Assolombarda, l’unione delle imprese che operano delle aree di Milano, Monza, Lodi e Brianza, ha recentemente pubblicato un rapporto (disponibile qui) in cui sono indicate le principali scelte che le imprese adottano nel campo del welfare aziendale. Il documento è realizzato grazie ai dati raccolti dall’associazione di categoria e con il supporto di provider di welfare aziendale che operano nel territorio lombardo. Di seguito vi raccontiamo i principali contenuti che emergono, anche in relazione alla pandemia di Covid-19.
Il welfare aziendale e contrattuale in Lombardia
Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio sul welfare di Assolombarda, circa il 75% degli accordi stipulati dall’associazione e in corso di validità nel 2019 prevedono forme di welfare aziendale (+20% rispetto al 2018). Tale percentuale si riferisce comunque a un base dati non molto ampia: sono infatti 149 gli accordi considerati. Ad ogni modo, tra i settori produttivi in cui è registrata una maggiore presenza del welfare si trova il comparto chimico-farmaceutico, quello metalmeccanico e quello alimentare.
Ma come sono finanziate queste prestazioni? Secondo i dati diffusi tra il 2016 e il 2018 è andata aumentando la prassi di erogare solo un importo fisso destinato al welfare, mentre si è ridotta quella di affiancarlo alla possibilità di conversione del premio di risultato (figura 1).
Figura 1. Fonti di finanziamento del welfare aziendale, anni 2016-2017-2018
Fonte: Centro Studi Assolombarda
Da un’analisi dei contratti che l’Osservatorio ha a disposizione sono state individuate 14 tipologie di benefit: previdenza, assistenza sanitaria, area assistenziale, mutui e finanziamenti, scuola e istruzione, area culturale/ricreativa, programmi e servizi assicurativi, mutui e finanziamenti, mobilità, fringe benefit, ristorazione, ferie e permessi, maternità, servizi di pubblica utilità, orari di lavoro. Queste sono state poi suddivise in tre gruppi, in base a quanto frequentemente sono stati inseriti negli accordi.
La figura 2 evidenzia i risultati di questa procedura e la concreta diffusione di ogni singola prestazione. Come è possibile vedere, tra le prestazioni più diffuse vi sono la sanità integrativa e la previdenza complementare – in modo particolare grazie alla loro forte presenza nei contratti collettivi nazionali (CCNL) – e le forme di rimborso per le spese scolastiche e l’istruzione dei figli.
Figura 2. Le prestazioni presenti nei contratti (e la loro diffusione)
Fonte: Centro Studi Assolombarda
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continua a leggere su secondowelfare.it del 13 ottobre 2020