Dopo qualche mese di lavoro è stata approvata la proposta di legge costituzionale che ha modificato due
articoli, il 9 e il 41 per cui la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi è finalmente entrata nella Costituzione del nostro Paese.
Il giorno 8 febbraio 2022 segna un passo molto importante, per non dire epocale, che aspettavamo da tempo. E in questi casi si potrebbe dire “meglio tardi che mai”.
La tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi è entrata nella Costituzione del nostro Paese. Il testo, alla seconda lettura alla Camera, è passato con 468 voti a favore, dopo essere già stato approvato in Senato. Dopo qualche mese di lavoro è stata approvata la proposta di legge costituzionale che ha modificato due articoli, il 9 e il 41, aggiungendo anche una clausola specifica per le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano.
Riportiamo i due articoli nella nuova versione: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali. (art. 9)” e “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali. (art. 41)”.
Al di là dei tecnicismi vanno segnalati tre elementi: nel primo caso emerge in maniera chiara la parola “biodiversità” che nel nostro Paese ha un valore inestimabile sia in termini economici sia di peculiarità del territorio. Basti pensare, ad esempio, a tutte le varietà ortofrutticole da Nord a Sud. Secondo: gli animali, che non vanno posti su un secondo piano, ma vanno trattati con etica. Ultima parola chiave: attività economica. Il campanello di allarme sorge tonante in questi ultimi due anni. Il green washing è ovunque, quindi non è più tempo di pubblicità ingannevoli nei confronti dei consumatori se poi l’azienda sversa schifezze che finiscono nella falda acquifera.
Un rimando al 1987
Le parole “future generazioni” sicuramente hanno fatto scattare un cassettino della memoria. Nel 1987, Gro Harlem Brundtland, presidente della World Commission on Environment and Development, presenta il rapporto «Our common future» e, in quell’occasione, viene data la definizione di sviluppo sostenibile: «Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri».
Finalmente sembra che le classi politiche stiano capendo che le decisioni di oggi hanno impatto su chi verrà dopo di noi e non è affatto etico pensare al brevissimo periodo infischiandosene di chi nasce oggi e dovrà vivere in un mondo diverso da quello che hanno conosciuto i Boomers e parte dei più vecchi tra i Millenials. La logica dello scarica barile nel futuro non può più essere accettata quando il Pianeta urla aiuto come ora e come è sotto gli occhi di tutti.
Il background italiano: due spunti
In Italia la prima legge per la tutela dell’ambiente è la n. 319 del 10 maggio 1976 (c.d Legge Merli), concernente la tutela delle acque, che ha introdotto norme relative agli scarichi di tutte le acque e alle fognature, definendo i livelli di competenza territoriale sulla materia. Poi nel 2004 è arrivata la “Direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale” (modificata nel 2019 dal regolamento (UE) 2019/1010) che stabilisce le norme basate sul principio «chi inquina paga». Ciò significa che un’azienda che provoca un danno ambientale ne è responsabile e deve farsi carico di intraprendere le necessarie azioni di prevenzione o di riparazione e di sostenere tutti i costi relativi.
Le aspettative
Ora ciò che dovrebbe importare a tutti i cittadini è che l’applicazione venga fatta senza sconti e senza eccezioni perché tutelare in modo serio l’ambiente significa tutelare la nostra vita in un mondo in cui il cambiamento climatico sta già mostrando che è in grado di metterci in seria difficoltà. E siamo all’inizio se non la prendiamo in modo responsabile.
di Ylenia Esther Yashar
Sustainability Officer – CSRNatives
(da CSRoggi Magazine, anno 7, n.1, Gennaio/Febbraio 2022, pag. 36)