CSV Milano in questo difficile periodo ha accompagnato i volontari e gli enti, riconfermando ancora una volta il suo ruolo più proprio: quello di stare a fianco del volontariato milanese sostenendolo nel proprio agire, nel rispondere alle sfide e quindi, soprattutto, nell’intraprendere processi di sviluppo organizzativo e territoriale.
A due anni dall’avvio della pandemia da Covid-19, a fronte della triplice emergenza, sanitaria, economica e sociale, abbiamo la necessità di ripensare (e quindi rigenerare) quale comunità vogliamo essere. È una grande opportunità, perché nessuno può pensare di salvarsi da solo. Solo il sapiente gioco di squadra tra primo, secondo e terzo settore permetterà il coinvolgimento attivo e responsabile anche dei singoli cittadini, liberando così energie e creatività. La strategia deve essere quella di “essere estrattivi” nel senso di tirar fuori il meglio dai vari mondi a favore della comunità intera e di essere innovativi nella dimensione della sostenibilità, in carenza di risorse.
In questi due anni ai cittadini è stato chiesto, oltre alla vaccinazione, il cosiddetto “distanziamento sociale”, utile per preservare la salute di tutti. In realtà abbiamo capito che, ai fini sanitari, se da un lato occorre tutelare il distanziamento fisico, dall’altro occorre potenziare l’avvicinamento sociale, la prossimità per irrobustire (e talvolta ricostruire) i legami sociali nella comunità locale e nelle microcomunità dei quartieri.
Il volontariato milanese ancora una volta è stato presente e, nonostante le difficoltà, non si è tirato indietro. Da una ricerca condotta da CSV Milano nel 2020 ben il 55% del campione degli Enti del Terzo settore del territorio metropolitano durante la prima fase della pandemia aveva organizzato attività specifiche in risposta all’emergenza, il 26% continuando le proprie attività ordinarie e il 74% aggiungendo o facendo attività nuove; solo il 21% aveva interrotto le proprie azioni. A fronte di questa ricchezza di presenza, ora il volontariato e tutto il Terzo settore, riconoscendo anche alcuni propri limiti, ha cominciato a individuare alcuni tracciati di lavoro per proseguire verso la ripresa post crisi sanitaria ed economica. Ad esempio i temi della solitudine di tante persone non solo anziane, dell’aumento delle povertà di soggetti fragili, l’individuazione di nuove forme di coinvolgimento di cittadini soprattutto giovani disponibili a portare il proprio contributo, la necessità di diversificare le entrate per non essere dipendenti da una sola tipologia di contributori, l’importanza del radicamento territoriale per una migliore reputazione, il superamento del digital divide che zavorra da anni il Terzo settore, il ripensamento delle nostre governance democratiche, rendendole più snelle ed efficaci con gli adeguati ricambi generazionali, sono solo alcune delle sfide alle quali occorre metter mano con determinazione per poter divenire un Terzo settore sempre più affidabile e incisivo nei territori.
CSV Milano in questo difficile periodo ha accompagnato i volontari e gli enti, riconfermando ancora una volta il suo ruolo più proprio, cioè quello di stare a fianco del volontariato milanese sostenendolo nel proprio agire, nel rispondere alle sfide e quindi, soprattutto, nell’intraprendere processi di sviluppo organizzativo e territoriale. Questo crediamo sia sì possibile grazie all’offerta di supporti infrastrutturali e opportunità di servizi di qualità e flessibili, ma in modo particolare favorendo connessioni e alleanze con i soggetti dei diversi mondi per assumere esigenze e progettualità comuni. È una prospettiva collaborativa, evocata anche dallo scrittore Enrico Brizzi: “Non so se andrà tutto bene, né se l’emergenza ci restituirà in qualche modo migliori alla vita civile, ma d’una cosa son certo: la differenza tra un popolo e un ammasso di gente sta nella capacità di declinare il pensiero al plurale, silenziando l’io per dar voce al noi”.
Allora l’imperativo categorico è ripartire in presenza per rigenerare. Una necessità più che una scelta che, a due anni dall’inizio della Pandemia tutti, in tutti i Settori, hanno segnato ben chiara nella propria agenda, compresi noi del Centro di Servizio per il Volontariato nella Città Metropolitana di Milano.
E se dobbiamo citare una delle nostre attività che più c’è mancata, tra lockdown e restrizioni, stiamo parlando anche di qualcosa che tocca da vicino proprio la CSR.
