Bruno Calchera

Vi saranno tante celebrazioni il 22 Marzo in occasione della Giornata dell’Acqua e tanti TG nazionali cercheranno di porre alla attenzione il tema attraverso celebrazioni.

Personalmente sono stato toccato dall’articolo di Fiammetta Cupellaro di Repubblica sul Web che ha posto questa celebrazione il tema in termini problematici.

“L’acqua: una risorsa per la pace”
Mi permetto di fare alcune citazioni del suo pezzo, che documentano lo stato dell’arte del tema ACQUA:
Un dato di partenza impressionante “la crisi idrica globale ormai un dato di fatto (da qui al 2030 il fabbisogno idrico crescerà del 55%. Sfugge la consapevolezza sul tema e va dato atto che vi sono molte realtà nel settore che si fanno carico del problema.
Audry Azoulay , DG dell’Unesco afferma ‘In quanto tale l’acqua è una componente  essenziale per la cooperazione. Un bene comune che richiede una gestione comune’.”

Oggi come immaginare una gestione comune dell’acqua?
Se esistono problematicità e criticità in Italia, tra Regione e Regione, direi tra città e città, tra paese e paese, come immaginare una cooperazione internazionale?
Continua Fiammetta Cupellaro: “I problemi legati all’acceso dell’acqua sono ormai fonte di conflitti in molte regioni del mondo.  Le cosiddette ‘guerre dell’acqua’ – che ci sono sempre state anche tra popoli, tra tribù etnologicamente vicine, confinanti. “se le riserve d’acqua scarseggiano o l’accesso all’acqua è impedito, le tensioni generano conflitti”.

Il Rapporto ONU sullo sviluppo idrico, citato dall’articolista di Repubblica, ci indica questi numeri:

  • 2 miliardi di persone in tutto il mondo non dispone di acqua potabile;
  • 3,6 miliardi di persone non dispone di servizi igienici;
  • 1,9 miliardi di queste hanno accesso solo a servizi di base;
  • 580 milioni ha servizi limitati;
  • 1,4 milioni di persone, bambini soprattutto, muoiono ogni anno per scarsità d’acqua;
  • 670 milioni non hanno strutture per potersi lavare le mani.

Sono dati drammatici, e rivelano quanto l’acqua sia un indicatore di assenza di collaborazione e di coesione sociale internazionale. La complessità che esiste per raggiungere obiettivi comuni sostenibili rende sterile la consapevolezza che si pone tra i numeri dei problemi e la loro soluzione.

Un esempio di tutto ciò lo dà l’Italia:

  1. L’abbondanza che molte Regioni registrano non viene capitalizzata – generalmente – in bacini da creare riserve per il previsto ritorno di fenomeni climatici con forte aumento delle temperature.
  2. La siccità lo scorso anno ha costretto 1350 comuni a limitare il consumo di acqua, ha danneggiato l’agricoltura per 6 miliardi di euro e impegnato risorse per l’emergenza per più di 55 milioni.
  3. Sono 532 i grandi invasi italiani, per lo più in Lombardia, Sicilia e Sardegna, potenzialmente potrebbero raccogliere 13,6 miliardi di metri cubi d’acqua, invece mediamente perdono il 33% della capienza per la presenza di detriti nei fondali, gli scarsi investimenti per la cura e tempi burocratici legati ai danni causati dal clima.

La pubblicità dell’acqua è una delle più visibile sui media. Le marche sono presenti negli avvenimenti sportivi, nei talk show, per non citare la pubblicità ed i testimonial che si sono legati ad un marchio.
In contrapposizione all’elogio dell’acqua ci sono le inondazioni in diverse regioni per il degrado climatico. Esse sono così frequenti che non è possibile programmare – con i nostri tempi burocratici – alcuna soluzione.

Festeggiamo l’acqua: Quando in casa il rubinetto ci offre la potabile; facciamo festa per il mare fino a che non avrà distrutto del tutto la costa e cancellato pezzi di territorio, così festeggiamo quel che resta dei nostri ghiacciai che spariscono ogni anno un po’ di più.

C’è altro da ricordare e non dimenticare!
Le generazioni future, quelle che nasceranno nel 2030 o nel 2050. Quale Italia, troveranno?
Ci sarà l’acqua che lasciamo loro in eredità?
Il mondo come sarà se continua questo disinteresse generale a iniziative comuni di cambiamento e collaborazione?

C’è poco di stare allegri!

(21 marzo 2025)
(Foto di Ivelin Donchev da Pixabay)

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