Al netto della manualistica che conosciamo e riconosciamo a memoria, che cosa è o cosa vogliamo che sia la tanto evocata comunicazione responsabile?

 

Al netto della manualistica che conosciamo e riconosciamo a memoria, che cosa è o cosa vogliamo che sia la tanto evocata comunicazione responsabile? Quale il temperamento e la personalità? Personalmente auspico per la nascente comunicazione responsabile un carattere alla Smiley (il protagonista di tante storie di John le Carré), lento e metodico, che osservi, ascolti e rifletta prima ancora di parlare, prendendosi tutto il tempo che le serve e fregandosene del mito scaduto della velocità.

Vorrei che lo facesse con deontologica oggettività puntando sulla sua riconoscibilità prima ancora del contenuto proposto e con adeguata prudenza, consapevole del fatto che i tempi sono quelli che sono e un errore anche minimo potrebbe comprometterne la giovane reputazione in maniera irreversibile.

Con una dedizione contadina che non si entusiasma e non si deprime a seconda del tempo contingente ma rimane salda e concentrata sul proprio proposito. Finanche cinica, nel momento in cui deve diagnosticare/criticare/ reclutare/allenare linguaggi, timbri e strumenti che la potrebbero supportare nel proprio scopo.

Senza dimenticare mai di essere e (cosa ancora più ardua) di rimanere inclusiva e accogliente, anche quando le somiglianze relazionali sono sfuggenti e le distanze sembrano incolmabili. Soprattutto quando le somiglianze relazionali sono sfuggenti e le distanze sembrano incolmabili.

Deciderà di farlo non perché crocerossina particolarmente generosa e benevola ma perché ha coltivato, nel tempo, il piacere e l’indispensabilità della memoria. E sa che ogni pubblico respinto, ogni aspettativa dismessa, ogni alternativa accantonata torneranno alla carica. Un po’ più diffidenti e rancorose.

Senza contare il fatto, più prosaico, che i suoi attuali interpreti hanno già una certa età e che il segreto per rimanere al vertice a prescindere dall’ambito di esercizio risiede sempre nel disporre di un vivaio fresco e competente, accanto alla prima squadra.

di Stefano Martello
Giornalista e comunicatore

(da CSRoggi Magazine – Anno 8 – n.5 – Novembre/Dicembre 2023; pag. 3)

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