L’obbligo di redigere il Bilancio sociale sulla base di Linee guida comuni è un’occasione preziosa non solo
per rilanciare i processi di rendicontazione sociale, ma soprattutto per rinforzare una governance più consapevole, partecipata e trasparente delle organizzazioni non profit.
La Riforma del Terzo Settore ha dato nuovo impulso all’accountability degli Enti del Terzo Settore (ETS) – il cui ruolo è in crescita e ci si attende possa aumentare ancora – introducendo, per le organizzazioni di maggiori dimensioni, l’obbligo di redigere il Bilancio sociale sulla base di Linee guida comuni, presentate il 4 luglio 2019 nel decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.
Si tratta di un’occasione preziosa non solo per rilanciare i processi di rendicontazione sociale, ma soprattutto per rinforzare una governance più consapevole, partecipata e trasparente delle organizzazioni, una gestione più attenta a verificare gli effetti e gli impatti prodotti dalle attività e una comunicazione di senso che supporti un dialogo continuativo e un’azione di sistema con i diversi stakeholder.
Per questo il GBS – l’Associazione nazionale per la ricerca scientifica sulla rendicontazione sociale a cui aderiscono più di 40 università italiane – ha attivato un Tavolo di ricerca sul ruolo del Bilancio sociale alla luce della novità introdotte dalla Riforma, aggiornando così il documento di ricerca n. 10 “La rendicontazione sociale per le aziende non profit” pubblicato nel 2009.
Il lavoro, coordinato dal Professor Lorenzo Sacconi e dalla sottoscritta, ha portato all’elaborazione del documento di ricerca n. 17 “Rendicontazione sociale nel non profit e Riforma del Terzo Settore”, che riflette sulle prospettive del Terzo Settore nella realtà italiana e propone alcuni capisaldi operativi che, secondo il GBS, dovrebbero contraddistinguere e qualificare processi e sistemi di accountability nel non profit.
Il documento – disponibile in open access sul sito dell’editore (www.francoangeli.it) e presentato nel 2021 in un ciclo di webinar dedicato – si sviluppa su due parti: la prima descrive e commenta i punti salienti della Riforma, con un esame delle principali novità introdotte nel sistema normativo e alcune considerazioni sulle peculiarità della rendicontazione degli ETS e delle organizzazioni non profit (ONP) in generale. La seconda presenta alcuni focus tematici con l’obiettivo di modellizzare una forma di rendicontazione sociale per il settore non profit adeguata ai tempi e al ruolo che l’ordinamento giuridico attribuisce a queste organizzazioni.
Per ciascuno degli argomenti trattati, si propongono delle raccomandazioni e delle indicazioni operative per supportare le ONP nell’adozione delle Linee guida ministeriali e nella realizzazione di proficui percorsi di rendicontazione sociale. Tra questi:
- il concetto di stakeholder e il suo ruolo nel processo di reporting con un particolare affondo sulla centralità delle istituzioni come rappresentative dell’interesse generale;
- la rilevanza della governance per la gestione democratica delle ONP;
- il rilievo degli aspetti economici e l’esigenza di riequilibrare le sezioni del Bilancio sociale, rinforzando la disclosure sugli aspetti economico-finanziari e la trattazione dei rischi;
- il rapporto tra Bilancio sociale e social impact, anche in connessione con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 ONU.
Il documento si chiude con una riflessione sulle nuove forme di rendicontazione digitale che rendono più affidabili e inclusive, più fruibili e tempestive le operazioni di trasparenza e accountability, con importanti vantaggi sia sul piano strategico gestionale sia su quello comunicativo e partecipativo.
La scommessa è che il Bilancio sociale non si riduca a un approccio compilativo e di mero adempimento, ma riesca a esprimere le sue potenzialità come vero e proprio strumento di comunicazione, capace di “mettere in comune” – come l’etimologia della parola ci ricorda – visione e valori, obiettivi e modalità di intervento, risultati ed effetti prodotti. Realizzando l’obiettivo di offrire agli stakeholder, interni ed esterni, una base informativa chiara e verificabile per valutare in modo consapevole la capacità dell’Ente di realizzare la missione sociale e contribuire al bene comune.
di Cristiana Rogate
Presidente di Refe-Strategie di Sviluppo Sostenibile
(da CSRoggi Magazine, anno 7, n.1, Gennaio/Febbraio 2022, pag. 38)