Il punto del Direttore
L’università di Bologna e Italian Exhibition Group hanno dato avvio alla prima scuola di Alta Formazione sulla Transizione Ecologica. Barbara Floridia, sottosegretaria al Ministero della Formazione ha definito il progetto “fondamentale sia per i manager di oggi che per quelli di domani”. Anna Re, responsabile delle relazioni esterne di Reteambiente , partner della iniziativa, ha sottolineato: “ stiamo vivendo uno dei momenti più importanti del Dopoguerra e che le nostre imprese devono essere pronte a questo passaggio. Questa è una grande occasione per formare persone sempre più competenti e capaci”.
Una osservazione sulla attualità. Circa il 36% delle nuove occupazioni è green e c’è una forte domanda di competenze. In quasi tutti i settori economici.
Il Prof. Fabrizio Passerini, dell’Università di Bologna ha descritto il nuovo corso che si sviluppa in blocchi: sviluppo, ottimizzazione dell’energia, eco design, gestione dei rifiuti, nuovi modelli organizzativi, con focus su bioeconomia e nuovi modelli come transizione digitale fino alle agevolazioni e ai sistemi di controllo.
E’ una notizia che non è stata ripresa da molti giornali, ma che è importantissima.
Dalla scuola nasce il cambiamento verso un nuovo modello di sviluppo.
Se l’obiettivo è l’abbassamento del CO2, è indispensabile che l’Italia faccia il suo percorso riducendo ogni anno almeno il 2,6% della sua produzione di Anidride Carbonica. Durante la fase pandemica acuta nel 2020 il cammino era iniziato bene (- 2%) ora nel 2021 la crescita è ripartita di nuovo.
Ci vuole una riflessione su ciò che sta accadendo.
C’è una parte del mondo imprenditoriale, una parte della cittadinanza che ha ben chiaro il problema. Non solo per aver seguito le giornate di COP26 o il G20. Molti hanno avuto modo di sfogliare i giornali e guardare i servizi in TV con occhio attento.
Per altri, forse la maggioranza, i temi della Transizione Ecologica, della riduzione del CO2 non sono entrati nel proprio pensiero. A volte le avvertenze non servono.
Bisogna andare alla Bibbia: a Giona e a Sodoma e Gomorra per comprendere che le avvertenze a volte servono per salvare persone e città. Era bastata allora una persona per salvare una città.
Oggi è molto più difficile.
La scuola interessa studenti che hanno una propensione al proprio impegno per il green.
E’ l’ambiente sociale che vede mancare la consapevolezza su questo tema e che ancora con difficoltà recepisce gli allarmi. Eppure sono davanti ai nostri occhi i disastri climatici nel Sud Italia. Le morti di cittadini sopresi da improvvise bombe d’acqua, da torrenti che hanno rotto gli argini, trombe d’aria.
Il Sud Italia non aveva mai avuto una devastazione simile: il riscaldamento dell’acqua che tanto piace ai bagnanti estivi non rileva una diminuzione corrispondente della temperatura.
L’anidride carbonica e le polveri sottili tengono il globo sotto scacco impedendo all’ossigeno di rigenerare il pianeta. Oltre ad una cittadinanza priva di consapevolezza, vi sono imprese grandi e piccole che ancora non hanno iniziato la fase di transizione verso lo sviluppo sostenibile.
E dovrebbero essere proprio questi imprenditori che con serietà potrebbero partecipare – o far accedere i loro manager – a Corsi scolastici per imparare e modificare il proprio trend di sviluppo.
Anche l’Università Cattolica e l’Università Bocconi a Milano hanno avviato corsi molto importanti per agevolare un cambiamento innovativo e sostenibile.
C’è un’area, quella delle PMI, che risulta spesso assente nell’approccio alla Transizione ecologica. Le ragioni sono certamente dovute da risorse economiche non disponibili: pesa l’assenza di consapevolezza della gravità del problema clima, ambiente e riorganizzazione per un New Deal del proprio business ecosostenibile.
Il PNRR pone molte risorse per avviare il cambiamento: sarà interessante verificare quanto sarà stanziato per la Scuola e soprattutto per le persone che vorranno formarsi una competenza indispensabile per ogni processo di innovazione.
Bene finanziare progetti – molti di questi pianificati e mai partiti – ma la riduzione del CO2 che è il vero obiettivo della Trasformazione, passa attraverso il sostegno agli acquisti di prodotti a basso impatto ambientale.
Auto elettriche, Ferrovie, Scarichi industriali, Riuso ed Economia circolare, Energia, ecc… sono ancora al palo nella nuova efficienza economica.
Il balzo dei prezzi è un sintomo della impreparazione?
Qualche domanda si pone infatti: le materie prime diventano rare improvvisamente? I chips di colpo non si trovano più?
L’anteprima di COP26 e di G20 sembra pilotata verso costi impensati solo 10 mesi fa.
E’ permesso pensare male.
Per comprendere e non rimanere inchiodati alle impressioni la scuola serve. Servono dati e competenza per comprendere i trend economici a più largo respiro.
Qui la ricerca universitaria e la libera formazione possono fare molto per incoraggiare e per comprendere lo stato delle cose.
Bruno Calchera
Direttore Responsabile