento di co-progettazione, promozione delle proprie idee e confronto. Ci impegniamo a dar seguito alle iniziative più condivise, così è nata la Giornata provinciale dell’acqua, con laboratori didattici, tecnologie riguardanti risparmio e riuso idrico, visita di fontanili e impianti di depurazione e tanto altro».
Dal punto di vista della formazione, interna all’azienda ed esterna soprattutto tra i più giovani, come vi muovete?
«Insegnare ai cittadini di domani quanto sia preziosa l’acqua e come tutelarla è investire nel futuro. I ragazzi sono molto sensibili e trasferiscono in famiglia le conoscenze e le buone pratiche. Fra queste la principale è bere l’acqua del rubinetto perché è sicura. Perciò proponiamo a tutte le scuole dei territori gestiti il progetto didattico “100% acqua”. Per il nostro personale attuiamo formazione sui temi della sostenibilità, con approfondimenti ogni anno diversi, e stiamo proponendo esperienze di volontariato d’impresa. Inoltre gli ambassador promuovono, attraverso i social aziendali, consigli per essere più sostenibili in vacanza, in ufficio, al ristorante».
Quali sono i propositi e i progetti che intendete attuare nel prossimo futuro?
«Innanzitutto la sfida più importante per noi è quella legata agli sviluppi normativi in ambito di tassonomia, obblighi di trasparenza e rendicontazione di sostenibilità e legati alla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD).
I futuri obblighi di trasparenza riguarderanno gli impatti delle imprese sull’ambiente, sui diritti umani e sugli standard sociali, sulla base di criteri comuni in linea con gli obiettivi climatici dell’UE. Ma non solo, influenzeranno le strategie e gli investimenti delle imprese incoraggiando una transizione verde e sostenibile. Tra i propositi sicuramente c’è quello di migliorarci e continuare a distinguerci per gli impegni sulla sostenibilità con particolare attenzione a progetti legati ai cambiamenti climatici e alla biodiversità. Dovremo essere in grado di trasmettere quotidianamente il nostro impegno: “Ogni goccia conta”».
a cura di Luca Palestra
(da CSRoggi Magazine – Anno 8 – n.4 – Settembre/Ottobre 2023; pag. 8)