CSV Milano, a partire da Expo 2015, ha infatti nel suo DNA l’essere partner affidabile e riconosciuto nel campo dell’ideazione, organizzazione e gestione di programmi d’attivazione civica a supporto di Eventi, grandi o piccoli che siano. Dall’Esposizione Universale, dove abbiamo curato il Programma Volontari Expo Milano 2015 e del Padiglione Europa, alla gara podistica locale, dalla Fiera Fa’ la cosa Giusta!, alla prossima edizione della Civil Week che, dal 5 al 8 maggio, animerà i quartieri e i territori che compongono la Città Metropolitana di Milano. Un progetto, quello di Civil Week, che ci vede in cabina di regia al fianco di Corriere della Sera – Buone Notizie, dei Forum Terzo settore Adda Martesana, Altomilanese e Milano, della Fondazione di Comunità Milano e delle Fondazioni Comunitarie Nord Milano e Ticino Olona.
E vi chiederete allora la CSR cosa centri. Presto detto: i brand profit erano già e saranno ancora di più il giocatore imprescindibile nel formare una squadra capace di mettere a terra questi tipi di convergenze profit–non profit.
Comprendo cosa state pensando, non temete, sono per fortuna ben lontani i tempi in cui, rimanendo in metafora calcistica, un’Azienda era chiamata dal non profit solo per aprire il portafoglio e pagare l’attrezzatura tecnica o il taglio dell’erba del campo da gioco. Non è più quello il ruolo e il tempo, se si vogliono realizzare importanti risultati non solo di CSR, ma anche per il tessuto sociale che, dopo questa pandemia, è da rigenerare, anche con nuove occasioni aggregative. Le Aziende saranno sempre più chiamate a sedersi al tavolo di chi progetta iniziative ed eventi non perché la sedia sia loro dovuta in quanto mecenati, ma perché l’expertise del profit, sia in termini di visione che di professionalità, è capace di aggiungere anima e tridimensionalità allo sviluppo di un progetto sul territorio. E si badi bene, senza togliere specificità alla propria mission, che rimarrà ovviamente squisitamente profit: una specificità chiamata però ad accogliere e facilitare quella ibridazione che è capace di essere moltiplicatore, nel nome della cura e della promozione del Bene Comune. Perché una comunità forte e vitale è un contesto imprescindibile anche per un’azienda sana.
L’impegno dei brand in questa ripartenza e rigenerazione, che ci auspichiamo sia ricca di Eventi come Civil Week, è molteplice e soddisfa realmente ogni necessità della CSR. A esempio pensiamo alla centralità che da sempre CSV Milano pone al tema dell’implementazione delle skill delle volontarie e dei volontari individuali o delle organizzazioni. Immaginate, a lato della necessaria formazione in termini di sicurezza legata alle attività sul campo, che le cittadine e i cittadini che vogliono mettersi a disposizione, spesso giovanissimi, possano portarsi a casa anche solo il poter passare un paio d’ore formative con i vostri professionisti e professioniste, capaci di trasmettere loro un know how che renderebbe realmente unica un’esperienza di attivismo civico.
Se vi sembra fantascienza che un brand profit possa fare la differenza nella crescita culturale e umana dei volontari, vi segnalo che CSV Milano, grazie al progetto Università del Volontariato, da noi ideato nel 2012 e che quest’anno spegne dieci candeline, ha fatto salire in cattedra professioniste e professionisti provenienti da numerose aziende, come Microsoft, accanto a docenti di Manageritalia e delle più importanti università milanesi, pubbliche e private. Dieci anni di successi didattici grazie al gioco di squadra tra pubblico e privato, profit e non profit, nel nome di una formazione continua di chi poi è chiamato ad avere un impatto positivo sui territori che noi tutti viviamo.
Ed essere ostinati sul creare tavoli intersettoriali che favoriscano occasioni di attivazione civica non è una nostra invenzione. La Riforma del Terzo Settore chiede ai CSV di giocare proprio questo ruolo di agenti territoriali di sviluppo, lavorando per coinvolgere, uniti nella diversità, proprio tutte le anime che compongono la nostra Metropoli, per il benessere di tutti, tessuto produttivo compreso.
Quindi se a inizio febbraio il Presidente Draghi ha dichiarato «Vogliamo un’Italia sempre più aperta, soprattutto per i nostri ragazzi», noi di CSV Milano rispondiamo che ci siamo già e che siamo pronti. In rampa di lancio c’è la Civil Week 2022 a maggio (www.civilweek-vivere.it), ma stiamo già guardando ai Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano Cortina 2026. Quattro anni che sappiamo passeranno in fretta, ma che possiamo e vogliamo arricchire con altre opportunità di partnership tra profit, non profit e Istituzioni. Ci state?
di Marco Pietripaoli
Direttore Ciessevi Milano
(da CSRoggi Magazine, anno 7, n.1, Gennaio/Febbraio 2022, pag. 46)