Secondo me
Sto leggendo con attenzione tutto quanto scrivono i giornali, ascolto ciò che dicono gli “addetti ai lavori”, nei vari media, su quanto si sta facendo per cercare di raggiungere i 17 SDGs dell’Agenda 2030. E noto che molti si stanno compiacendo della crescente attenzione verso il clima, gli eventi naturali, il verde (ritorniamo a innamorarci del greenwashing?).
Dice: «sarai contento, no?». No, non sono contento. Dice: «ma non sei mai contento!». So bene che quello del clima è un “bel problema”. Ma, sarà che il tormentone di questa estate, essendo appunto un tormentone, mi è entrato in testa, non posso che rispondervi, con Orietta Berti: “Hai risolto un bel problema e va bene così/Ma poi me ne restano mille/Poi me ne restano mille”.
Scusate, non mi è venuta nessuna citazione più colta. Ma credo che la frase renda quanto vorrei dire (anche se “hai risolto un bel problema” è eccessiva. Per il nostro ragionamento basterebbe dire “stai pensando a”).
Tutti sappiamo che nel 2015 l’ONU stabilì che non si poteva andare avanti senza affrontare il problema di salvaguardare l’ecosistema, e fissò una serie di obiettivi che dovrebbero essere raggiunti entro il 2030.
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è suddivisa in 91 paragrafi e mette in evidenza i 17 obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile e 169 target.
Li hanno chiamati “goal” gli obiettivi di sviluppo sostenibile e sono un insieme di obiettivi pensati per il futuro dello sviluppo internazionale.
Se rileggiamo con attenzione i 17 obiettivi (ma ricordiamoci che ci sono anche un sacco di sotto-obiettivi) non possiamo non notare che quelli che riguardano l’ambiente sono solo una parte.
E allora, se tutti parlano praticamente solo di questi, «va bene così?». Ma poi? «Poi me ne restano mille». No, proprio mille no, ma parecchi. E non meno importanti.
Che fare?
Rileggendo, appunto con attenzione, tutti i Goal, ci rendiamo conto che anche gli altri, che affrontano ulteriori temi rispetto al clima, non sono di minor importanza.
E allora diventa ovvio pensare che sia opportuno spingere l’attenzione anche ad essi e magari trovare la modalità per esser ascoltati.
Si, ma che fare? Forse potrebbe essere un’idea utilizzare gli stessi “argomenti” che hanno fatto rizzare le orecchie a chi può (e dovrebbe) decidere di mettere in pista dei cambiamenti.
E quindi, secondo me, potrebbe dare una mano, ancora una volta, il “vil denaro”. La mia impressione è che, nel balzo in avanti dell’attenzione verso il clima, una componente, non poco significativa, sia stato quando, dai grandi investitori alle piccole banche, hanno cominciato a dire: «Vuoi da me dei soldi? Allora dimostrami che li investi nella direzione di diventare, con la tua attività, sostenibile».
E così, quasi per incanto, un buon numero di imprenditori si è scoperto una componente etica che, “per il bene dell’umanità”, li sta spingendo verso comportamenti, appunto, etici e quindi sostenibili.
Forse i “duri e puri” storcono il naso. Ma la cosa funziona… «e va bene così».
E poi?
Ma poi? Siamo sulla strada di risolvere tutto?
Secondo me c’è anche un’altra riflessione da fare.
Dando un’occhiata, anche distratta, a ciò che ci circonda, si può constatare facilmente che, in questo nostro mondo, sono presenti tante persone. Che, grosso modo, si possono dividere in due grandi categorie. E, senza voler ricorrere alla colorita espressione del marchese del Grillo (del grande Alberto Sordi), possiamo qualificarle come persone che contano, e che sono in condizioni di prendere importanti decisioni, e persone che, diciamo così, contano un po’ meno, per le quali “le decisioni che contano” si possono limitare al massimo a ciò che li riguarda personalmente.
E spesso, loro stessi si chiedono «ma come posso influire io su cose così importanti che possano cambiare il mondo?».
E proprio qui mi sentirei di dare una risposta alla domanda del “e poi?”
E mi accingo a ripetere un concetto che vado sostenendo da tempo: insegniamoglielo da piccoli. Ci sono 17 importantissimi obiettivi che sono stati individuati come “da raggiungere”. E allora facciamo sì che “i Grandi” si impegnino a creare e organizzare anche una “informazione corretta e convincente”. E spieghino a tutti, sin da quando sono piccoli, quali sono i comportamenti adeguati per ritrovarsi nell’ambito dei 17 obiettivi. E così si potranno ottenere risultati innovativi. Che potranno fare la differenza.
Del resto, come si sta imparando a fare la differenziata, si potrà anche fare la differenza! E… andrà bene così.
di Ugo Canonici
(da CSRoggi Magazine, anno 6, n.5, Novembre/Dicembre 2021, pag. 50)