Bruno Calchera

 La strategia aziendale può fare a meno della Sostenibilità Sociale?
Si fa un gran parlare della Sostenibilità Digitale: è stato approvato recentemente anche un Manifesto per la Sostenibilità Digitale.
Sembra che delle azioni verso il sociale all’interno di una azienda se ne parli poco, o meglio i siti aziendali, le fondazioni societarie fanno molta comunicazione, ma il peso della comunicazione sociale spesso non è così forte.

Le aziende devono valutare l’impatto delle loro politiche aziendali sulla vita dei loro dipendenti e sul territorio dove operano. Mentre è abbastanza facile approfondire le esigenze dei dipendenti e il porre rimedio, ed un aiuto un’esercitazione opportuna (dall’habitat alla formazione, dal supporto alla famiglia alle politiche di flessibilità lavorative) misurare l’impatto nel territorio è complesso. (il Sole 24 ore).

L’impatto territoriale è difficilmente misurabile e dipende spesso dalla attività aziendale (un caso per tutti è dato dalla mobilità) ma le implicazioni sulla relazione con l’ambiente e più efficacemente sulle persone, genera una serie di indicatori, che misurano la qualità valoriale dell’azienda stessa.

I valori di una impresa si dilatano e si impongono nel territorio, quanto più una società diventa sempre più grande. In fondo qualsiasi organizzazione restituisce al territorio risorse che possono migliorare la vita civile del luogo di insediamento.

Questa realtà si contrappone alla devastazione, che spesso proprio le aziende hanno prodotto con grandi sconquassi proprio nei territori di insediamento: ci fosse stata una inclinazione etica della Governance verso il territorio, probabilmente non vedremmo ancor oggi guasti difficilmente riparabili.

E’ proprio la S di ESG che si pone al centro dell’operosità nel contesto lavorativo.

Ci sono delle priorità che diventano oggi emergenze:

  1. Mantenere pulite le aree di lavoro, e non inquinare gli ambienti esterni ed i territori che fanno da sfondo all’impresa.
  2. Implementare protocolli di sicurezza interna ed esterna per certificare la propria sensibilità valoriale.
  3. Implementare i protocolli formativi. Essi aiutano lo sguardo al territorio per condividere esigenze, problemi e soluzioni di ordine culturale e pratico.
  4. Scegliere i fornitori e cercare di coinvolgerli nella propria attività sociale mettendo in comune le loro competenze e facendoli partecipare a momenti speciali che l’azienda organizza.
  5. C’è un vantaggio nel business. Le pratiche socialmente sostenibili migliorano l’esposizione e la reputazione dell’organizzazione contribuendo a consolidare le relazioni esistenti.

Un esempio lo offre ENEL:
La differenza tra sostenibilità sociale e sviluppo sociale inclusivo è che la prima si riferisce alle politiche aziendali, mentre il secondo è un concetto legato allo sviluppo che coinvolge anche la Governance e la responsabilità politica. Il primo è indispensabile per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile previsti nella carta delle Nazioni Unite per il 2030.

Tutto questo lavoro DEVE confluire nel Reporting di Sostenibilità che sempre più fotografa tutte le azioni dell’impresa in un certo periodo di tempo che hanno visto la Sostenibilità protagonista nelle sue Dimensioni.
È certamente poco interessante realizzare un Report in cui il capito dedicato alla S di ESG risulta povero di notizie.

La reputazione è una conquista. Lenta. La pubblicità può favorirla, ma è la realtà che la domina. Sono le persone, spesso nei loro dialoghi di lavoro, con tutti gli stakeholder, che la fa crescere senza un limite già prefissato.

(25 luglio 2025)

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